Rosso Istanbul
- Autore: Ferzan Ozpetek
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
"Questo libro è una dichiarazione d’amore a una città, Istanbul" (Note di copertina)
Rosso Istanbul è uscito a novembre 2013 per Mondadori ed è il primo libro di Ferzan Ozpetek, regista cinematografico di livello internazionale, autore de "Le fate ignoranti", "Saturno contro", "Mine vaganti" tanto per citare tre opere che hanno fatto discutere e riflettere tutti noi sul tema delicato dell’omosessualità e dei rapporti familiari.
Il libro si sviluppa su due binari: LUI e LEI in cui LUI è il regista stesso che si racconta in modo assolutamente autentico e libero, mentre LEI è una giovane donna italiana partita per Istanbul per una vacanza.
Nella prima pagina troviamo uno degli innumerevoli interrogativi del libro:
Si lasciano mai le case dell’infanzia?
La risposta, naturalmente, è "No, mai".
La casa dell’infanzia di Ferzan, che sta per essere demolita, è quella in cui sua madre è invecchiata, da cui suo padre - "l’eroe che mi è mancato" - è stato spesso assente, dove si sono mosse innumerevoli figure femminili, dalla zia Betul alla governante Diamante.
In sottofondo, i continui richiami alla città di Istanbul, mai dimenticata, con i suoi luoghi pubblici e privati, le sensazioni positive e negative che sa suscitare o far rivivere, non ultimi alcuni momenti della "ribellione" degli ultimi mesi.
E poi è rosso, rosso ovunque, per tutti i giorni che seguono, freneticamente. Al ritmo delle pentole che le donne anziane con il velo battono alle finestre per dire di si’, che anche loro sono d’accordo, stanno dalla parte dei manifestanti. E’ rosso per i garofani scarlatti che i manifestanti portano per strada, che offrono ai militari: segno di pace, di rivoluzione, di resistenza.
In questo frangente si ritroverà anche Anna, la donna in visita alla città, che proprio a Istanbul vedrà morire il suo matrimonio con Michele.
Due considerazioni personali:
- la prima è che la lettura del libro mi ha risvegliato il desiderio di visitare Istanbul, che amici e conoscenti mi dicono bellissima;
- la seconda è la seguente: Ozpetek, ancora una volta, tratta il tema dell’amore e afferma che può capitare di innamorarsi di due persone o di due generi diversi di persone.
Come ho avuto modo di scrivere su Twitter tempo fa, troppo facile e comodo ADESSO scrivere, raccontare, fare film con argomento la sessualità e in particolare l’omosessualità... Quanti scrittori e scrittrici hanno appena pubblicato in tal senso? Si potrebbe stilare un lungo elenco.
E quindici anni fa? Pochi, pochissimi hanno trattato il tema in tono tanto realista e veritiero...
Grande - direi ineguagliabile - Ozpetek.
Rosso Istanbul
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bella la tua recensione, Emmabi!
Leggerò questo libro,e sono assolutamente daccordo nel visitare Istanbul!! è magnifica e unica!!
Dopo aver visto tutti i film di Ozpetek il libro è stato una grossa scoperta . Spero un giorno decida di farne un film, , anche se molti aneddoti relativi alla famiglia un po’ veri e credo, poco romanzati, sono già stati usati nei suoi film vedi "AL LADRO AL LADRO" di Mine Vaganti per esempio. Rosso Istanbul è un libro che mi rimarrà nel cuore GRAZIE FERZAN PER AVERMI EMOZIONATA ANCORA UNA VOLTA
ROSSO ISTANBUL è l’esordio letterario del regista Ferzan Ozpetek.
Due storie parallele - di un regista (alter ego dell’autore) e di una donna (Anna) - corrono simmetriche lungo tutta la narrazione: si sfiorano, divergono e, solo alla fine, si intersecano. Anna e il regista, seppur per motivi diversi, volano entrambi a Istanbul: città che, catapultandoli in un turbinio di sensazioni, profumi, colori, amori, paure, desideri, li aiuterà a riscoprirsi.
Questo romanzo è un inno all’AMORE: già la frase che campeggia in copertina "Niente è più importante dell’amore" ne è il preludio. Amore per la propria terra d’origine (per il regista) con i suoi "sapori" e i suoi rituali e amori personali (per una madre ormai anziana "bellissima e malinconica" e per uomini e donne - senza distinzione di sesso - dalla sensibilità speciale).
"Amore. Che cos’ho imparato sull’amore? Quello che ho imparato sull’amore è che l’amore esiste. O forse, più semplicemente, (...) è quello che racconto nei miei film (...). E cioè che non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in maniera indissolubile, anche quando non ci sono più. Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno. Ho imparato (...) che è possibile amare due persone contemporaneamente. A volte succede: ed è inutile resistere, negare, combattere. Ho imparato che l’amore non è solo sesso: è molto, molto di più. Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. E’ un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile."
La nota di fondo che pervade l’intero romanzo è l’hüzün, sentimento a metà tra la tristezza e la nostalgia. Ma la storia dei 2 protagonisti non si limita a stare ancorata al presente, con lo sguardo rivolto al passato. Nel finale, quasi a voler lanciare un messaggio di speranza e rinascita, spicca il volo: dov’è "L’Altrove"? "Spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi accettando la realtà. E solo così cambiarla."