L’abbazia dei cento inganni
- Autore: Marcello Simoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
Marcello Simoni come Dumas. L’autore italiano più apprezzato di thriller storici non si sottrae al confronto con il grande romanziere dei “Tre moschettieri”. Anzi, Dumas docet, riconosce per primo alla fine del nuovo e conclusivo titolo della trilogia del Codice Millenarius, “L’abbazia dei cento inganni”, proposto dalle Edizioni Newton Compton a fine giugno (pp. 346, euro 9,90).
Non sembri esagerato il confronto col papà francese del romanzo epico, perché Marcello Simoni è già stato accostato dai suoi colleghi scrittori a Walter Scott, a Salgari, perfino a Ludovico Ariosto, oltre che al solito Dan Brown. C’è chi lo ha definito un Umberto Eco d’area ferrarese.
Scrittore prolifico di lungo corso e prima ancora archeologo e bibliotecario con la passione per lo studio del passato, l’appena quarantunenne Simoni ha già pubblicato per i tipi Newton Compton “L’abbazia dei cento peccati” nel 2014 e “L’abbazia dei cento delitti” nel 2015, solo per restare alla saga del Codice Millenario.
Dumas insegna, dunque. Sotto il suo esempio nascono personaggi narrativi che attingono a piene mani dai libri di storia. In una nota conclusiva, l’autore comacchiese di bestseller storico-avventurosi-esoterici spiega infatti di essersi ispirato per il cardinale francese, genio dell’intrigo e del male, a un autentico principe della Chiesa morto nell’Avignonese nel 1352. Lo stesso vale per Lamberto da Cingoli, uno dei domenicani più influenti della Lombardia inferior alla metà del 1300. Notizie storiche contemplano anche Hector de Durfort e Guido di Baisio, sebbene questi non sia stato ucciso da una freccia. La maggior cura è stata volta a ricostruire la Ferrara medievale, senza trascurare i postriboli (molto frequentati nelle contrade San Romano e San Paolo).
“E poi c’è Pomposa, con la sua luce, la sua grazia e la sua bellezza”.
I personaggi principali della saga trecentesca di Marcello Simoni ritornano tutti. Ricordiamoli, a cominciare da Maynard de Rocheblanche, nobile francese che crede ancora nei valori dell’antica cavalleria ed è custode del segreto del Lapis Exilii, reliquia preziosissima della passione di Cristo. Nella trilogia, agisce con lealtà e purezza la sorella Eudeline, giovanissima badessa del convento di Sainte-Balsamie in Reims. Ci sono anche la poco più che adolescente Isabeau e il suo innamorato, il ventenne miniaturista Gualtiero de’ Bruni, che si appresta a fare il gran salto verso la pittura “a fresco”, proponendosi come apprendista al maestro bolognese Vitale de Equis, intento ad affrescare l’abbazia di Pomposa, nel Ravennate, su committenza del bravo abate Andrea.
Ogni romanzo della trilogia è indipendente, può essere letto a prescindere dai precedenti o successivi: valore aggiunto che favorisce la diffusione dei lavori di Simoni. Proprio perché non obbligati ad acquistare l’intera saga, i lettori sono invogliati ad acquisire i tre volumi al completo.
In avvio del terzo, il vescovo di Ferrara Guido di Baisio chiede a Maynard di affiancare l’ex inquisitore Lamberto da Cingoli per venire a capo di eventi inquietanti. Un cacciatore di lupi giura di aver scorto nei boschi una processione notturna infernale, di gente incappucciata, nero vestita, con fiaccole e lanterne, al seguito di una cosa innominabile, una donna in groppa a una bestia, con le corna di agnello e la pelle squamosa: il “corteo di Diana” con il “capro blasfemo”, la terza creatura demoniaca citata nell’Apocalisse.
“Un corteo di femmine malefiche, insieme ai loro succubi, vaga nei boschi per rivolgere suppliche alla dea pagana, che altri non è che il diavolo”.
Oltre alla visione soprannaturale, in città vengono ritrovate rane affisse con chiodi insieme a fogli di pergamena. Due sui Palazzo della Signoria, la terza davanti alla camera da letto del marchese d’Este. Nel foglio la stessa scritta: Pro bono malum, espressione dal significato ambiguo. Per il bene? Per il male?
Di singolare, c’è anche il coinvolgimento di Rocheblanche da parte delle autorità ecclesiastiche, visti i rapporti di distanza e di sospetto tra il clero e il cavaliere. Il Lapis Exilii e il suo segreto tengono in ansia la Chiesa.
Tempi duri, pestilenze, intrighi, omicidi, ma Marcello Simoni spinge con tutte le sue forze verso una soluzione positiva, una visione non catastrofica del futuro. È una lezione valida per il presente: l’umanità ne ha passate tante e tante ancora riuscirà a superare. Nonostante tutto.
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