Da un porto all’altro (pp. 63, 2021) è il titolo del terzo volumetto che Einaudi concede di abbinare ai quotidiani in regalo. Sono splendidi racconti di mare tratti da Racconti di mare e tempesta a cura di Christian Delorenzo. In questo abbiamo le firme di Charles Dickens, Luigi Pirandello, Giovanni Verga e Francis Scott Fitzgerald. In tempi di lockdown e immobilità viaggiamo con l’immaginazione. I racconti sono uno più affascinante dell’altro, rientrano nel classico "otium" latino e riempiono un po’ del nostro tempo in modo sereno, pur ponendo alla coscienza tematiche di grande portata.
Racconti di mare e tempesta
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Dickens
Da un porto all’altro sta a significare l’attraversamento della vita, gli obiettivi da porre, lo sforzo per raggiungerli, la meta finale misteriosa che chiamiamo morte.
Dickens affronta una traversata transoceanica da New York in Inghilterra, anzi fino alle coste dell’Irlanda, immergendosi nell’atmosfera particolare che si respira nella nave.
Esiste un sentimento di allerta nascosta. Durante il giorno le attività e le incombenze: passeggiare sui ponti al sole, bere grog tutto d’un fiato da parte dell’equipaggio, assaporare i cibi e lo champagne nella sala ristorante, regolare gli orologi al cambio del fuso orario, sentir lavare le stoviglie sul ponte dopo i pasti, partecipare al rito religioso domenicale... tutto fa dimenticare la "Voce", simbolizzata dal rumore dell’elica. Il racconto ha momenti surreali, come quando il suono dei piatti lavati assomiglia a "una gara tra campanari che adoperassero le stoviglie in luogo dei campanelli". Ma a sera, quando le candele si spengono e "l’uomo che parlava continuamente aveva smesso di seccare" ecco che "la Voce giungeva a scuoterci con violenza." "E corrono i pensieri... all’abisso sottostante" su cui la nave scorre, così simile all’Ade.
All’arrivo l’evento viene annunciato ai vari porti dai razzi sparati come una liberazione. Giunti a Mersey, lo scrittore osserva gravemente lo scafo della nave "che la Voce aveva abitato". E medita:
"Forse un giorno potremo tutti, sotto forma di spirito, osservare il luogo da cui proviene l’altra Voce, quella assai più affaccendata, dalla quale la mia immaginazione vagabonda ha tratto questa similitudine."
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Tra due ombre di Luigi Pirandello
Tra due ombre di Luigi Pirandello è un racconto intessuto di bilanci e rimpianti durante una breve traversata notturna da Napoli a Palermo. Faustino Sangelli, un marito deluso e frustrato, con al fianco una moglie isterica e sformata, sa di non avere scampo di fronte al destino ormai scritto. Vede l’ombra di se stesso messa a confronto con l’ombra del ragazzo che era stato, la sua gioventù perduta è ormai imprendibile. Il confronto è sollecitato dall’incontro fuggevole e muto con un antico rivale in amore, anch’egli passeggero sulla nave. Entrambi avevano amato la mitica Lilli; a Palermo la donna si trova sulla banchina ad attendere l’altro, divenuto suo marito.
Il mare raccoglie e conserva tristezze e conclusioni, funge quasi da confessionale, svela
"una pena che, a mano a mano crescendo, gli si faceva più amara e più angosciosa: pena della vita che è così; pena delle memorie che dolgono, come se i dolori presenti non bastassero al cuore degli uomini."
Subito dopo segue la contemplazione notturna del firmamento e una bellissima catarsi legata all’infinito: "sotto quella polvere di stelle" l’uomo scopre la propria piccolezza, la piccolezza del rivale,
"la sua miseria annegarsi nel sentimento che gli s’allargava smisurato, della vanità di tutte le cose."
Lo scrittore esprime l’amarezza congiunta alla pietà, due caratteristiche salienti della poetica pirandelliana.
Giuramenti di marinaio di Giovanni Verga
In Giuramenti di marinaio Giovanni Verga si discosta totalmente dalla sagra grandiosa dei "vinti" e confeziona una storia sfavillante come quando il mare scintilla baciato dal sole; è un episodio di galanterie ed erotismo, leggero come un minuetto settecentesco. Il protagonista, un borghese, chiamiamolo “mascalzone latino”, per lavoro a Napoli deve lasciare un’innamorata coniugata, da cui è preso "sino ai capelli". Si imbarca verso Genova e poi arriverà a Montevideo. Sul piroscafo se la fa con un’altra giovane signora, anch’essa sposata e certamente annoiata:
"quest’altra metteva la miglior grazia a farmi tosto spergiuro… e contento.”
Sembra che il tradimento procuri un piacere che il lecito non concede. È la filosofia dei libertini e del "carpe diem", l’"attimo fuggente" la cui ebbrezza è proporzionale alla sua brevità.
Le donne non sono da meno: altrettanto “mascalzone”, rinchiuse nel ruolo muliebre che concede poca libertà e creatività individuale, evadono con gli avventurosi di turno.
Verga elegante uomo di mondo si astiene da ogni giudizio morale; conosce bene i come e i perché delle regole prestabilite, forse immutabili, che sorreggono la società civile. Il testo è del 1891. Le cose oggi sono davvero molto cambiate?
Traversata tempestosa di Francis Scott Fitzgerald
Francis Scott Fitzgerald, romanticissimo come sempre, in Traversata tempestosa abbina l’esperienza di un uragano in mare alla crisi coniugale dei coniugi Smith. Il parallelismo tra natura sconvolta e patemi del cuore è calzante e immaginifico. I bauli nelle cabine sbattono pericolosamente, qualcuno si rompe un braccio nel tentativo di muoversi, qualcuno muore, le sartie sono scosse dal vento furioso, gli oblò rischiano di spezzarsi, le ondate gigantesche fanno inclinare la nave di lato di quarantacinque gradi; intanto Adrian Smith si innamora — è un uragano psichico — di una diciottenne:
"La sua gioventù sembrava scorrergli dentro, innalzandolo a un’estasi delicata, romantica, che trascendeva la passione. Non poteva rinunciarvi: aveva ritrovato qualcosa che credeva perduto per sempre con la sua gioventù."
Sua moglie Eva va fuori di testa e trascorre una notte da invasata. Vorrebbe divorziare. Passato il pericolo, con la bonaccia cessano improvvisamente anche la tentazione e il turbamento dell’uomo e l’ira della donna. I protagonisti decidono di considerare l’esperienza alla stregua di un brutto sogno, come se non fosse mai accaduta.
Sinceramente questa soluzione mi è parsa affrettata e forzata, una rimozione, il tentativo di fuggire dalla verità istintuale, un mettere la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo. Ma accade, è la verità, la vita spesso è fatta di compromessi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Da un porto all’altro: i racconti di mare di Dickens, Pirandello, Verga e Fitzgerald
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