Il salotto di Rol
- Autore: Maria Luisa Giordano
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
“Tu scriverai di me e sarai la mia biografa ufficiale”.
Gustavo Rol era un sensitivo, ma più che una previsione questa sembra un’investitura, nei confronti di Maria Luisa Giordano. Da allora, superato lo scetticismo sui propri mezzi, la pranoterapeuta torinese e studiosa di medicina alternativa ha firmato numerosi volumi sul grande amico, in gran parte romanzi-saggio, tra i quali autentici bestseller. Il più recente è Il salotto di Rol, pubblicato a novembre 2019 dalle torinesi Edizioni del Capricorno (125 pagine).
Gustavo Adolfo Rol (Torino 1903-1994) è stato il più grande sensitivo italiano. Gli esoteristi lo considerano:
“Una delle figure spirituali più importanti della storia occidentale, accanto a Maestri dotati di carismi (o siddhi) come Gesù di Nazareth, Pitagora di Samo e Apollonio di Tiana”.
È stato tra i protagonisti più enigmatici del Novecento, con doti di preveggenza, diagnostica delle malattie, guarigione, bilocazione, telepatia, materializzazione e smaterializzazione di oggetti. Profondamente religioso, le ha messe sempre al servizio del prossimo, senza sfruttarle per denaro. Agiva “sotto l’impulso di un ordine ignoto”, di cui si sentiva “il grande esecutore”.
Sul suo conto si sono moltiplicati racconti di fenomeni paranormali e di poteri psichici, sui quali tuttavia la comunità scientifica del XX secolo non ha inteso investigare. Mistero e leggenda lo hanno accompagnato per tutta la vita e lo seguono anche dopo la morte.
Sebbene schivo, riservato e ben lontano dalla sovraesposizione mediatica, esercitava un forte ascendente su quanti lo frequentavano. Veniva consultato da personaggi di tutto il mondo, attori, uomini politici, scienziati, medici. Ebbe rapporti di stima e amicizia con D’Annunzio, Einstein, Fermi, Federico Fellini, John Kennedy, capi di Stato, artisti e scrittori tra i più conosciuti. Ma non faceva distinzione tra i grandi e i semplici, invitava anche bottegai della zona, coinquilini, affabile e cordiale con tutti:
“Quando entrava nella stanza, con il suo sorriso e la sua gentilezza, la sua figura la illuminava”.
Aiutava nelle diagnosi mediche e nei momenti difficili della perdita. Quando qualcuno si rivolgeva a lui per un lutto, lo consolava facendo apparire in tasca o in mano un biglietto delle persone scomparse, con frasi note solo a loro.
Maria Luisa Giordano introduce letteralmente i lettori a casa Rol, che ha frequentato per anni. Rievoca dall’interno le straordinarie atmosfere, aggiungendo in appendice testimonianze, molte inedite, delle incredibili esperienze e fenomeni che si verificavano in maniera sempre trasparente e spontanea, mai programmata.
“Gli ‘esperimenti’ sembravano sovvertire le leggi della fisica. Ci portavano in un mondo sconosciuto, facendoci dimenticare il presente. Dopo queste emozioni forti ci si sentiva bene, rigenerati”.
Anche i più increduli restavano colpiti, qualcuno addirittura sconvolto, e tutti si sentivano più buoni e disponibili verso gli altri, perché avvertivano che in loro era cambiato qualcosa. Molti comprendevano all’improvviso il significato della vita e il fine dell’esistenza dell’uomo.
Di famiglia benestante, plurilaureato (giurisprudenza, economia, biologia clinico-medica), provvisto di una cultura enciclopedica, amante delle arti (suonava il violino e il pianoforte), Rol era pittore e antiquario, dopo aver lavorato in banca per un decennio negli anni giovanili. Scoprì le sue potenzialità, grazie a un misterioso polacco, proprio nel corso dell’attività nella Banca Commerciale a Marsiglia, dopo la Grande Guerra, alla quale aveva partecipato da ufficiale degli Alpini. Riuscì con molto esercizio a svilupparle e individuò le chiavi d’accesso a una dimensione superiore: il colore verde, il numero 5 e il sol, la quinta nota musicale.
Riusciva a compiere cose straordinarie, ad agire sulla materia, a leggere nel pensiero, a vedere l’aura delle persone, a diagnosticare, a ottenere guarigioni prodigiose, inspiegabili per la scienza. Sosteneva l’esistenza di un mondo parallelo, separato da un velo sottile, al quale poteva accedere. Era sempre molto disponibile verso chi gli si rivolgeva ed era un veggente sebbene non volesse riconoscerlo, come non ammetteva d’essere un guaritore. Però non poteva agire a comando, tutto succedeva inaspettatamente.
“Allora si trasformava in volto, sotto l’impulso di un’energia sconosciuta”.
Sensibile alla bellezza e all’arte, conservava nel suo appartamento oggetti di pregio, ma era consapevole della fugacità dei beni terreni, sapeva che tutte le cose “finiranno in polvere e che solo l’amore tra gli uomini è eterno, come eterno sarà il bene compiuto per aiutare un’altra creatura”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il salotto di Rol
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