La vita paga il sabato
- Autore: Davide Longo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Sono le cinque e mezza di mattina quando il commissario Vincenzo Arcadipane riceve una chiamata dal suo vice Pedrelli: il caso — un morto e una donna scomparsa, “una cosa fuori provincia” — non sarebbe di loro competenza, ma il dirigente generale ha chiamato per chiedere espressamente che sia Arcadipane a occuparsene.
Inizia così La vita paga il sabato di Davide Longo, da poco edito per Einaudi.
Il tempo di riportare a casa il cane sfuggito alla sorveglianza di una donna in vestaglia per le strade di Torino, ed ecco Arcadipane e Pedrelli in viaggio verso la valle di Alve, nel Cuneese, per raggiungere Clot: un grumo di case più vecchie che antiche, una piazzetta, un albergo, la chiesa, legata al paese dalla traccia di un sentiero, e il cimitero.
Più su, a Gias Vej, dopo una telefonata anonima, è stata ritrovata una Jaguar ferma in mezzo al prato, fari e motore spenti. A bordo, l’uomo con le mani legate al volante di cui è stato constatato il decesso per asfissia dovuta a strangolamento, è Terenzio Fuci, ottantasette anni, residente a Roma e titolare della casa di produzione cinematografica Veronica Film, fratello di Amilcare Fuci, il politico, due volte ministro ed eminenza grigia della Democrazia cristiana fino alla sua morte, avvenuta nel 1988.
Con lui c’era la moglie, l’attrice Vera Ladich, “Mademoiselle le look”, per il suo modo imprevedibile di fissare la camera e dire una manciata di parole con uno sguardo tutto particolare. Della donna non c’è traccia, ma sul sedile del passeggero è evidente una macchia di sangue e, a complicare le indagini, il fatto che sulla scena del crimine, attorno all’auto e su tutto il prato non c’è una sola impronta di scarpa, a parte quella dei due carabinieri che per primi hanno raggiunto il posto.
Il legame fra quei luoghi e le vittime — la moglie di Fuci potrebbe essere stata rapita o uccisa — è profondo: Vera Ladich, ovvero Anna Mattalia, è nata nel 1946 a Clot, dove, nel 1958 sono cominciati i lavori per la costruzione di una diga a opera della Ica, una società statale creata proprio da Amilcare Fuci. Sempre a Clot, a pochi mesi dall’inaugurazione dell’impianto, Terenzio, che a trentasei anni era già titolare della Veronica Film e alla ricerca di volti per lo schermo, aveva notato una giovane sedicenne, di cui si era invaghito. Nonostante i genitori avessero firmato l’autorizzazione a contrarre matrimonio, la data di nascita di Anna Mattalia era stata anticipata di due anni, così da mettere tutti al riparo dai pettegolezzi. Se all’epoca c’erano state polemiche, avevano riguardato piuttosto la costruzione della diga. Dopo il suo trasferimento a Roma, una nuova identità e una brillante carriera di attrice inspiegabilmente interrotta dopo l’ultimo film del 1973, Vera non è più tornata a Clot, fino a quest’ultimo, drammatico, viaggio.
Lo scrittore Davide Longo, che a Torino vive e insegna scrittura presso la Scuola Holden, ha inaugurato la serie di successo Bramard-Arcadipane nel 2014 con Il caso Bramard, cui ha fatto seguito, nel 2018, Così giocano le bestie giovani e Una rabbia semplice del 2021.
“Per dire che anche se tardi la vita presenta il conto.”
Anche ne La vita paga il sabato ritroviamo il commissario Arcadipane, goloso di caramelle sucai, con la sua vita familiare, sentimentale e relazionale complicata, e Corso Bramard, il suo ex capo ora malato e reduce da un delicato trapianto, mentore, amico e, dopo tanti anni, ancora oggetto misterioso, che quanto a complicazioni non è da meno.
Caso dopo caso, Arcadipane ha visto Bramard rimanere in disparte sulla scena del crimine, non saltare subito alle conclusioni, ma cercare di percepire la vibrazione data da ciò che in un certo luogo è successo: un assemblato di intuito, logica, esperienza, cinismo, grammatica dell’umano e perizia nel mescolare gli elementi. Non solo vedere che cosa è accaduto, ma essere in grado di farlo vedere agli altri e quindi comprendere.
Arcadipane, spesso in preda a elucubrazioni mentali che lo distraggono, ha imparato a non fare ipotesi affrettate e a cercare una domanda piccola e modesta da cui partire, prima di chiedersi “Chi è stato?”. Una domanda che in questo caso è:
“Che cosa ci facevano Fuci e la moglie in questo posto, di notte, su una Jaguar targata Roma?”
La risposta è alquanto complicata ed è legata al passato, anche molto lontano, di Clot e dei suoi abitanti, a un’antica pratica sessuale pagana sopravvissuta alla Controriforma, a una diga costruita in un luogo di antichi disastri, a sentimenti di vendetta e all’estremo tentativo di riparare a un torto a lungo subito.
Ambientato tra un paesino di montagna, immerso a seconda dei momenti nella luce o nella pioggia autunnale, Torino e una Roma che può assumere persino toni di fucsia, La vita paga il sabato è un romanzo permeato di “piemontesità”: i paesaggi, il carattere dei personaggi, mai banali e scontati — soprattutto le donne: Isa, Ariel, Mariangela, Martina, la piccola Ester… —, un certo modo di affrontare la vita e, soprattutto, la loro irresistibile, a volte inconscia, ironia.
Perché, come ammette Arcadipane:
“Dopo cinquant’anni a Torino non si era ancora rassegnato al fatto che l’umorismo nei piemontesi, come nelle vecchie stufe elettriche, ha solo due modalità: spento o acceso, niente termostato”.
La vita paga il sabato (I casi del commissario Arcadipane e Corso Bramard Vol. 4)
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La vita paga il sabato
Lascia il tuo commento