Il testamento di Maria
- Autore: Colm Toibin
- Genere: Religioni
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
Uno dei maggiori scrittori irlandesi contemporanei riscrive in questo breve intenso romanzo il rapporto fra Maria e suo figlio, nei giorni della predicazione alle folle e poi in quelli drammatici della condanna e della crocifissione: è la madre stessa che ricorda, negli ultimi mesi della sua vita, e ritorna con il pensiero indietro, cercando ancora una volta di accettare il destino atroce che ha colpito il giovane amatissimo figlio e lei stessa, anche se lei non ha mai capito e tantomeno accettato quell’esito così drammatico.
Maria si racconta mentre insieme alla cugina Miriam raggiunge la casa di Lazzaro e delle sue sorelle, Marta e Maria. Il ragazzo è da tempo ammalato e le sorelle invocano il predicatore osannato dalle folle di venire a salvarlo; lui arriverà solo dopo che Lazzaro è morto e lo farà risorgere: sua madre assiste immobile e impaurita al “miracolo”, ma soffre nel vedere la distanza che la separa da suo figlio, che sembra quasi non riconoscerla e non gradirne la presenza. Tutti poi andranno a Cana per un banchetto nuziale e il modo in cui la madre racconta, che, seduta vicino al figlio tenta invano di convincerlo a nascondersi e a fuggire, è molto diverso dal racconto evangelico. Maria e il giovane sembrano separati da un muro invalicabile; Gesù, mai chiamato con il suo nome, è circondato da una sorta di aura che lo rende inavvicinabile e la madre cerca di richiamare alla mente le immagini della sua vita familiare, quando il bambino viveva con lei a Nazareth, per resistere alla solitudine e all’infelicità in cui si sente relegata.
Le pagine in cui la donna racconta la condanna, l’agonia e la morte del figlio sono di un forza e di una durezza pari alla disperazione che prova di fronte all’immensità di ciò di cui è testimone.
Solo uno sguardo unisce per un attimo la madre al figlio coronato di spine, poi lei sarà costretta ad allontanarsi dal colle insanguinato, pena la cattura sua e di Maria che l’ha seguita fin sotto la croce.
Il “Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi e il film di Pier Paolo Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo” sono i due capolavori che mi sono venuti in mente leggendo questo testo altamente lirico, una “Passione” in cui la figura della madre è solo e fortemente umana, lontana dalla agiografia cattolica che la vede dolente ma consapevole del grande piano di salvezza di cui il figlio di Dio si è reso protagonista. Insomma la storia vista dal punto di vista di una donna semplice, che avrebbe voluto invecchiare con il figlio accanto, travolta invece da una vicenda molto più grande di lei.
Il linguaggio e le immagini evocate dallo scrittore rendono il testo prezioso e, pur nella brevità del racconto, si coglie una tensione alta, una volontà di rileggere in chiave umana e familiare una vicenda che tutti abbiamo introiettato, che fa parte del nostro immaginario, così come lo scrittore ce lo fa rivivere nei sogni di Maria e della sua amica:
“Nel nostro sogno, prima di svegliarci facemmo in tempo a vedere che riapriva gli occhi, muoveva delicatamente le mani e le braccia, e gemeva flebilmente. Ma non sembrava soffrire, non sembrava ricordare ciò che aveva passato, anche se ne recava i segni su tutto il corpo. Ci limitavamo a reggerlo, e sembrava vivo”.
Questa è l’immagine della “Pietà” e quella della “Resurrezione” secondo la lettura di Colm Toibin. Lettura consigliata anche ai non credenti!
Il testamento di Maria
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