Il castello degli AristoTopi di Michael Bond e Emily Sutton

I bambini di oggi hanno grande bisogno di favole, di storie che comincino con il fatidico «C’era una volta». Michael Bond, già autore dell’“Orso di Paddington”, in collaborazione con la celebre e bravissima illustratrice Emily Sutton, è autore del bellissimo albo che la Donzelli, con l’impeccabile traduzione di Bianca Lazzaro, pubblica con il titolo “Il castello degli AristoTopi”.

Già dalla copertina vediamo la ricchezza delle immagini, dei dettagli, dei colori, con cui la storia viene raccontata: siamo in un castello nella campagna inglese, visitato dai turisti che fotografano ogni particolare dell’artistocratica magione, anche una bellissima casa delle bambole, che fa bella mostra di sé su un tavolo antico che troneggia in uno dei saloni del castello. Hanno trovato comodo rifugio in quella deliziosa casetta una famiglia di topolini: padre e madre, il signore e la signora Pilucchi, e i loro tredici, non uno in più, piccoli topolini. Comoda la vita nella casetta, corredata di bagni, acqua corrente, dispensa ben fornita degli avanzi della cucina, anche una piccola TV. Ma i lavori di ammodernamento del grande castello portarono scompiglio nella vita della famiglia di topi perché, mentre l’ambiente diveniva sempre più attraente, al contrario la casa delle bambole, malgrado un maldestro tentativo dei topolini di ripulirla, sembrava sempre più malandata ed inadatta ad essere mostrata, tanto che fu portata via... Mentre i topolini cercavano rifugio per l’inverno nella casetta degli attrezzi nel parco del castello, con l’inizio della primavera avvenne il miracolo: a grande richiesta del pubblico la casa delle bambole era stata restaurata e i topolini poterono rientrare in quella che consideravano la loro casa, inaugurandola con un banchetto formato da ben sette portate diverse di formaggio. Il commento con cui il Signor Pilucchi termina la storia ne costituisce la giusta sintesi di significato:

“Nella botte piccola c’è il vino buono, e a dirla tutta, Il Conte ha bisogno di noi quanto noi di lui”.

Sfogliare le pagine di questo libro procura un intenso piacere agli occhi e forse a tutti i sensi: Emily Sutton disegna con la consueta maestria piccoli particolari, scorci, interni, che sembrano riproporre con ironia gli ambienti dell’aristocrazia inglese che abbiamo ammirato in tanti film: ecco il quadro con le scena di caccia alla volpe, anche se i protagonisti sono topi; e ancora la collezione di oggetti sugli scaffali della cucina, le carte da parati, la biblioteca, i letti a baldacchino, le argenterie che i topolini lucidavano per renderle degne di quelle del castello.
Il Signor Pilucchi, in cilindro e marsina, la Signora sua moglie, con uno straordinario cappello fiorito, degno di Sua Maestà la Regina, raccontano con ironia ai bambini il grande amore che gli inglesi nutrono per la loro monarchia e per gli ambienti aristocratici, che tuttavia i turisti visitano e fotografano come una grande favola per sognare un passato che non esiste più.