La voce d’oro di Mussolini di Sandro Gerbi

La voce d’oro di Mussolini (Neri Pozza, 2021) di Sandro Gerbi racconta la “Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre volte”, come recita il sottotitolo del testo. Nata a Firenze il 17 marzo 1905 e morta a Washington il 22 giugno 1989, Lisa Sergio è stata una giornalista e scrittrice italiana naturalizzata statunitense. Annunciatrice radiofonica nell’Italia di Mussolini, divenne negli Stati Uniti una delle principali voci radiofoniche antifasciste e una delle prime donne ad avere un proprio programma di cronaca radiofonica.

“Nell’Italia fascista la cosa più fascista che le donne possano compiere è quella di pilotare molti figli. Il pilotaggio (degli aerei) è una cosa molto seria che deve essere lasciata agli uomini”.

Una frase esecrabile, politicamente scorretta al giorno d’oggi, che farebbe inorridire la femminista più incallita, ammesso che ce ne siano ancora, ma che nell’Italia fascista del 1934 non stupiva nessun nostro connazionale. Per amore della cronaca, occorre citare l’autore della frase, Benito Mussolini, il quale così telegrafava al prefetto di Bologna dopo aver letto su un quotidiano un’inserzione che invitava le donne a iscriversi al club aeronautico del capoluogo emiliano. Del resto, la condizione della donna era ben chiara: doveva essere la “custode del focolare”, occuparsi della famiglia, procreare, e non competere con gli uomini sul mercato del lavoro.

Elisa Maria Alice Sergio, figlia unica di Agostino Sergio, napoletano di buona famiglia, ma senz’arte né parte, e di Margherita Fitzgerald, figlia di due facoltosi americani, quando Mussolini andò al potere, a fine ottobre del ’22, aveva solo diciassette anni e mezzo, eppure desiderava affrancarsi dalla madre, il padre era mancato nel 1915, e dagli obblighi sociali dell’epoca. Miss Sergio, trilingue perfetta (italiano, inglese e francese), ambiva a un’esistenza che non si limitasse alla procreazione, infatti, non si sposò mai e non ebbe figli, e il lavoro sarebbe stato per lei insieme fonte di ispirazione e sostegno psicologico.

Sandro Gerbi, attraverso documenti, scritti e lettere, ricostruisce l’esistenza della pioniera delle commentatrici radiofoniche, responsabile, dal 1933 al 1937 dei programmi per l’estero in lingua inglese della radio fascista, l’EIAR. Voce ufficiale del regime fascista nei programmi a onde corte in inglese destinati all’estero, Lisa Sergio, bella, seducente, intelligente, splendida voce, aveva raggiunto negli anni Trenta del Novecento una vasta popolarità nei paesi anglosassoni da guadagnarsi l’appellativo di “The golden voice of Rome”. Lisa, essendo cresciuta parlando in casa sia italiano sia inglese, una novità per quei tempi, traduceva quasi simultaneamente in inglese e francese i discorsi roboanti ed enfatici del duce, finché le sue modificazioni ai commenti della propaganda la costrinsero a dimettersi dalla radio di Roma.

Nel 1937, Sergio, proprio mentre stavano per arrestarla sia per la sua relazione con il genero del Duce, Galeazzo Ciano, sia perché sospettata di diffondere notizie tendenziose sul regime, s’imbarcò come clandestina a bordo di un transatlantico aiutata da Guglielmo Marconi, amico di famiglia, che scrisse per lei una lettera diretta a David Sarnoff, chairman della Radio Corporation of America. La vita avventurosa di Lisa Sergio da allora in poi si sarebbe svolta negli Stati Uniti, dove, una volta rinnegato il fascismo, avrebbe ottenuto una brillante carriera. Nella sua seconda patria, dove divenne più popolare che in Italia, Lisa Sergio dal 1939 al 1946 fu stimata commentatrice politica della stazione radio WQXR, inoltre insegnò analisi della propaganda alla Columbia University. Non solo. Lisa Sergio, amica di personaggi del calibro di Eleanor Roosevelt e Martin Luther King, scrisse molti libri tra i quali Rebel in Radio, sulla propria esperienza alla WQXR, e I Am My Beloved, sulla vita di Anita Garibaldi, un’altra femminista ante litteram, proprio come lei.