Rosy
- Autore: Alessandra Carati
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2024
Alessandra Carati vive a Milano. Con il romanzo E poi saremo salvi è stata finalista al premio Strega 2022. Ora torna in libreria con un nuovo romanzo intitolato Rosy, edito da Mondadori. Un libro che colpisce vistosamente, in quanto la protagonista è certa Rosa Bazzi, assurta agli onori della cronaca, insieme al marito Olindo Romano, dopo aver compiuto quella che è stata definita come “la strage di Erba”.
L’autrice incontra, in carcere, per la prima volta Rosa nel lontano gennaio 2019. Tra luglio e febbraio dell’anno seguente gli incontri saranno a cadenza settimanale e permetteranno ad Alessandra Carati di conoscere nel profondo Rosa, il suo vissuto, il suo sentire intimo e psicologico, il suo percorso di vita, come nessuno aveva mai fatto prima.
Chi è veramente Rosa Bazzi? Era una domestica a ore, sposata con uno spazzino e insieme vivevano in una casa di corte a Erba, un comune della Lombardia, poco distante da Como:
Nelle corti lombarde le case affacciano su un unico ampio cortile. Chiuso ai lati e con un solo ingresso, il cortile è uno spazio tagliato con esattezza, sorvegliabile in ogni suo punto, un sistema abitativo che funziona come un panopticon rovesciato: da ogni casa è sempre possibile chi entra, mentre chi guarda può nascondersi dietro a tende o arretrare. Questo campo di visibilità rende la corte più sicura, e insieme ne fa una trappola. (…) La coppia viveva nella corte da sei anni, il loro appartamento era al piano terra, in una porzione autonoma dell’edificio, con ingresso indipendente. Quell’ala si chiamava “La casa del Ghiaccio” perché i contadini d’inverno la riempivano di neve e la usavano come un enorme frigorifero.
In questo luogo l’11 dicembre 2006 si consuma una strage efferata, destinata ad occupare per molto tempo le prime pagine dei giornali:
L’11 dicembre intorno alle 8 di sera, la giovane era stata uccisa dentro casa, insieme al figlio. Erano stati coinvolti anche la madre di lei, la vicina che abitava all’ultimo piano e il marito, l’unico sopravvissuto grazie ad una deviazione congenita della carotide. Alle donne era stato fracassato il cranio, tutti erano stati accoltellati alla gola, con lesioni simili: complesse, cincischiate, prodotte da un’insistenza della lama all’interno della ferita. Infine, alla casa era stato appiccato il fuoco.
Di aver compiuto la strage vengono accusati i due, marito e moglie, Olindo e Rosa:
Il 10 gennaio rinchiusi dentro il Bassone, i due confessavano di aver commesso la strage e diventavano i “mostri di Erba”. In maggio, trascorsi cinque mesi in custodia cautelare, ritrattavano le confessioni e si dichiaravano innocenti. Dopo aver revocato il mandato al difensore d’ufficio, incaricavano una difesa di fiducia.
Lei, soprattutto, si distingue:
Lei taceva. Quando le si chiedeva un dettaglio, una precisazione, un nome, allargava le braccia. In paese dicevano che: era una pettegola, una linguacciuta, una che non stava mai zitta; non riusciva a raccontare lo stesso fatto due volte nello stesso modo: le cose accadevano in un luogo e poi in un altro, a volte in un tempo e poi in un tempo diverso; si faticava a ragionare con lei, faceva sempre confusione e non c’era verso di metterla di fronte alla sua contraddizione; se all’epoca fosse esistito l’insegnante di sostegno, di sicuro a lei l’avrebbero dato; certe volte le usciva una vocina da bambina che inquietava.
Inizia, così, il racconto romanzato di una donna di difficile risoluzione. Di Rosa Bazzi viene raccontato tutto: la sua infanzia difficile e problematica, il suo sposarsi in giovane età, il suo rapporto di Olindo, fatto soprattutto di una dipendenza malata, e successivamente dei suoi incontri in carcere con lo psicologo, con la stessa autrice. Ne scaturisce che:
Rosa non è conforme a nessun racconto che ne è stato fatto, continua a resistere come un disturbo indecifrabile.
Una lettura che affascina per il personaggio di donna, che vi è raccontato. È una storia avvolgente e sfumata.
Poggia i suoi fondamenti nel dialogo, principalmente. Non è un semplice libro di true crime, scritto con uno stile asciutto ed essenziale; il romanzo è tentativo di capire ciò che non si capisce, di comprendere meglio anche le dinamiche sociali e di potere che sono insite in un tale crimine.
È un romanzo sociologico, che intriga e coinvolge nel tentativo di cercare un senso a un’esistenza fallita. Per stigmatizzare l’orrore sempre presente. Si riuscirà nell’intento? Leggete.
Rosy
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama le analisi sociologiche e psicologiche.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rosy
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