Tutti i racconti
- Autore: Abraham Yehoshua
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
Abraham B. Yehoshua, scrittore israeliano, classe 1936, è particolarmente amato dai lettori italiani. Un amore che lui stesso, come ci spiega nella nota finale di “Tutti i racconti”, non ha saputo spiegarsi fino in fondo; né gli è stato utile il parere degli amici, che spiegano questa predilezione solo con il suo essere un bravo scrittore. Non ci sarebbe stato bisogno di pareri non disinteressati per accorgersene: è sufficiente leggere questi racconti, che rappresentano l’integrale della sua produzione nel genere, da lui al momento abbandonato per dedicarsi al teatro, ai romanzi e alla saggistica. Per sua stessa ammissione, Abraham B. Yehoshua considera il racconto come una palestra per lo scrittore, un modo per raffinare l’espressione e la capacità di sintesi prima di dedicarsi ad altro.
Questo, però, non vuol dire che i suoi racconti siano letteratura minore, delle semplici prove tecniche da non considerare: al contrario. Si tratta, piuttosto, di tredici miniromanzi, sia per la loro lunghezza, sia per lo stile scorrevole, descrittivo, per niente affrettato, che li caratterizza.
L’ambientazione israeliana, abbastanza scontata per la provenienza dell’autore, è fonte di conoscenza e stimolo a curiosità del lettore; tuttavia, sebbene l’azione si svolga sempre in modo perfettamente plausibile, questi racconti hanno una forte componente surreale, che accosta Abraham B. Yehoshua, fra gli altri, a Beckett e a Kafka, e che trasportano il tutto in un’atmosfera trasognata, quasi irreale.
Già il primo, La morte del vecchio, ne è un esempio eclatante. Risulta quasi comica la rassegnata odissea di un vecchio, in realtà vivo e vegeto e moderatamente in buona salute, che deve adattarsi a morire unicamente in quanto la donna che lo ospita in casa ritiene che sia finalmente giunto il momento. Inquietante, poi, il sostegno di conoscenti e vicini di casa che “fanno muro” intorno alla donna, a discapito del vecchio, in una triste processione in cui non conta l’individuo, ma la convinzione della massa.
Terribilmente ancora attuale Sonno diurno, nel quale la ribellione di un capocantiere, che coinvolge anche un operaio, si esterna nello snobbare il lavoro e nel protendere tutte le proprie energie in un lungo sonnellino: così il riposo soppianta il lavoro, viene nobilitato ed elevato a vero, fondamentale scopo della vita.
Addirittura terrificante, se rapportato alla nostra realtà attuale, appare Il rapido serale di Yatir, nel quale la gente di un paesino sperduto arriva a provocare un incidente ferroviario in modo che l’attenzione del Paese venga puntata su di loro, con una sorta di compiacimento morboso all’idea di avere, finalmente, la propria fetta di notorietà.
Ancora due esempi: fra lo straziante e il sorprendente All’inizio dell’estate del 1970, storia di un padre il cui figlio è stato dichiarato morto in battaglia.
Quasi evanescente Base missilistica 602, che narra la missione di un relatore inviato a tenere una conferenza per i soldati, senza preparazione, senza un vero scopo, senza ben sapere quello che potrà succedere e, soprattutto, senza che nessuno, nella base missilistica, abbia idea del senso della sua presenza o se ne preoccupi minimamente.
Impossibile parlare qui di ciascun racconto come sarebbe giusto e meritato fare: lascio ai lettori il piacere di intraprendere questo viaggio, per metà realistico e per metà fantastico, in un genere letterario che, forse, Abraham B. Yehoshua non frequenterà più in futuro. Un vero peccato, a parer mio.
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