Palla al centro. La politica al tempo delle influencer
- Autore: Matteo Renzi
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2024
Ancora un libro di Matteo Renzi. Palla al centro. La politica al tempo delle influencer (Piemme, 2024) è l’autobiografia di un uomo a cui non possiamo non riconoscere doti di politico capace e abile nell’imbastire architetture scaltre che hanno messo in salvo il paese da derive sovraniste, prima, e favorito l’arrivo di un uomo come Mario Draghi nell’epoca disastrosa del Covid.
Questa volta il fulcro del suo discorso è la politica degli influencer iniziando da Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio che racconta in tutti quei momenti che la vedono agire in contraddizione con quanto da lei dichiarato in campagna elettorale e in tutto il periodo in cui era all’opposizione.
Rivendica la sua autonomia dalla destra meloniana, e critica quanti lo considerano il “bastone” della destra al potere, verso la quale non pratica un’opposizione ideologica come fa la sinistra di Schlein e dei sui ex compagni di viaggio che la vedono come rappresentante di un fascismo che non esiste più.
Il pericolo che la Presidente del Consiglio rappresenta sta nella sua incapacità di fare una politica da statista seria. Tende invece ad affidarsi a modalità da “influencer” giusto per attirare un consenso drogato da Like che il pubblico dei media premia.
A questo proposito cita tra gli altri l’episodio di quando a New York preferì andare in pizzeria con la figlia piuttosto che partecipare al tradizionale ricevimento che il presidente degli Stati Uniti organizza a conclusione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, gesto che le fece guadagnare il consenso del suo pubblico mediatico ma che Renzi bolla ancora come un gesto da influencer.
Nel capitolo dedicato a Berlusconi, influencer per eccellenza, Renzi, ne parla come un uomo empatico che pur apprezzando le sue doti non lo ha mai votato anzi ne ha fatto fallire il tentativo di progettare insieme le riforme costituzionali in quello che fu definito il patto del Nazareno.
Oggi, dopo la morte di Berlusconi, Renzi recrimina la mancanza di una figura che sapesse ancorare una forza politica come Forza Italia a una grande famiglia europea sottraendola ai rischi della contaminazione con le forze antisistema sparse sul territorio continentale.
Dell’Europa lo statista Renzi analizza i limiti di un’istituzione imbrigliata nelle sabbie mobili della burocrazia lasciando alle grandi potenze come gli Stati Uniti e la Cina il compito di trattare gli scenari di caos compreso quello del Medioriente dove l’Europa non tocca palla. Se poi a questo si considera che abbiamo affidato alla figura di Luigi di Maio il ruolo di rappresentare la speranza europea è un’illusione inconsistente, specie per chi ne ha conosciuto le gesta.
È a proposito del Medioriente e la questione degli Houthi, Renzi rivendica il suo spendersi per le relazioni diplomatiche per costruire la pace nel mondo, fare politica senza la logica degli influencer, orgoglioso di farlo nonostante tutte le polemiche perché è convinto che l’Arabia Saudita stia giocando un ruolo decisivo ed è fiero di averlo capito prima di molti altri.
Libro di politica o romanzo? Il protagonista si muove in un mondo in cui i politici si comportano da influencer piuttosto che da statisti. Tutti, dalla Meloni a Giuseppe Conte, non rinunciano a operare tenendo presente il consenso, specie quello mediatico, al contrario di chi come Renzi (che vive sulla propria pelle il ruolo di capro espiatorio), agisce esclusivamente da statista.
Chi lo segue senza pregiudizi non può non riconoscere la sua capacità di riconoscere le dinamiche politiche che operano nella nostra società, la sua cultura e la sua corretta modalità di rapportarsi con gli avversari.
Il suo stile narrativo anche in Palla al centro non ha la freddezza del saggio politico, ma la levità di un romanzo d’avventura.
Cosa sono infatti i racconti sulle sue peripezie giudiziarie e le descrizioni delle giornate della pandemia, la cui regia è curata da un uomo come Conte che programma i suoi Dpcm con la meticolosità di un regista teatrale?
Il capitolo dedicato a Conte, maestro degli influencer, si legge con piacere, pare di assistere a una commedia che diverte e preoccupa al tempo stesso.
Ma il capitolo in cui Renzi eccelle è quando affronta argomenti familiari. È qui che il suo raccontare si fa lirico, straordinarie le pagine sulla piccola Ester che mima la giornalista Lilli Gruber e che oggi si avvia a entrare per la prima volta in una cabina elettorale e immergersi nel mondo della politica.
Palla al centro. La politica al tempo delle influencer
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