La trappola di Franco Marcoaldi

Le trappole della vita sono ovunque, nelle leggi della natura, nella politica e anche nell’economia, che oggi più che mai domina il mondo. Ma sono soprattutto dentro la mente degli uomini. Hanno la forma di regole, meccanismi, abitudini, falsi obiettivi che provocano angoscia e allontanano dalle gioie più autentiche. (quarta di copertina)

Franco Marcoaldi, classe 1955, scrittore da tempo ritiratosi sulla laguna di Orbetello ma sempre presente sulla scena letteraria italiana attraverso pochi - ma buoni- contributi in forma di prosa o poesia, ha appena pubblicato la sua ultima raccolta di poesie dal titolo "La trappola" (Einaudi, 2012).

Starà al lettore maturo e attento la ricerca delle diverse trappole che ingannano l’uomo contemporaneo, tra cui il tarlo dell’infelicità sta corrodendo le legnose membra di un animale la cui socialità era proverbiale oppure , com’era prevedibile, il denaro, quell’entità sonante che con il suo perpetuo tintinnare vi divora i giorni.

I cinque sensi sono sollecitati in queste liriche, ora brevi, talvolta brevissime, ora grevi ma sempre significative. La vista, l’olfatto e ancor più spesso l’udito si attivano alla ricerca di immagini, attimi, sensazioni delicate o più incisive.
Un esempio?
L’ultima poesia del libro ci richiama ad un grande valore quanto mai dimenticato:

E poi c’è quella cosa meravigliosa

che è il silenzio. C’è quello spazio

tempo vuoto e denso che lascia

tutto com’è, impregiudicato:

prima del prima e dopo il dopo,

grembo dell’infinito nulla

e del creato.