Le voci della sera
- Autore: Natalia Ginzburg
Siamo abituati alla pacatezza e alla brevità delle frasi di Natalia Ginzburg, famosa per un libro gioviale e pensoso come "Lessico familiare" o alla precisione de "La famiglia Manzoni".
In realtà, la cifra stilistica della scrittrice è la malinconia, la finitezza dei rapporti amorosi, l’incombere della morte, il suo amore per la famiglia di origine.
Italo Calvino, che la conosceva benissimo avendo lavorato nella redazione dell’Einaudi di Torino per molto tempo, su questo libro ha un’idea precisa:
"Le voci della sera è una storia di persone che cercano di sotterrare i pensieri, d’identificarsi soltanto nei gesti che compiono e nelle parole che dicono e finiscono per ritrovarsi strette in una morsa di assurdità e di dolore".
In questo libro (che vinse lo Strega nel 1963) la voce narrante è Elsa, che parla di una famiglia, senza specificare gli anni, né il luogo in cui vivono queste persone, ma si capisce al volo che stiamo in Piemonte, in una famiglia delle campagne di Torino.
A noi rimangono impressi i figli di casa Balotta, ai quali si aggiunge il Purillo che è un estraneo adottato.
Leggiamo la storia di Tommasino, che si fidanza con Elsa, come abbiamo già detto, la voce narrante. Piccoli battibecchi tra loro, che non riescono a non pensare alle rispettive famiglie così diverse. C’è come un fraseggio tra di loro e ne riportiamo una breve parte:
"Perché tu non sei innamorato di me – dissi. – Questa è l’unica spiegazione. – Nella tua vita, – dissi, – da quando io esisto per
te, non c’è nessun cambiamento. – E per questo, – dissi, – vai almanaccando, se m’avessi incontrato all’estero, se tutto fosse successo in un altro modo. E invece per me va bene, cosí com’è andata. Che abbiamo giocato insieme, da bambini, con dei brutti grembiali. – Eri tu che avevi dei brutti grembiali, – disse. – Io,
in vita mia, mai ho portato grembiali"
Non c’è tenerezza, ci sono sempre piccole e grandi cose che non vanno tanto che Italo Calvino scrive in una lettera:
"io per esempio naturalmente soffrivo molto di più per Tommasino a vederlo andare a sposarsi senza voglia, perché tu dai a ogni lettore la libertà di soffrire per chi gli pare."
Con la bella appendice di Domenica Scarpa, l’edizione Einaudi del 2013 è da non perdere.
Le voci della sera
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