Quella notte a Valdez di Cinzia Tani

Alaska, ultima frontiera. Così gli americani definiscono il territorio più a settentrione degli Stati Uniti, il quarantanovesimo stato dell’Unione il cui motto “A Nord verso il futuro” riassume alla perfezione lo spirito di questo luogo. Territorio estremo, ambiente naturale selvaggio, spopolato ma ricco di risorse naturali, che fanno gola alle aziende petrolifere.

Il petrolio viene scoperto nel 1968 e in capo a pochi anni viene costruito un lunghissimo oleodotto, la Trans-Alaska Pipeline, inaugurato nel 1973, che dall’estremo nord dello stato giunge fino al porto di Valdez, situato nell’estremo sud dell’Alaska.
A nulla serve l’opposizione di una parte della popolazione, il cui timore non è solo di natura ambientale, l’inquinamento legato all’estrazione del greggio, ma il timore che il benessere legato all’attività estrattiva porti con sé problemi sociali come alcol, droga e malattie.
E come temuto da alcuni il 24 marzo 1989 la petroliera Exxon Valdez va a incastrarsi contro una scogliera dello stretto di Prince William, rovesciando in mare oltre quaranta milioni di petrolio. Potrebbe sembrare un semplice incidente ma non è così, non lo è almeno per quanti avevano subito denunciato i rischi derivanti del trasporto del petrolio in un ambiente così delicato.
Insomma, per alcuni si sarebbe trattato di una tragedia annunciata, disastro che Cinzia Tani ha esposto nel suo libro Quella notte a Valdez, facendola raccontare da personaggi in parte reali come il capitano della Exxon Valdez, Joseph Hazelwood, e il governatore dell’Alaska, Bill Egan. E in parte da persone inventate, come Malaya Bennett, la coraggiosa figlia di Lawrence, un antropologo di Boston, e di Anik, una inuit che contesta il lunghissimo oleodotto, nonché dal fratellastro Koko, ribelle e aggressivo, nato dalla violenza subita da Anik quando aveva diciotto anni.

Un romanzo che parte dal lontano, dalla scoperta del petrolio in Alaska per arrivare al disastro ambientale causato dal comportamento irresponsabile del comandante della petroliera, che ubriaco aveva lasciato il comando della petroliera al terzo ufficiale, nonostante nello stretto fossero presenti dei piccoli iceberg.

Quella notte a Valdez è un romanzo giallo teso e documentato, poiché l’autrice per scriverlo ha svolto ricerche direttamente in Alaska, consultando documenti e parlando con la popolazione del posto, che affronta temi di grande attualità come il disastro ambientale, il potere del petrolio e la mancanza di rispetto verso la vita e la cultura delle popolazioni indigene.