La moglie di don Giovanni
- Autore: Irene Némirovsky
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2013
Non si finisce mai con Irène Némirovsky. Non si può pensare che a un certo punto questa grande autrice non ha più potuto scrivere, perché morì di tifo nel campo di concentramento di Auschwitz.
La sua fu una vita spettacolare, un’ebrea che passò al cattolicesimo, che studiò alla Sorbona e parlava e capiva ben sette lingue. Residente a Parigi, come gran parte dell’aristocrazia russa dopo la Rivoluzione sovietica.
Il suo primo racconto lo scrisse quando aveva appena diciotto anni. Riuscì come poche altre a vivere come un’aristocratica e poi da stracciona quando venne arrestata. Il suo stile si fece sempre più simile ai mezzi toni cechoviani, anche se amava moltissimo la scrittura di Maupassant.
Adelphi iniziò a pubblicare le sue opere dal 2005, e proprio l’anno dopo uscì per la casa editrice questo racconto lungo dal titolo La moglie di don Giovanni (ora in Adelphi ebook, 2013, traduzione di Laura Frasin Guarino, curatela di Giorgio Pinotti).
È l’epistolario di una donna di servizio e non solo, perché aveva studiato di più degli altri domestici e si rivolge alla sua padroncina Miss Monique, ora grande, con già due figli piccoli.
La donna non sta bene, ha un tumore operabile, ma con pochissime speranze di successo. Ha solo una cinquantina di anni, ma si definisce già una vecchia. Afferma che ha bisogno di parlare con Miss Monique, per dirle la verità sulla sua famiglia. Ovvero I suoi genitori, entrambi aristocratici: il padre, un uomo di grandissima bellezza; e la moglie, Nicole, che vestiva senza grazia, già madre e dunque con la pancia un po’ rilassata, sapeva dei tradimenti continui del marito. Era una “famiglia” per modo di dire, il Signore ogni tanto si interessava dei figli, con delle carezze disattente, ma non rinunciando mai al suo egocentrismo. I figli, inoltre, dovevano ringraziarlo se lui si interessava un poco a loro. E la moglie stava lì a subire, a dare lei quel sovrappiù di amore che serviva alla prole.
Ma a un certo punto Nicole cede, quando il marito si innamora realmente di un’altra donna. Bella e sofisticata e anche lei sembra essere coinvolta dalla relazione. Clémence deve fare uno sforzo per rivangare quel passato. Un giorno non scrive a Miss Monique, si ostina ancora a chiamarla così, anche se ora è una donna sposata, perché i dolori sono insopportabili; ma quello che successe al padre è una cosa che non possiamo scrivere per non rivelare troppo. E poi chi era la vera Nicole, la madre di Monique?
Il finale di questo sublime racconto lungo racconta di una donna che era meno brutta e sgraziata di quello che voleva far vedere al mondo. In realtà aveva una sua tenebrosa bellezza, che metteva in mostra solo in camera sua.
La donna in questione ha sposato un uomo bellissimo, non perché era un Don Giovanni, ma per fargli capire a modo suo che la seduzione non è solo appannaggio delle belle forme e dei baffetti curatissimi. La seduzione proviene, spesso, da antri bui, da desideri che non si possono dire.
Semplicemente, a suo modo, la domestica, forse alla fine della sua vita aveva bisogno di dire alla figlia di Nicole che non ci sono patimenti e dolori da una parte e leggerezza di vivere e il piacere da un’altra. Che gli esseri umani sono terribilmente complicati, e hanno cuori di tenebra.
E una donna di servizio capisce che la cattiveria è figlia della noia; sentimenti che Cleménce non può capire fino in fondo, perché ha lavorato troppo, ha cucinato e servito e cucito tanto che a letto arrivava con una tale stanchezza, prendendo sonno subito.
Irène Némirovsky è un genio, perché capisce il cuore di una serva e anche il cuore di un’aristocratica che non ha mai messo piede in cucina, se non prima di cena.
Uno splendido racconto lungo.
La moglie di don Giovanni
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Irene Nemirovisky è semplicemente geniale... entra nel cuore delle emozioni....rimane nella memoria del lettore...più si leggono i suoi romanzi e più si vuole leggerli tutti...è poi rileggere di nuovo...grazie Irene Nemirovisky per ciò che ci hai donato