Marnie
- Autore: Winston Graham
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2014
"Ronnie, tesoro, non sappiamo cosa farcene di un uomo.”
È la dichiarazione manifesto che afferma la protagonista all’inizio del libro e il lettore intuisce subito la personalità della donna. Marnie Elmer ha solo ventitré anni ma ha un vissuto abbastanza gravoso alle spalle, la giovane è un’abile ladra che dopo aver lavorato in varie ditte trova il modo di derubarle e scappare. Si definisce “non molto sociale” e ogni qualvolta mette a segno un colpo cambia pelle, identità, si tinge i capelli e acquista nuovi capi d’abbigliamento, recandosi in un’altra città per ricominciare tutto da capo.
“Scarpe, calze, abito, non era solo prudenza da parte mia, era così che mi piaceva fare le cose.”
Niente sembra toccare Marnie, che non prova nessun sentimento per il prossimo e fugge via dalle proprie emozioni, ama solo il suo cavallo Florio, appare felice solo in sella al cavallo e galoppa lontano da tutti e da tutto: fuggire, scappare ma da cosa?
Tutto sembra procedere secondo i piani stabiliti fino al giorno in cui la ladra conosce nella ditta tipografica, dove ha trovato lavoro come vice cassiera grazie alla sua abilità nella velocità dei calcoli, il proprietario, Mark Rutland.
“... un giovane, bruno, pallido, dall’aspetto un po’ fragile, con un ciuffo ribelle che avrebbe bisogno di una pettinata...”
L’uomo rimane fortemente colpito dalla bellezza gelida e dall’aspetto aristocratico ed elegante della donna "mi sentivo i suoi occhi neri sempre addosso". Mark, una volta scoperto l’ennesimo furto da parte di Marnie, invece di denunciarla la convince a sposarlo, perché molto innamorato di lei, “Mi fissava come se volesse prendermi l’anima”, Rutland vuole capire l’origine della sua frigidità.
“Non ho più potuto negare che eri tu la la donna che volevo. Tu e nessun altro.”
Invece Marnie prova sentimenti contrastanti, dopo un’iniziale freddezza, piano piano la giovane comincia a provare qualcosa che si può definire sentimento.
“La sua voce era così dolce che mi commossi mio malgrado.”
La casa editrice milanese presenta in libreria “Marnie” di Winston Graham e “Psycho” di Robert Bloch primi titoli di una serie che ha come scopo di riscoprire le fonti letterarie che hanno ispirato il grande regista Alfred Hitchcock (1899-1980). Interessante iniziativa dedicata non solo ai cinefili ma anche a tutti coloro che amano il maestro del brivido.
Ricordiamo l’omonimo film Marnie diretto dal regista britannico nel 1964 interpretato dalla bionda glaciale Tippi Hedren e dall’affascinante “più maschio non si può” Sean Connery. La pellicola che non ebbe successo commerciale viene ricordata per i forti diverbi d’opinione fra l’attrice e il regista. In un’intervista dal titolo Marnie secondo Hitchcock, pubblicata alla fine del volume, il regista confessa a François Truffaut di non essere soddisfatto del tutto della riuscita del film.
“Sono stato costretto a semplificare tutto ciò che riguardava la psicoanalisi.”
Molto interessante la postfazione della psicoanalista Anna Ferruta che tra l’altro scrive:
”Il romanzo e il film raccontano la vicenda di Marnie, misteriosa e ricca di sorprese, scegliendo di collocarsi con decisione dal punto di vista della protagonista: nel libro parla sempre in prima persona lei, sia nel raccontare lo svolgersi delle vicende, sia nel riflettere su quanto accade.”
La narrazione in prima persona (parla di sé con freddezza e distacco), rende il personaggio di Marnie più forte e vero.
“Il dolore degli altri non era tanto diverso dal mio.”
Si può definire Marnie una donna moderna che sa quello che vuole e come fare per ottenerlo malgrado le sue debolezze. Con una prosa secca scorrevole e asciutta Winston Graham (1908-2003), noto per la serie di romanzi storici Poldark, ci conduce nella mente disturbata dell’algida ma fragile donna, la cui causa è da ricercarsi in un trauma subito da bambina.
“Esiste un’unica solitudine, la solitudine dell’umanità.”
Marnie
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