L’ultimo cacciatore di libri
- Autore: Matthew Pearl
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2016
Se avete l’irrefrenabile desiderio di perdervi in una storia che ha il sapore di qualcosa dì autentico mischiato a una poetica immaginazione, vi consiglio la lettura di questo bel romanzo di Matthew Pearl. “L’ultimo cacciatore di libri” (Rizzoli, 2016).
La trama si svolge alla fine dell’Ottocento, esattamente nel 1890, negli anni in cui il trattato di Berna fondava le prime regole sugli accordi internazionali del copyright. Prima di una legislazione in merito, i libri erano oggetto di commerci illeciti e la pirateria spadroneggiava, creando personaggi misteriosi e affascinanti come i grandi Pen Davenport, Belial o l’unica donna alla loro altezza Kitten, che si contendevano lo scettro del migliore.
Nella vicenda si inserisce anche Edgar Fergins, modesto libraio ambulante che, appassionato vero dei libri e delle parole, comincia a narrare la sua storia al piccolo cameriere, Clover, che incontra sui treni dove si ferma con il suo banchetto.
“Tra i vari malfattori e trafficanti che da tempo immemorabile assediano i libri, i bookanieri occupano un posto di rilievo. Le loro origini risalgono alle prime leggi americane sulla regolamentazione del diritto d’autore. Le nuove norme, varate nel 1790 da integerrimi e boriosi legislatori (i soliti politici, in altre parole), esclusero deliberatamente gli autori stranieri, il che indusse gli altri Paesi a vendicarsi abolendo il copyright per le opere americane.”
In questo caos che precede ogni arrivo di un ordine, grandi autori come Mary Shelley, Mark Twain o Charles Dickens diventavano vittime di copie pirata o brani non trascritti, e, come loro, pure Robert Louis Stevenson, ritiratosi, con i suoi familiari, per problemi di salute, a Upolu, seconda isola di Samoa. Sarà questa la meta e il traguardo degli ultimi bookanieri, in cerca di ricchezza e gloria.
“«Quando la gente sognava di trasformare il ferro e il metallo in oro, la chiamavano alchimia. Il sogno ben più improbabile di trasformare dei semplici fogli di carta in una fortuna si chiama editoria»”
Ne nasce una trama avventurosa, ricca di spunti di riflessione e di viva adrenalina, dai contorni esotici, dove ogni singolo personaggio, attraverso la tecnica della narrazione a ritroso, prende vita e assume contorni quasi reali; un libro dove le nozioni storiche che si conoscono di Stevenson, “Tusitala”, come lo chiamano gli indigeni, "narratore di storie" si fondono perfettamente con la trama inventata, ma che riesce ad assumere tutti i contorni della verosimiglianza: tutto questo sarebbe potuto accadere davvero, con altri nomi, con altre circostanze, ma davvero,
E sebbene la pirateria è punita e condannata, qui ne esce il lato "nobile", meno punibile e meno gravoso, o quantomeno una valida attenuante:
“Quello che facciamo consente alle persone di leggere libri che non sarebbero alla loro portata. Siamo come Prometeo, solo che al posto del fuoco rubiamo la creatività.”
Voglio concludere con una bella e intensa citazione del sig. Fergins a colloquio col giovane amico Clover:
“«Promettere storie che dischiudono orizzonti carichi di significato. È esattamente quello che ha fatto la letteratura fin dalla sua nascita!»”
L'ultimo cacciatore di libri
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