La sposa gentile
- Autore: Lia Levi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2010
La prima cosa che colpisce ne “La sposa gentile” di Lia Levi è la bellissima copertina: il profilo di una bella donna con una cloche calata su un volto intenso. Allude alla protagonista del nuovo romanzo della scrittrice, Teresa, una bella e sensuale contadina diciottenne, educata in un collegio di suore alla periferia di Saluzzo, nell’anno 1900. E’ lei la sposa gentile del titolo, la giovane cattolica per la quale Amos, figlio di una famiglia di vecchia tradizione ebraica, abbandona famiglia, relazioni, religione, abitudini. Figlio minore di Franchin Segre, Amos eredita dal padre ancora in vita una piccola attività bancaria che con la sua abilità farà fruttare diventando presto sempre più ricco e stimato nella piccola comunità. Ma al momento in cui, scartata la fidanzata ebrea che gli era destinata dalla famiglia, decide di unirsi a Teresa, dai lunghi capelli castani, florida e sana come la terra da cui proviene, che lo renderà padre felice di Nerina, prima, e di altri numerosi figli in seguito, egli diventerà trasparente ai suoi parenti e concittadini.
Lia Levi è straordinaria nel raccontare i dettagli del progressivo inserimento di Teresa nel mondo che il marito ha dovuto abbandonare per amore di lei; aiutata da Sarina, la severa figlia del rabbino Lattes, Teresa imparerà le tradizioni ebraiche, i riti di feste e benedizioni, accetterà di diventare una moglie presentabile nei salotti in cui il banchiere Amos è invitato. La famiglia ebrea che l’aveva respinta dovrà fare i conti con la saldezza dei suoi principi, la dedizione assoluta al marito e ai suoi desideri, la capacità di accoglienza e di apertura verso ciò che non conosce, che è diverso da lei, pur rimanendo sempre se stessa.
Sullo sfondo della narrazione, Lia Levi disegna lo sfondo storico in cui la vicenda si inserisce; la Belle Epoque, l’età giolittiana e il fermento per il voto alle donne,il cinquantenario per l’Unità d’Italia e le sue ottimistiche celebrazioni, la crisi del socialismo, la guerra mondiale, l’avvento del movimento fascista, fino a giungere, nelle ultime pagine del libro, alla sciagurata alleanza di Mussolini con la Germania hitleriana. Amos, pur avendo compreso da tempo che, malgrado la sua fortuna economica, un pericolo oscuro minacciava la serenità della sua famiglia e del suo mondo, un pericolo rimosso da quanti, nella comunità ebraica si sentivano italiani a tutti gli effetti, muore appena prima della promulgazione delle leggi antiebraiche del 1938. Teresa gli sopravviverà, non più ricca come prima, ma dopo la morte dell’adorato marito, non più ebrea...
Una scultura lignea del celebre Brustolon, una testa di Madonna col bambino, relegata in una stanza lontana, comparirà sul cassettone davanti al suo letto, simbolicamente a ricordare la sua devozione alla Vergine.
Lia Levi ci racconta di un’Italia in cui il tentativo di integrazione fra diverse fedi, diverse origini, avrebbe potuto essere possibile, ma le vicende storiche di allora, come quelle attuali, sembrano scoraggiare questi tentativi. Una lingua agile, una narrazione fluida, una grande capacità di analizzare i risvolti più riposti dei personaggi, ci consegnano l’affresco efficace di una società lontana nel tempo, ma vicinissima alla nostra sensibilità. Ancora una volta, come in "Tutti i giorni di tua vita" e nel fortunato "Una bambina e basta", Lia Levi ha fatto centro nel cuore dei lettori che ne conoscono la grande forza narrativa.
La sposa gentile
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bellissimo...intenso eppure pacato nei toni. l’ho letto in un solo giorno, una domenica di pioggia. non conoscevo lia levi ma adesso desidero leggere gli altri suoi romanzi. grazie
Come un acquerello: delicato, soave "gentile", cattura e avvince per la sua discrezione narrativa. Parole come tenui colori che però ben caratterizzano personaggi e situazioni che prendono forma e vita con lo svolgersi del racconto. Tutto è preciso, puntuale e fluisce nella Vita più che nelle pagine. Vicende autorevolmente collocate nel periodo storico di riferimento, ma tematiche del vivere quotidiano, del "sentire" di uomini e donne di ogni tempo.
La diversità può non impedire l’amore, ma sicuramente lo trasforma e lo sublima. È questa la lezione che Teresa, donna del popolo, dà a suo marito, un ricco banchiere.
Romanzo poetico e interessante sulla figura di una donna cristiana che sposa un uomo ebreo e gli dona una famiglia ebraica.
Teresa, la contadina, mostra una dolcezza commovente nel far felice suo marito, rinunciando alla propria fede e assimilandosi a quella del marito fino alla fine.
Ma è davvero possibile rinunciare a qualcosa che pure è una parte di sè?
Lia Levi semina dubbi anche se non fornisce risposte. Il lettore è libero di interpretare come crede.
Oltre a ciò, il romanzo dà uno spaccato della società di primo Novecento degli ebrei assimilati nella società e di quel che sarebbe accaduto loro dopo. È un romanzo anche su un pezzo di storia italiana poco conosciuta. I personaggi sono ben studiati a cominciare dai protagonisti.
Amos, il marito di Teresa, con il suo desiderio di ricchezza, la stessa Teresa con la sua dolcezza, ma anche le figure minori.
L’autrice inoltre parla delle feste religiose ebraiche, della fede e delle abitudini con notevole realismo , ma in modo sussurrato , senza mai giudicare. La sintassi è semplice, il linguaggio quotidiano e dolce.
Gli ambienti sono ben descritti anche se la parte legata a Teresa è trascurata.
Non sappiamo se non alla fine quanto la guerra influirà sulla sua vita e quella della famiglia, ma possiamo immaginarlo.
Possiamo solo dire che Teresa riuscirà a conservare la sua fede profonda nella vita nonostante le rinunce in parte subite in parte volute.
Lettura piacevole e istruttiva. Da consigliare caldamente.
Epoca: anno 1900.
Trama: Amos, ricco banchiere, figlio di una famiglia ebrea, scartata la fidanzata impostagli dai genitori, si innamora di Teresa, bella e sensuale contadina diciottenne, cattolica, (educata dalle suore di Saluzzo), e per amor suo abbandona famiglia, religione, società borghese. Dal matrimonio nascono Nerina e altri numerosi figli. Teresa, per compiacere il marito, impara le tradizioni ebraiche, i riti e le feste, e diventa una moglie presentabile nei salotti mondani. La famiglia di Amos, che l’aveva respinta, si scontra con la determinatezza di Teresa, la sua dedizione al marito, la capacità della nuora di aprire al “diverso”, pur rimanendo sé stessa. La vicenda si svolge sullo sfondo storico della Belle Epoque, l’epoca di Giolitti, la crisi del socialismo, il fermento per il suffragio universale (voto alle donne), la prima guerra mondiale, l’avvento del fascismo fino allo sciagurato Patto di Monaco. Amos muore alla vigilia delle leggi antiebraiche del 1938. Teresa gli sopravvive e diventa una “gentile” devota alla Vergine, di cui conserva una scultura lignea di Brustolon.
Tematiche: tentativo di integrazione di due diverse fedi, reso difficoltoso dal contesto storico in cui si svolgono gli eventi.
Riuscito e ben delineato il personaggio femminile di Teresa. Narrazione fluida, pacata e scorrevole di piacevole lettura.