Le piccole virtù
- Autore: Natalia Ginzburg
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
Le piccole virtù di Natalia Ginzburg è un volumetto che contiene una raccolta di saggi pubblicati su vari giornali e riviste tra il 1944 e il 1960, escluso Lui e io, ancora inedito all’epoca della prima edizione del libro, del 1962 per Einaudi. Gli argomenti trattati sono di diversa natura, ma appare come un elemento costante il riferimento diretto alla vita dell’autrice, presente sempre in prima persona. Si potrebbero dedicare pagine di riflessioni a ciascun saggio per la tanta ricchezza dietro all’apparente semplicità che può essere scambiata, a tratti, persino per ingenuità. Non è ingenuità, naturalmente, ma “solo” onestà intellettuale e capacità di svelare attraverso parole e pensieri cristallini, verità profonde. Il destino immutabile e una umanità senza tempo affiorano dalla descrizione della quotidianità in terra d’Abruzzo, la regione nella quale ha trovato ospitalità durante la guerra.
“C’è una certa monotona uniformità nei destini degli uomini. Le nostre esistenze di svolgono secondo leggi antiche e immutabili, secondo una loro cadenza uniforme e antica.”
Un lucidissimo e quasi umoristico confronto tra l’Inghilterra e l’Italia, che sembra proprio l’Italia di oggi; la complessa personalità dell’amico Cesare Pavese in Ritratto d’un amico, forse ancora meglio di quanto abbia scritto in Lessico famigliare.
“Perchè sentivamo che lui, in qualche sua maniera misteriosa, ci aveva sempre accuditi e protetti. Era più che mai presente, su quella proda della collina.”
E poi Il mio mestiere, dove spiega l’essere scrittore (Natalia non amava essere definita scrittrice), l’incapacità di fare altro che non fosse scrivere e la difficoltà di conciliare il mestiere con l’essere madre, anticipando il problema della compatibilità tra lavoro e famiglia vissuto da molte donne.
“Lo stato d’animo in cui siamo quando ci mettiamo a scrivere condiziona estremamente quanto si scrive. Se siamo felici la fantasia agisce liberamente; quando siamo tristi la fantasia resta immobile e siamo indotti a guardare dentro di noi.”
Gli ultimi due saggi, infine, I rapporti umani e Le piccole virtù, da cui il titolo del libro, sono due autentici gioielli, soprattutto per la modernità del pensiero e per la carica umana e pedagogica che Ginzburg riesce a esprimere.
“Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi.”
Tutto ciò, e ancora dell’altro in un libro piccolo, agile e pieno di pensieri della migliore qualità, scritto con una prosa di una semplicità e chiarezza da fare invidia. Natalia Ginzburg descrive e disegna e poi inventa contrasti insospettabili e spiazzanti, ma riesce a farlo con naturalezza e candore. Non c’è mai la ricerca dell’eclatante, dell’effetto sorpresa e non ci sono voli infiniti di fantasia o filosofie immerse nella nebbia, ma solo concretezza. Ogni saggio reca in sé verità profonde, ma lontane da ogni astrattismo: tutto è rapportato all’esistenza della gente comune immersa nel proprio quotidiano, tra memoria e ricordo. Qui c’è solo qualche breve nota, nell’impossibilità di poter andare verso la profondità che i testi meriterebbero, ma ciò dovrebbe bastare per consigliarne la lettura e la rilettura.
Le piccole virtù
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