Sei come sei
- Autore: Melania Mazzucco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
“I binari della metropolitana, incrostati di morchia, corrono un metro sotto la banchina e si perdono nella penombra, dove affievoliscono le luci della stazione.”
Le professoresse continuano a raccomandare agli alunni della II B di non sparpagliarsi lungo il marciapiede, qualche alunno finge di ubbidire, la maggior parte degli altri scolari resta indifferente alle raccomandazioni delle docenti. L’undicenne Eva Gagliardi giocherella con il biglietto mentre sullo schermo pensile appare una scritta luminosa che avvisa che al prossimo treno per Bisceglie mancano cinque minuti. Alle nove e mezzo del mattino la stazione del metrò Pasteur di Milano è quasi vuota, la maggior parte dei pendolari si trova già nei rispettivi uffici. La classe sta andando a vedere i disegni di Leonardo da Vinci alla Pinacoteca Ambrosiana ma Eva li conosce già, perché glieli ha spiegati suo padre Christian Gagliardi, professore di letteratura latina cristiana, esperto di storia antica, biblista, filologo, in concreto un genio quasi come Leonardo, che possedeva “la voglia di sperimentare il nuovo, la curiosità di conoscere il mondo e il coraggio di essere se stesso”.
Eva è un’adolescente precoce, diversa degli altri, dall’intelligenza non comune: la ragazzina “parla come un libro stampato, legge e non ha amici”. All’improvviso dopo aver litigato con un compagno di scuola, Eva scappa nella direzione opposta e veloce va alla stazione e sale su un treno destinazione Roma anche se le undicenni non devono viaggiare sole. Ma questo è un viaggio particolare, speciale, importante verso Visso e i Monti Sibillini alla ricerca di Giuseppe Autunno ex modesto cantante punk rock degli anni Ottanta che ora si è ritirato a vivere in un casale sugli Appennini. Mentre il treno sfreccia verso il Sud dello Stivale, Eva ripensa alla sua storia ma non vuole piangere all’interno di un anonimo scompartimento di fronte a degli sconosciuti. Lei è una ragazzina dura, coriacea che non piange mai “perché il suo mondo è friabile”. Se ne sono accorti Michele e Sabrina ai quali Eva è stata affidata dopo la morte improvvisa di Christian, quando il mondo sereno ed equilibrato di Eva è andato in frantumi.
La piccola, frutto di un utero in affitto, è cresciuta senza madre, perché figlia di due padri, omosessuali, Giose e Christian. In seguito al tragico incidente stradale di Christian nel quale l’uomo ha perso la vita, il giudice tutelare non ha ritenuto Giuseppe Autunno “persona di condotta ineccepibile”, quindi Eva ha dovuto lasciare Roma per essere affidata allo zio. Giose il quale alla nascita di Eva aveva rinunciato al suo lavoro per occuparsi a tempo pieno della bambina, non poteva essere il tutore “della minore Gagliardi Eva di Gagliardi Christian e di madre ignota”. Ma Eva non è più serena come lo era prima. “Suo padre le ha insegnato che il valore delle persone non dipende dal colore della pelle ma da quello del cuore. Alcuni ce l’hanno nero. E quelli sono da evitare”.
Eva mentre attraversa l’Italia ripensa alla sua infanzia appena trascorsa, alla tata equadoregna Maria Cruz, a quando Giose la accompagnava a scuola nella bella stagione a cavalcioni della moto gigantesca, cromata, potente, d’inverno seduto sul cofano della macchina arrampicata sul marciapiede, ferma con le freccette lampeggianti in doppia fila, o col muso schiacciato contro i cassonetti. In mezzo alle madri trafelate, alle nonne e alle dimesse baby-sitter dei compagni di Eva, Giose “spiccava come un papavero su un prato”.
Un anno e mezzo fa Melania Mazzucco con Limbo analizzava le ferite dell’anima dell’ex comandante del Plotone Pegaso di stanza in Afghanistan, Manuela Paris che si trovava al confine tra due mondi; in quest’ultimo romanzo l’autrice punta l’attenzione su un tema che scotta, di grande attualità. Eva ha due padri, perché è figlia di una coppia omosessuale: Christian era più rilassante, più coerente e protettivo, organizzava la vita di tutti, risolveva i problemi, non perdeva mai la calma e manteneva sempre le promesse anche perché ne faceva poche. Giose invece si era sbarazzato del senso del dovere, voleva che la sua vita e di quelli che gli stavano accanto fosse una festa, da consacrare alla felicità e ad attività piacevoli, aveva demolito l’idea stessa di autorità e non voleva infliggere alla figlia le costrizioni che aveva subito lui. Una famiglia dunque normale come le altre se non fosse stato che a mano a mano che cresceva, la scuola stava diventando un campo minato per la ragazzina “era cominciato tutto a maggio, per la ricorrenza della festa della mamma”. Eva era vissuta senza una madre (la sua era stata una madre biologica) ma non per questo non era stata meno amata.
Christian e Giose avevano deciso di avere un figlio dopo quattro anni di convivenza quando durante un viaggio a Budapest avevano ammirato nella sala spagnola del Museo delle Belle Arti un dipinto del pittore seicentesco Francisco de Herrera San Giuseppe con Gesù: un padre insieme a suo figlio che non si somigliavano perché non avevano lo stesso sangue ma l’amore che Giuseppe provava per il bambino emanava un alone dorato che illuminava entrambi. Un sentimento visibile che aveva rapito Giose indelebilmente. Si può dire che il vero luogo nel quale era stata concepita, Eva era proprio quello, davanti a quel quadro. “Un figlio che magari non sarebbe stato suo” ma anche Giose “avrebbe amato suo figlio”.
Con delicatezza, sensibilità e partecipazione l’autrice racconta una storia semplice e complessa allo stesso tempo, una storia di oggi, quella tra un padre e una figlia, nella quale brilla il coraggio e la determinazione di una ragazzina. In un “Paese talebano” come il nostro i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti di una figlia di due padri (o madri) omosessuali possono fare male ma Eva ne esce vittoriosa e a testa alta.
C’è da aggiungere che le cosiddette famiglie arcobaleno (l’associazione Famiglie Arcobaleno riunisce e difende le famiglie omogenitoriali dal 2005), sono ormai una realtà che non trova per ora nessuno spazio legislativo. In Italia un omosessuale per legge non può né sposarsi, né adottare un bambino o sottoporsi a inseminazione, quest’ultima vietata dall’art. 5 della legge 40/2004. Quindi per coronare un sogno proibito le coppie sono costrette ad andare all’estero dove possono ricorrere alla fecondazione assistita.
Melania G. Mazzucco attraverso le pagine del suo romanzo dice che il vero pericolo per questi bambini non è l’orientamento sessuale di chi li cresce (perché ciascuno di noi è come è parafrasando il titolo del libro) ma i pregiudizi della nostra società.
“E avevano deciso di trovare un modo per fare un figlio. Loro due, da soli. Senza una madre. Poiché in Italia era vietato, in un altro paese. Ci sarà pure un posto anche per noi, sulla terra. Chi dei due lo avrebbe fatto non sapevano ancora, non sembrava importante”.
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