L’Automa
- Autore: Alberto Moravia
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2004
Alberto Moravia, uno dei più importanti autori italiani, e forse mondiali, del Novecento, in questa raccolta di racconti, intitolata “L’Automa”, descrive la condizione esistenziale dell’essere umano contemporaneo, il quale, sempre più influenzato dai mass media e assoggettato alla tecnica, si trasforma in una specie di robot, in un automa appunto, incapace di agire secondo una libera scelta e di riflettere.
L’attivismo spropositato proprio del modello produttivo-consumistico impone una vita attiva, ma non preceduta dalla riflessione.
La bieca esaltazione dell’attivismo, ossia di un insieme di azioni che non hanno un fine specifico, se non quello di compiere le attività dell’uomo di massa (produzione, consumo e distruzione di risorse) è propria dei nostri tempi, in cui ogni riflessione viene bandita come atto inutile. L’importante, insomma, è “fare”; perché e che cosa non ha importanza. Basta non rifugiarsi dell’ozio, questa parola tanto odiata dagli efficienti operatori della tecnica, e che, nell’accezione moderna, significa non far nulla, perdere tempo. Ma in realtà, l’etimologia della parola è ben diversa; ozio deriva da otium, che in latino significa pensiero. Nell’era della tecnica, pensare è una perdita di tempo. Bisogna solo agire.
Ed ecco che Alberto Moravia, con la sua pungente capacità di analizzare la psiche umana, descrive, nel primo racconto, due donne Stordite, che si fanno reciproche confidenze. Una di loro riferisce all’altra che il marito la tradisce, ma questa non si ferma a pensare sulla confidenza dell’amica; è incapace di riflettere. Come un uragano, escono dalla sua bocca frasi non connesse al discorso che si sta tenendo, e, trascorsi diversi minuti, dimentica di tutto, e chiede all’atra
“cosa mi dicevi di mio marito?”.
A mio giudizio, Alberto Moravia vuole insegnarci che l’azione è positiva, ma solo se preceduta dal pensiero, quell’ozio che tanto disprezziamo. Altrimenti, ci si trasforma in automi, appunto. E nemmeno si può dire che senza pensiero si diventi più pronti all’azione. Infatti, la metis greca, quell’intelligenza pratica, che trova soluzioni, ad esempio quella di Ulisse, non può che essere preceduta dalla riflessione.
Insomma, senza il pensiero, che ai moderni sembra solo perdita di tempo, il mondo si ferma; in questo modo, non si avrà più spazio per l’inventiva, ma solo per l’esecuzione di quei dettami a cui il potere vuole vederci assoggettati, riducendo la nostra vita ad un mero contratto.
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Complimenti, bella recensione, lo aggiungo alla lista dei libri da leggere!
Grazie mille Lorenzo, sono contenta che ti sia piaciuta! Buona lettura! Rosa