Milano calibro 9 di Giorgio Scerbanenco

Storie nostre. 22 racconti. 22 storie che parleranno di noi, della nostra terra, di ciò che eravamo e di ciò che ci ha portati a essere quello che vediamo ogni giorno, guardando dalla finestra e allo specchio.

Storie drammatiche, storie di omicidi, storie di sangue. Storie che cambieranno le vite di protagonisti, consapevoli e ignari giocatori di un gioco grande, troppo grande. Storie che non chiederanno permesso, entreranno nella nostra mente e sconvolgeranno le nostre giornate, lasciandoci basiti, spiazzati, mentre il mondo attorno a noi muta. Senza chiederci il permesso.

Soldi che vanno e che vengono, cupidigia che detta legge nella società e nei cuori delle persone, portandole a gesti estremi. Uno scenario magnifico e terrificante al tempo stesso, uno scenario che vorremo far finta di non vedere anche se non si può e, in fin dei conti, non lo vogliamo nemmeno. Perché è la nostra realtà, da amare e odiare nelle misura che decideremo.

Giorgio Scerbanenco ci dona 22 gemme e lo fa con la sua solita classe. Una classe che se n’è andata davvero troppo presto, lasciandoci in eredità parole meravigliose da tramandare alle generazioni future. Milano calibro 9 (Garzanti, 2000) raccoglie 22 vicende che entreranno nel cuore sussurrando e chiedendo umilmente il permesso.
Poi esploderanno all’improvviso, proprio quando meno ce l’aspettiamo, sconquassando le nostre percezioni e lasciandoci con la voglia di saperne di più, di leggere ancora e ancora…

Milano calibro 9 è un libro ideale per gli amanti del buon vecchio giallo, un libro che potrebbe avvicinare al genere anche i più scettici: se un libro può far questo, significa che possiede davvero qualcosa di grande. E i libri di Giorgio hanno sempre qualcosa di grande, dentro di loro.