Romanzo siciliano
- Autore: Ann Radcliffe
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2016
BEAT Edizioni, nella collana Superbeat, riedita “Romanzo siciliano” (2016, titolo originale A Sicilian Romance, traduzione di Rita Bernini), volume che la popolare scrittrice inglese Ann Ward, nota come Ann Radcliffe (Holborn, 9 luglio 1764 - 7 febbraio 1823), pubblicò nel 1790.
Ann Ward nacque a Londra nel 1764 da una famiglia di commercianti, ma trascorse l’infanzia e l’adolescenza presso ricchi parenti. All’età di ventitré anni si sposò con William Radcliffe, all’epoca studente di legge, ma poi proprietario e editore dell’English Chronicle e membro della Società degli Antiquari. Questa “quieta signora dalla vita quasi banale”, come scrive Rita Bernini nell’Introduzione al testo, scrisse alcuni romanzi celebri tra i quali “I misteri di Udolpho” (1794) e “L’Italiano” (1797).
Ann Radcliffe viene universalmente riconosciuta come la pioniera della letteratura horror e del romanzo gotico, gothic novel, genere narrativo sviluppatosi dalla seconda metà del Settecento e caratterizzato dall’unione di elementi romantici e dell’orrore. Spesso questi romanzi venivano ambientati in luoghi considerati esotici dai lettori inglesi, quali Italia, Spagna, il Sud della Francia. Ann Radcliffe non aveva mai compiuto il Grand Tour nel Belpaese eppure le sue descrizioni dell’Italia sono perfette e quanto mai vivide, ricche di particolari. Infatti, come precisa Rita Bernini,
“la Radcliffe fa della natura scenario entro il quale si muovono i suoi personaggi, lo specchio delle loro passioni”
anticipando in tal modo uno dei temi cari ai romantici, quello cioè di evidenziare e mettere in luce una corrispondenza tra il paesaggio e lo stato d’animo. Dunque “Sturm und Drang”, “tempesta e impeto”.
Inoltre il rapporto dei personaggi con la natura è strettissimo; le eroine dei suoi libri hanno un contatto diretto con la bellezza del paesaggio, e spesso per esse la natura rappresenta l’unico luogo, dove poter dare libero sfogo alla fantasia, o dove affogare i propri dolori e dispiaceri. Ciò avviene anche in queste pagine che hanno come location ideale la sponda settentrionale della Sicilia dove
“si vedono i grandiosi resti di un castello, che apparteneva un giorno alla famiglia Mazzini”
rovine un tempo “abitate dalla lussuria e dal vizio”. Il castello era situato in fondo a una piccola baia, sul declino di un colle che da un lato giungeva fino al mare, e dall’altro andava a finire in una sporgenza ricoperta di folti boschetti. Il luogo era assai pittoresco, e le stesse rovine del castello rappresentavano tuttora un monumento di un’antica magnificenza, che, contrastando con la loro attuale solitudine, riempiva l’animo di chi le contemplava di malinconia e di curiosità insieme. “Triste e grave” era la storia di quel maniero, conservata in un codice che si trovava nella biblioteca di un convento non lontano dal castello.
L’autrice del testo grazie alla disponibilità del superiore del convento,
“uomo di vasta cultura e di cuore generoso e sensibile”
ebbe la fortuna di leggere i brani più interessanti del codice, redatto da un religioso discendente della famiglia Mazzini.
“Nelle pagine che seguono, non troverete che questi fatti, con la sola aggiunta di alcuni particolari confidatimi dal superiore nell’incontro che ebbi con lui”.
La storia ha inizio:
“Verso la fine del secolo decimosesto questo castello apparteneva a Ferdinando, quinto marchese di Mazzini, ed era da qualche anno la sua residenza abituale. Un carattere altero e una violenta passione per le donne dominavano il marchese...”.
Romanzo siciliano
Amazon.it: 7,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Romanzo siciliano
Lascia il tuo commento