Una storia che nessuno saprà mai di Vittorio Mancuso

Una storia che nessuno saprà mai (Scatole parlanti, 2021) è un libro d’esordio per un giovane che inserisce, nelle vite tormentate di due ragazzi, le angosce, i sensi di colpa, le crisi d’identità e i problemi che si sommano all’inquietudine di chi ancora non ha definito perfettamente il suo futuro, in bilico tra il paese di provenienza, dal profondo della Calabria e dalla Sicilia, e una vita metropolitana a Milano. I due ragazzi si incontrano casualmente perché costretti a dividere la stanza in affitto e, da un’iniziale condizione di reciproca indifferenza, i loro destini si incrociano e si influenzano.
Hanno entrambi cicatrici profonde, vere o dell’anima, difficoltà a esprimere i propri sentimenti e, soprattutto, a lasciarsi andare, a vivere con entusiasmo le gioie della vita.

Vittorio Mancuso scava nel profondo dell’animo dei ragazzi, ne attraversa i disagi e le incapacità a comunicare e ad agire nel proprio interesse, per prendersi il bello della vita. Livio viene da Marcedusa e ha iniziato a scrivere un romanzo che gli consente di avere un po’ di notorietà, quella che gli fa conoscere una verità scomoda, cioè che quelli che credeva i suoi genitori sono in realtà i suoi genitori adottivi. Si scatena così una crisi d’identità che coinvolge il futuro di Livio, fin quando non saprà riconoscere nell’amore, nella comprensione e nell’affetto la chiave di volta per superare ogni trappola della vita. Anche Damiano ha un passato scomodo, doloroso, che gli ha procurato l’incapacità di provare emozioni. Le loro vite s’intrecciano e si separano, per rincontrarsi in un epilogo non scontato, in cui ognuno ha trovato la propria dimensione e ragione di vita.

Questo di Mancuso è un bel romanzo, intenso, capace di trasmetterci emozioni e di farci capire quale sconfinato mondo di vissuto e angoscia sia presente dietro quei riti vuoti dello spritz che sembrano caratterizzare la vita dei giovani d’oggi.