La vita invisibile di Addie LaRue di V. E. Schwab

Il romanzo La vita invisibile di Addie LaRue di V.E Schwab (Mondadori, 2020, trad. di Marina Calvaresi) ci trasporta nel paesino di Villon-sur-Sarthe, in una Francia del 1714. La protagonista Adeline LaRue è bloccata in una realtà che le sta fin troppo stretta. È confinata in quel pezzetto di terra, con quelle solite persone. Questa camicia di forza che è la sua vita non le lascia altra scelta che sognare. Per tutta la sua giovinezza non fa altro che immaginare posti lontani, navi che solcano il mare, balli a Parigi. Adesso però ha ventitré anni e sognare non può farla sfuggire alla realtà: vogliono che si sposi, costringendola a donare la sua vita, il suo corpo e la sua libertà ad un uomo qualsiasi, perché è questo che fanno le ragazze.
Ma Adeline non ha intenzione di sprecare la sua vita.

Estelle, una signora del paese ritenuta pazza per la sua convinzione che gli dèi esistano e li ascoltino e che non sempre siano buoni, vista travolgersi dalla curiosità di Adeline verso le sue credenze, la mette in guardia dagli dèi in ascolto dopo il tramonto.
La disperazione però non è amica della saggezza.
Adeline non si arrenderà senza tentarle tutte. Così, quando il tempo è ormai agli sgoccioli e il sole è calato all’orizzonte, corre tra gli alberi e prega.
Riesce a sfuggire alle sbarre del matrimonio e di una vita convenzionale: gli dèi l’hanno ascoltata e ora è totalmente libera di appartenere solo a sé stessa e di avere tutto il tempo che desidera per vivere le avventure che fino a quel momento sono state solo un sogno. Ma tutto ha un prezzo.

Siamo a New York, anno 2014. Adeline non è più la stessa di qualche secolo fa, i sogni sono diventati incubi, la libertà una prigione di solitudine. Nessuno ha ricordo di lei. Di lei non rimane nessuna traccia. È come se non esistesse.
Un giorno, però, viene vista. Viene ricordata.

V.E. Schwab voleva studiare astrofisica, ma cambia idea quando si approccia ai corsi d’arte e letteratura. I suoi libri sono generalmente fantasy dai toni un po’ cupi e questo non fa eccezione. Classificarlo solo come fantasy sarebbe riduttivo: si tratta di una celebrazione dei libri, delle parole e della memoria. Se non potessimo essere ricordati, si potrebbe ancora definire vita?
Con stile semplice e scorrevole, l’autrice alterna il racconto di una vita che solo la protagonista ricorda e il racconto di una vita che qualcuno ricorderà.