L’arringa di un pazzo
- Autore: August Strindberg
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2016
E vissero felici e contenti… conclusione da favola per realtà incontrate solo nella fantasia. E poi, che noia questa felicità perenne, l’uomo non è abituato e sarebbe un grande peso per lui, correrebbe in cerca di guai. Sicuro. All’uomo piace soffrire, essere tormentato, la sofferenza è la benzina che viene gettata sul fuoco dell’amore, la felicità costante invece è una secchiata d’acqua. Le belle storie d’amore sono quelle sofferte, tragiche e in questo romanzo, dall’ampio respiro autobiografico, August Strindberg descrive quindi l’amore tra un uomo e una donna, con la clausola spesso annessa nella quale uno ci tiene e l’altro no, uno è monogamo l’alto no, uno ama e l’altro tradisce o si suppone che tradisca.
L’arringa di un pazzo (Edizione Adelphi, 2016, traduzione di Francesco Bergamasco), uscito nel 1888 per la prima volta, si rivela essere un moderno affresco del legame matrimoniale e amoroso che lega un uomo e una donna. Scritto da uno dei massimi scrittori svedesi, è una lunga e tormentata confessione delle pene di un marito ingannato e disilluso dalla propria moglie. Un matrimonio in cui i coniugi diventano nemici, competono per la supremazia e si prendono i propri spazi liberi lottando per essi. Nonostante sia un classico di fine ottocento è una lettura che non ha nulla da invidiare ai libri contemporanei, non si sente alcuna pesantezza nello stile, sembra che Strindberg descriva un attuale rapporto di coppia, logoro, sfatto, imbrattato di bugie e disperazione, in cui l’amore si confonde con l’odio.
In ginocchio, Sansone; posa la tua chioma sulle sue cosce, premi le tue guance sui suoi fianchi, implora il suo perdono per le dure parole - che lei non ha affatto capito -, rinnega la tua ragione, abiura la tua fede, e amala! Non sei altro che uno schiavo! Tu che credi di avere la capacità di sovvertire il mondo, ti comporti da vigliacco davanti a una calza bianca. E lei, lei ti ama solo quando ti umili; ti compra con un minuto di spasimi che non le costano niente, dato che lei non ci perde nulla, mentre a te tolgono un’oncia del tuo sangue migliore. (...) Quelle gambe nere, che escono da una nuvola di gonne, mi ricordano una diavolessa! Sono due colonne funerarie che proteggono la tomba in cui smanio a seppellire milioni dei miei semi vitali, l’essenza del mio sangue. E per poter entrare senza remore in quella miscela di cielo e inferno, stringo un patto con il Mentitore.
L’arringa di un pazzo è anche una dedica alla femme fatale. La protagonista è la Nanà di Zola, la Nastàs’ja Filìppovna di Dostosevskij, la Laide di Buzzati e la Emma Bovary di Flaubert. Donne affascinanti, ribelli, dal forte carattere che ammagliano e una volta intrappolato nella loro rete l’uomo non ha più scampo.
L'arringa di un pazzo
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