Una visita guidata
- Autore: Alan Bennett
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2008
Una chicca per chi ama l’arte e visita i musei è la conferenza di Alan Bennett Una visita guidata (pp.43, 2008, traduzione di Andrea Di Gregorio) pubblicata da Adelphi nella collana tascabile "Biblioteca minima".
Barrett, scrittore, commediografo, sceneggiatore, è stato nominato "trustee", fiduciario della National Gallery di Londra nel 1993.
Nella divertente conferenza accompagna idealmente il visitatore chiacchierando di molto altro, riempiendola di ricordi personali dell’infanzia e adolescenza, in apparenza lontani dall’argomento, invece essenziali per esprimere la sua concezione dell’arte.
Dà sfogo al proverbiale humor inglese, anche esagerando, dissacrando, come quando descrive il quadro dedicato al battesimo di Gesù di Piero della Francesca; calca sulla serietà dei personaggi austeri e senza sorriso che, ironizza, sarebbero inadatti alla pubblicità di un dentifricio.
Vuole togliere al museo gravità e serietà, il senso di inferiorità che può cogliere l’uomo comune di fronte a un critico e all’accademismo. All’entrata del museo metterebbe un avviso di questo tenore:
Non deve per forza piacerti tutto.
Loda la gratuità del museo, segno di sviluppo civile.
Polemizza con Bernard Berenson, il quale usava contemplare un quadro per ore per memorizzarne ogni particolare ed essere in fine invaso da una specie di estasi. Secondo Bennett invece la bellezza di un’opera pittorica si cogliere in un colpo d’occhio; cita E.M. Forster:
Solo quello che vedi con la coda dell’occhio ti tocca nel profondo.
Fa pensare all’importanza delle “piccole percezioni” di Leibniz, che non giungono alla coscienza ma la condizionano, le quali anticipano la scoperta del subconscio freudiano.
Molto interessante la sua visione dell’aura; effettivamente la vede e la coglie nel quadro che lo attrae, suscitata dalla luce e dal sapiente gioco dei colori:
Tecnicamente, in particolare nel caso dei veneti, l’aura ha spesso a che fare con le numerose stesure di colore, che danno profondità al dipinto. [...] quando la vedo la riconosco. Lo so che sul piano intellettuale questo criterio vale poco e non è comunicabile.
Siamo nel campo anti intellettualistico della pura intuizione.
Dunque torniamo a Kant: un’opera d’arte è tale perché suscita un sentimento nello spettatore.
Bennett afferma che un museo è un bene sociale ma la sua fruizione è una faccenda individuale. Si trova imbarazzato di fronte ad affermazioni pre confezionate, stereotipate come "questo è un capolavoro".
Magnifica il quadro del Caravaggio La cattura di Cristo (si trova a Dublino). Qui Giuda non appare come un farabutto; il misterioso bacio che Cristo riceve da lui e accetta a occhi bassi contiene tutta la sacra passione del momento, fulcro della futura religione.
Il libretto è corredato da un bel book fotografico a colori.
Mi chiedo quale sia la funzione del critico. Probabilmente quella maieutica, estrarre dall’individuo il suo senso estetico, senza però condizionarlo con il proprio. Tale il nucleo della conferenza di Alan Barrett, a tratti molto giocosa.
Una visita guidata
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