Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Casa editrice: Rizzoli
"Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali" (Milano, Rizzoli, 2001), curato da Roberto Scarpa, presenta un vocabolarietto di parole che compendiano i quarant’anni di regia teatrale di Camilleri. Ogni voce, da “Arlecchino” a “Testo”, non si risolve però in un elenco di definizioni, ma diventa l’occasione per il racconto di un ricordo, di un episodio, di una figura, di frammenti esperenziali che sorprendono e suggestionano.
In una sorta di narrazione memoriale intitolata Il viaggio teatrale, che segue al dizionario e che è il testo dell’intervento tenuto il 18 gennaio del 2001 agli studenti del teatro “Verdi” di Pisa, Camilleri dice:
«Teatro? Ve ne parlerò e ne parlerò anche a me stesso partendo da una storiella. In fondo mi trovo così bene con le storielle, come Benedetto Croce con i grandi sistemi. Eccola. Vent’anni fa, con una mia figlia allora sedicenne, avevamo preso l’abitudine di farci, reciprocamente, degli scherzi terribili. Lo scherzo preferito consisteva nel mettere in imbarazzo, se era da parte sua, il padre e, se era da parte mia, la figlia, davanti ad un pubblico. Era una sfida infernale che poteva diventare diabolica. Una sera andammo a teatro assieme e lei decise di vendicarsi; così, nell’attimo in cui le luci del Teatro Valle cominciavano ad abbassarsi, con voce di bambina stupida, non cresciuta, facendo in modo che tutti la sentissero e che, di conseguenza, io potessi essere dileggiato dai vicini, disse: "Papino, papino ho paura". Tutti risero. In realtà stava dicendo una verità assoluta, di cui mi sono accorto solo molti anni dopo. Noi, in quel preciso momento in cui si spengono o si abbassano le luci, non proviamo nessuna paura per il semplice motivo che siamo degli incoscienti puri e totali. Il teatro può fare un danno o un bene spaventosi. Il viaggio dentro il teatro di un uomo che ha fatto teatro è, inevitabilmente, la storia della sua vita.»
Poche le pagine del racconto, ma godibilissime per vivace concretezza e per il modo espositivo. Ammaliante come in una conversazione. E tanti, tra atmosfere e psicologie gli spunti di riflessione da cui affiora la metafora del teatro come viaggio. Ecco la sintesi: gli spettatori si imbarcano su uno shuttle spazio-temporale e dalla sala raggiungono il palcoscenico, dove gli attori stanno ad aspettarli. Effettuandosi tale spostamento nel buio, dato che nella sala le luci sono ormai spente, una sensazione di paura viene inizialmente esperita dal pubblico. Poi è la volta della concretizzazione dell’idea di teatro: gli spettatori, estraniandosi dal loro presente, si compenetrano nello spettacolo, mentre l’attore, sdoppiandosi, da interprete diventa personaggio nel suo viaggio. In altro breve paragrafo sono riportate alcune domande con le risposte di Camilleri, dove egli dice:
“Il teatro (…) è intricato dentro il mio modo di raccontare: l’uso dei colpi di scena, dei nodi drammatici che sono all’interno di ogni struttura drammaturgica, il disseminare una serie di piccoli segni che poi confluiscono in un evento rivelatore, il procedere, molto precisamente, per dati di conoscenza trasmessi al pubblico”.
Un vero e proprio regalo ai lettori, dunque, questo libro il cui pregio è quello di immettere nei sentieri di una lunga esperienza narrata in prima persona. Più che altro, va gustato sorso dopo sorso senza sensazioni di noia.
Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali
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