La lettera B
- Autore: Lia Levi
- Genere: Libri per bambini
Il giornalista Luca Tognaccini riporta le domande e risposte della scrittrice Lia Levi, “italiana di religione ebraica”, come si è definita lei stessa, durante l’incontro con dei ragazzi in una scuola. Molte domande sull’ultimo libro, “La Lettera B” (Mondadori, 2003), con protagonista una dodicenne alle prese con un bambino indiano in affido ed una zia giornalista rapita in Afghanistan...
La lettera B: sembra proprio che tutta la vita di Ilaria si svolga all’insegna di questa lettera. Lei e i suoi vivono in una villetta bifamiliare in periferia, e i due anziani e bizzarri vicini sono per lei i signori Bi. Ma c’è anche Babu, il ragazzino indiano bi-adottato (è rimasto orfano due volte)... Infine, ecco l’irrompere della lettera A: l’arrivo della scorbutica cugica Alina, la cui madre giornalista è scomparsa in Afghanistan... In casa non c’è più pace!
- Esiste davvero Ilaria?
No, Ilaria è un personaggio anche se ricorda la mia nipotina tredicenne che parla un po’ come Ilaria di fantasmi adolescenziali tipo “nessuno parla con me” e cose di questo genere.
- L’incontro col ragazzo indiano è un invito alla tolleranza?
No, perché il bambino straniero risulta meno problematico della cugina grande che non si omologa.
- E’ un libro autobiografico?
No, è la storia di una ragazzina di oggi a cui presto i sentimenti di tante ragazzine di oggi. Io ho scritto un solo libro autobiografico, di quando dovetti nascondermi in un convento di suore in seguito alle leggi raziali fasciste antiebraiche. Ma i problemi di oggi sono diversi da quelli del ventennio fascista e si chiamano famiglia allargata e reality show.
- Come si diventa scrittori per ragazzi?
Difficile dirlo. Io per 30 anni ho fatto la giornalista ed ho scritto anche sceneggiati per la radio. Scrittrice sono diventata negli anni ’90 a 60 anni d’età. Studiando le fasce d’età dei ragazzi perché devi sapere quello che scrivi. Ci vuole realismo fantastico, mai noioso, sì all’avventura, linguaggio semplice senza parole difficili. “Amo le parole che camminano scalze”.
- E come si diventa scrittori di successo per grandi?
Primo: leggere, leggere, leggere non annoiandosi mai e non usando tecniche per analizzare i testi. Secondo: tanto studio può non bastare Devi usare la lettura e la scrittura come mezo tecnico ma devi imparare ad osservarti mentre vivi se vuoi scrivere bene. Iniziate con un diario. E poi pensate a Truffault; se copiò i 400 colpi senza volerlo, vuol dire che se lo fai anche tu, la letteratura ti ha formato.
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mi sono letta la lettera B è un bel libro.....