Scrivere (nel)la storia. Uno sguardo ai Papi del XX attraverso le loro grafie
- Autore: Lidia Fogarolo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Anno di pubblicazione: 2024
Lidia Fogarolo, laureata in psicologia e specializzata in grafologia in questo libro analizza la grafia dei pontefici del XX secolo (da Leone XIII a Giovanni Paolo II), contestualizzandoli storicamente ed evidenziando alcune peculiarità del loro pontificato con l’intenzione di studiare i cambiamenti che avvengono prima e dopo che il Cardinale accetta le chiavi di Pietro.
Una ricerca interessante perché, tramite la loro grafia, è possibile analizzare in modo nuovo quale eredità ciascun pontefice ha lasciato alla Chiesa.
L’autrice in questo volume dal titolo Scrivere (nel)la storia. Uno sguardo ai Papi del XX attraverso le loro grafie (Graphe edizioni, 2024) spiega che l’analisi grafologica si avvale di una procedura ormai da lungo tempo codificata: vengono individuati e misurati i segni grafologici riconoscibili nella scrittura, classificandoli in “sostanziali”, “modificanti” e “accidentali”, e riconoscendo se essi appartengono maggiormente alla dimensione mentale o affettiva-emotiva della personalità. Successivamente, dalla loro combinazione, è possibile dedurre il quadro psicologico del soggetto esaminato, facendo riferimento ai tratti di personalità individuati.
Tuttavia questo è solo l’aspetto più superficiale di un esame grafologico, specialmente quando viene applicato alla ricerca storica. Infatti, in questo caso, bisogna tener conto del rapporto di uniformità o discordanza rispetto ai tratti dominanti in una certa epoca, per capire se la personalità analizzata si colloca nella norma (o nella moda prevalente) oppure si differenzia da questa rispetto a particolari indici, individuando quali sono e ricercando una possibile spiegazione psicologica della differenza riscontrata. Quindi è necessaria, da parte del grafologo, una formazione ampia sul piano storico.
Il secondo elemento che deve essere valutato attentamente è il momento particolare vissuto da un dato protagonista.
La ricerca parte dal pontificato di Pio IX per comprendere le sfide affrontate dai suoi successori, a cominciare proprio da Leone XIII che ereditò dal suo predecessore uno stato di assedio conseguente alla fine del potere temporale della Chiesa.
Infatti, nel giro di pochi anni, non solo venne meno lo Stato Pontificio, che comprendeva diverse regioni dell’Italia centrale (Lazio, Umbria, Marche, Romagna e parte dell’Emilia), ma perfino la sua capitale dovette essere ceduta al nascente Stato italiano, che ne prese possesso con un’azione militare – tramite la famosa Breccia di Porta Pia – avvenuta il 20 settembre 1870.
I pontefici del Diciannovesimo secolo hanno dovuto affrontare sfide altrettanto temibili: la teoria evoluzionista di Darwin che smentiva la chiave di lettura letterale dell’Antico Testamento; Marx che, con il suo materialismo scientifico, sosteneva come le strutture giuridiche e religiose delle nazioni non fossero altro che sovrastrutture create per la sottomissione dei popoli oppressi; Freud, anche lui rappresentante della nascente corrente dell’ateismo, paragonava i precetti divini alle costruzioni del “Super-Io”.
Nel corso del Novecento le sfide non sono state da meno. Ad esempio, il nazismo, sull’onda delle teorie eugenetiche, sosteneva che tutte le forme di aiuto ai poveri, ai deboli, ai diseredati, agli emarginati, dovessero essere tolte di mezzo per raggiungere la razza perfetta.
In questo clima culturalmente ostile alla Chiesa, i pontefici hanno dovuto non solo difendere le proprie posizioni, ma anche rilanciare i valori cristiani. Un compito che non è stato facile poiché ha richiesto decenni di ripensamenti sull’essenza del Cristianesimo e dei valori imprescindibili ad esso associati, quindi un lavoro di selezione e di purificazione.
Pertanto, è possibile immaginare che da Papa Pio IX in poi vi sia stata una trasformazione della struttura di personalità, che testimonia il livello di pressione psicologica subito e le modalità difensive introdotte per non retrocedere, oltre che lo stile individuale adottato nella trasmissione del depositum fidei.
C’è, inoltre, un altro elemento psicologico collegato alla dualità che inevitabilmente si crea con l’accettazione della nomina a pontefice: la necessita di favorire la dedizione alla parte divina e l’abbandono della parte umana, mantenendo la consapevolezza che le due parti non sono sempre così nettamente distinguibili.
Si tratta di un aspetto che può essere indagato tramite l’approccio grafologico, se sono a disposizione più campioni di scrittura, verificando quale impatto abbia esercitato nel tempo l’enorme stress subito, come pure i meccanismi di difesa adottati per proteggere l’Io dal pericolo di quella che Jung chiamava inflazione psichica, mantenendo i piedi ben piantati a terra per trovare la forza di non soccombere e di non spaventarsi di fronte alle sfide che il mondo presenta.
Infine, un altro aspetto che non va dimenticato è la preponderanza mentale rispetto a quella esperienziale di coloro che si dedicano unicamente allo studio e alla predicazione religiosa. Il comandamento divino rivolto ai discendenti di Adamo ed Eva - crescete e moltiplicatevi, guadagnatevi il pane con il sudore della fronte, e per le donne, partorirete con dolore – non è applicabile in generale al clero.
Quindi è altamente probabile, che nella mente dei Pontefici sia stata favorita una elaborazione cognitiva dei problemi su un piano logico-razionale e meno compreso il piano esperienziale. Questo aspetto a volte si spiega nella presenza di posizioni maggiormente segnate da inflessibilità e da nette distinzioni sul piano ideologico, che tuttavia possono trovare poca corrispondenza nell’esperienza concreta.
I Papi presi in considerazione da Lidia Fogarolo sono stati:
- Pio IX (1846-1878) che affronta la perdita del potere temporale della chiesa;
- Leone XIII (1878-1903) e la nascente questione sociale;
- Pio X (1903-1914) e la condanna del «modernismo»;
- Benedetto XV (1914-1922), difensore intransigente della pace durante la Grande Guerra;
- Pio XI (1922-1939) che affronta i nuovi nemici della chiesa: il Comunismo in Russia, il Fascismo in Italia, il Nazionalsocialismo in Germania;
- Pio XII (1939-1958): la Croce di fronte alla svastica;
- Giovanni XXIII (1958-1963) e il Concilio Vaticano II;
- Paolo VI (1963-1978): il traghettatore della chiesa del concilio nel mondo contemporaneo;
- Giovanni Paolo I (1978) e il richiamo alla povertà della chiesa;
- Giovanni Paolo II (1978-2005) che introduce la chiesa nel terzo millennio.
Lidia Fogarolo, laureata in psicologia e specializzata in grafologia, lavora come analista e perita grafologa e ha al suo attivo diverse pubblicazioni in questo campo. Con Graphe.it ha già pubblicato Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono (2013), Grafologia e sessualità (2015), Storie di serial killer (2017), e, con Giuseppina Morrone I due Volti dell’Anima. Maschile e Femminile (2019) e Anime incarnate in corpi sessuati (2020).
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