Le origini di Roma. La fondazione dell’Urbe tra verità e leggenda
- Autore: Raymond Bloch
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Se agli Etruschi non avessero fatto difetto la tenacia e la perseveranza, sarebbe stata quell’antica gente a unificare la penisola italica, prima dell’ascesa di Roma, ma quelle qualità appartenevano proprio ai Romani e unite alla solidità dell’organizzazione politica e militare consentirono a un popolo meno geniale e progredito di superare le avversità che avevano ostacolato i raffinati abitanti dell’Italia centrale. Lo ha sostenuto oltre settant’anni fa l’etruscologo, latinista e storico parigino Raymond Bloch (1914-1997), in un saggio fondamentale che risale al 1946, pubblicato in ristampa anastatica dalle milanesi edizioni Res Gestae nel 2020. Le origini di Roma. La fondazione dell’Urbe tra verità e leggenda (212 pagine). Uno studio basilare, senza precedenti, che ha ispirato quelli successivi sulle dinamiche dello sviluppo di una civiltà italica che in breve tempo avrebbe dominato il mondo conosciuto.
Fino a Bloch nascita ed espansione della Roma arcaica venivano considerate “fenomeni unici”, a suo dire. Si ritenevano nate da condizioni geografiche ed etniche del tutto peculiari e da “necessità intrinseche” non meglio identificate.
In pratica, dagli inizi mitologici e semi-leggendari della lupa capitolina e dei gemelli di paternità divina si passava in un colpo solo ai sette re, alla repubblica e all’impero, quasi fossero un’ovvia conseguenza l’uno degli altri. Era una visione unilaterale, che faceva di quella romana una civiltà distinta dalle altre italiche, perfino estranea e legata alla nobile storia dell’antica Ilio, secondo l’elegante tradizione virgiliana. Fino al Novecento, perfino i grandi classici di Montesquieu e Gibson sulla grandezza e decadenza dell’Urbe ricadono nell’augusta interpretazione delle origini sostenuta dagli storici romani, che non collegarono mai la crescita di Roma alle realtà locali, di cui non conoscevano niente.
Lo studioso si affranca quindi dalla comunque affascinante mitizzazione letteraria della nascita improvvisa di Roma, nel 753 dell’era precristiana. La colloca invece come portato dello sviluppo delle popolazioni proto-italiche, in grande fermento sociale, politico e culturale. Alcune, nel Meridione, avvertivano l’influenza della grande civiltà greca, mentre nel Centro fioriva la civiltà etrusca, culturalmente e tecnologicamente avanzata ma caratterialmente labile. Roma sarebbe quindi in debito tanto coi Magno Greci che con gli Etruschi.
Innamorato dell’Italia, Bloch ha lavorato a lungo nel nostro Paese, tra la Scuola francese di Roma e la direzione degli scavi di Bolsena e Casalecchio, fino al 1965. I suoi studi sulla cultura, il pensiero e la religione etruschi, gli fecero maturare la tesi di un legame nativo con le civiltà orientali mediterranee. Il seme sarebbe stato gettato in epoca villanoviana da mercanti fenici e naviganti approdati nel Centro Italia tirrenico da rotte egee e nordafricane. Più avanti, attraverso gli Etruschi si sarebbe verificata l’ellenizzazione della cultura romana, influenzata dall’affascinante mondo greco.
Le ipotesi dello studioso parigino si basavano sui progressi dell’archeologia e della linguistica, che ai suoi tempi cominciavano a delineare un ampio quadro di presenze culturali in tutta la penisola. Da Nord a Sud, si erano manifestate numerose civiltà e il Lazio, in cui è sorta Roma, era cuscinetto tra i due mondi superiori nell’VIII secolo a.C. Senza l’influenza dell’Etruria a settentrione e della Magna Grecia dal Sud, la storia dell’Italia e dell’Europa sarebbe stata diversa.
Bloch sostiene che nel periodo dall’VIII al V secolo precristiani, che corrisponde alla monarchia romana, perdurava un mondo tirrenico arcaico, esteso nel settore occidentale dell’Italia centrale, dall’Etruria, al Lazio e alla Campania e in cui Roma andò esercitando un ruolo sempre più definito.
Gli esempi dello storico francese riportano alla fase del declino della monarchia e della nascita della repubblica, tanto caratteristiche della vicenda romana, ma che non si devono considerare esclusive, perché si ritrovano pari pari nella realtà coeva dell’Italia centrale. In molte civiltà e città si verificarono esperienze analoghe: a re o lucumoni si sostituirono oligarchie di famiglie ricche, che dettero vita ad amministrazioni rette da magistrature individuali o collegiali, comunque non dinastiche e soprattutto elettive.
I latini erano quindi uno dei tanti popoli di origini diverse, sebbene vada considerato che l’Italia sia entrata solo lentamente sulla via del progresso: fino al secondo millennio a.C. non era cresciuto niente di paragonabile alle brillanti civiltà del Mediterraneo orientale. Dal Neolitico cominciarono a mostrarsi presenze in evoluzione, testimoniate dai ritrovamenti archeologici.
Interessanti le differenze nel culto dei defunti, tanto rilevante nelle comunità arcaiche. Nell’Italia centrale e appenninica si praticava l’incinerazione, nel Meridione si faceva per lo più ricorso all’inumazione del corpo del defunto e le armi in pietra erano intanto sostituite da manufatti in bronzo o in ferro.
Bloch prende tra l’latro in considerazione l’evoluzione della civiltà romana dalle origini: l’argomento è indubbiamente vasto, i temi molteplici, ma la passione dello studioso prevale:
“I fatti indicati dalla tradizione vanno analizzati con cura multidisciplinare, anche se indagini attente confermano che il racconto idealizzato nasce da una solida base di fatto. Quindi, una gran parte del racconto antico delle origini può passare dal piano della leggenda a quello della storia”.
Il volume Le origini di Roma. La fondazione dell’Urbe tra verità e leggenda è arricchito in appendice da un centinaio di immagini di siti, figure e manufatti.
Le origini di Roma. La fondazione dell'urbe tra verità e leggenda
Amazon.it: 16,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le origini di Roma. La fondazione dell’Urbe tra verità e leggenda
Lascia il tuo commento