Le pause della vita di Maria Messina

“Le pause della vita” (Edizioni Croce, 2017, introduzione e cura di Flavia Rossi) di Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 - Pistoia, 19 gennaio 1944) apparso per la prima volta in tre puntate su Nuova Antologia tra il 16 marzo e il 1° maggio del 1926 e pubblicato in volume da Treves nello stesso anno, viene ora rieditato dalla casa editrice romana. Il progetto di recupero delle opere di Maria Messina è diretto da Salvatore Asaro.

“Non tornare più, Matteo. Tu hai fatto parte della mia esistenza, come l’aria che si respira: e io non lo sapevo. Non ti avevo dimenticato: e non lo sapevo. Ma non tornare più. Siamo stati troppo lontani. Una pausa, dici tu. Ma le pause della vita non somigliano a quelle dei dialoghi”.

È venato da un sottile ma tenace pessimismo il romanzo dell’autrice e non solo perché la stesura del testo andava di pari passo con l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche. Maria Messina soffriva di una tanto grave quanto inesorabile malattia: la sclerosi a placche, malattia che gradualmente l’avrebbe costretta a ritirarsi dalla scena pubblica. Tutto questo avveniva mentre negli anni Venti, Maria Messina acquistava una meritata notorietà artistica. Donna sensibile, capace di dare voce al proprio cuore attraverso la descrizione della psicologia delle protagoniste dei suoi libri, donne oppresse dalla vita, spesso vittime della crudeltà fisica e mentale degli uomini.
Romanzi denuncia, quindi, che letti quasi un secolo dopo la pubblicazione appaiono di una straordinaria attualità.

È il caso di Paola Mazzei la cui triste vicenda si muove tra Arezzo, la provincia di Firenze e la stessa Firenze. La giovane compie un tragico errore e per espiare fa una scelta drastica che le cambia la vita. Ma d’altronde

“Nessuno è libero di se stesso: nel farci male noi dobbiamo inevitabilmente ferire qualche altro che è legato a noi da fili invisibili e tenaci”.

Come accade molto spesso anche nella vita reale l’esistenza di Paola è stata condizionata dal comportamento dei genitori: se il padre ha abbandonato la famiglia, la madre Tina è una donna austera, severa e autoritaria. Fa da contrasto l’indole mite di Federigo, lo zio paterno, insieme con il quale madre e figlia vivono in un casolare dopo che il fratello di Paola è partito per il fronte del primo conflitto mondiale. L’unico conforto di Paola è la scrittura ma le ambizioni della ragazza si riveleranno fallaci. Anche la relazione con Matteo, un ex compagno di scuola di Paola, sarà destinata al fallimento. Maria Messina nelle toccanti pagine de “Le pause della vita” ricorda che

“Tutto avviene bruscamente nella vita: il male e il bene. Ma il bene giunge troppo tardi, quando non siamo pronti a riceverlo”.

Ed è infatti questa la cupa morale attorno a cui ruota il romanzo, come sottolinea Flavia Rossi.

“Si avviò, risoluta. Nei grandi occhi velati di passione luccicava una lacrima che faceva splendere la strada senza sole”.