I 10 libri da leggere almeno una volta nella vita: un titolo che può apparire quasi paradossale per un’infinità di motivi. Consideriamone solo alcuni, giusto per capire se ha davvero senso dare indicazioni riguardo a questo argomento.
Già solo a sentire questo titolo i cultori della lettura libera e spassionata, guidata dal puro istinto e dai gusti personali, potrebbero storcere il naso: i 10 libri da leggere almeno una volta nella vita sarebbero un compito a casa, di quelli che ci hanno imposto d’estate, quando frequentavamo le scuole medie e superiori; un’operazione forzata, insomma, che anziché sviluppare l’amore per i libri, indurrebbe solo a un rifiuto generalizzato non solo di quelle stesse opere che ci hanno imposto ma anche di molte altre, colpevoli solo di aver trovato la loro forma materiale nell’oggetto chiamato libro.
Esistono davvero dei libri da leggere almeno una volta nella vita?
Ci si potrebbe allora chiedere perché non basti il gusto personale a guidare le nostre scelte e perché alcuni libri sono più libri di altri; perché, insomma, alcuni libri sono da leggere almeno una volta e altri possono anche essere lasciati da parte, aspettando il momento in cui avremo più tempo libero, le vacanze, le ferie o i giorni in cui un’influenza ci costringe al letto.
Una buona risposta a questa domanda – di certo, comunque, parziale, soggettiva e opinabile – è quella che mi ha dato più di uno dei miei insegnanti, a scuola prima e, poi, anche all’università: alcuni libri sono come delle fondamenta su cui costruire tutta la conoscenza che possiamo acquisire dopo. Alcune opere sono, dunque, più importanti di altre perché senza di esse rimaniamo con un vuoto incolmabile che non ci permette di procedere oltre nella lettura, come se ci mancasse una scena, una descrizione, un personaggio che, poi, ci permetterà di comprendere più chiaramente tutte le scene, le descrizioni, i concetti e i personaggi che troveremo nelle pagine successive.
Come scegliere i libri da leggere almeno una volta nella vita?
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una domanda alla quale è arduo rispondere. Sono però gli stessi libri che possono fornirci un prezioso aiuto: se guardiamo nel vasto panorama editoriale sono molti gli autori, recenti e meno recenti, che si sono cimentati con dizionari delle opere, dizionari dei personaggi, gallerie di autori e altri testi che, a vario titolo, indicano quali sono le letture irrinunciabili. Solo per restare alle pubblicazioni degli ultimi anni, di lingua italiana, si potrebbero citare, tanto per fare qualche esempio, due ottimi libri di Fabio Stassi (Holden, Lolita, Zivago e gli altri e Il libro dei personaggi letterari) oppure il Dizionario dei personaggi di romanzo di Gesualdo Bufalino a cui lo stesso Stassi si rifa esplicitamente.
Sembra più giusto, però, invocare l’aiuto di un altro autore italiano che, oltre a essere unanimemente riconosciuto come uno dei classici del nostro Novecento è stato anche un impeccabile addetto ai lavori. Italo Calvino, infatti, dedicò molti anni della sua attività professionale a quelli che erano
“i libri degli altri”
lavorando come funzionario e consulente editoriale per la casa editrice Einaudi. È proprio alle sue Lezioni Americane che dobbiamo chiedere aiuto se cerchiamo il miglior elenco di libri da leggere almeno una volta della vita. Si tratta, in altri termini dei classici, i libri che costituiscono delle letture imprescindibili per muoversi nell’universo sconfinato della letteratura e per imparare a riconoscere quelli che sono testi di valore.
Certo, la lista di Calvino va molto oltre i dieci titoli, per questo occorre operare una selezione ulteriore. Tra i titoli presenti nel prossimo paragrafo (non tutti esplicitamente richiamati nel testo di Calvino) troverete solo dei romanzi, il genere che ha visto lo sviluppo maggiore negli ultimi secoli e che, nonostante interessanti eccezioni, sembra ancora quello più immediato e quello più adatto a descrivere la realtà. Romanzi soprattutto europei perché la nostra storia letteraria è difficilmente comprensibile senza guardare anche a un contesto culturale più ampio, seppur non totalmente eterogeneo; romanzi, infine, che siano avvicinabili anche da lettori alle prime armi: se è vero, infatti, che opere come l’Ulisse di Joyce o la Recherche di Proust sono indubbiamente imprescindibili, è altrettanto vero che alcuni libri, più di altri, richiedano una preparazione, una contestualizzazione e uno sforzo che, se imposto, potrebbe rendere queste opere davvero illeggibili.
Un’ultima considerazione - prima di arrivare al punto - sui criteri scelti per redigere l’agognata lista: quando si parla di classici abbiamo a che fare con dei libri che hanno un valore universale, a prescindere dal contesto storico in cui sono ambientati, dalle vicende narrate, dalla caratterizzazione dei personaggi sono libri da leggere perché il loro messaggio trascende i tempi e i luoghi della narrazione ed per questo che, anche a distanza di secoli, rimane ancora attuale.
Quali sono, secondo me, i 10 libri da leggere almeno una volta nella vita?
Ognuno in realtà potrebbe avere i suoi, soprattutto se è un lettore accanito, una penna consumata o un recensore infaticabile, come quelli che popolano la nostra community. La scelta, in realtà, è avvenuta soprattutto pensando a chi si sta avvicinando al mondo della lettura e ha bisogno di gettare solide fondamenta.
Ecco, allora, dopo tante premesse e tanti distinguo quali sono secondo me i 10 libri da leggere almeno una volta nella vita:
- Madame Bovary, uno degli esempi principali del realismo letterario, dove Gustave Flaubert narra la noia della provincia francese e i desideri inappagati di Emma;
- La Montagna incantata di Thomas Mann dove le storia di Hans Castorp restituisce uno dei più felici esempi di Bildungroman, capace di dar conto, attraverso una forte componente simbolista anche delle tendenze culturali e spirituali della Germania di inizio Novecento;
- Anna Karenina di Lev Tolstoj dove i veri protagonisti sono i sentimenti fondamentali che muovo l’animo umano e l’azione della protagonista: l’amore che permette di andare oltre la morale e il senso di colpa che segna il tragico epilogo della vicenda;
- Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez che confonde sapientemente realtà e sogno descrivendo Macondo, un non-luogo latinoamericano dove si muovono, tra possibile e impossibile, i sanguigni componenti della famiglia Buendia;
- Delitto e Castigo un romanzo che, come altri, fondamentali, scritti da Fedor Dostoevskij, rimane ancora oggi indispensabile per comprendere cosa sia l’introspezione psicologica e come la letteratura possa confrontarsi con tematiche esistenziali come quelle del male;
- Il Processo di Franz Kafka dove, in un’atmosfera onirica e paradossale viene messa in luce la tragica condizione dell’uomo moderno, i suoi conflitti con le istituzioni e la società e la sua angoscia.
- Gita al faro di Virginia Woolf, uno dei testi migliori per apprezzare da vicino il flusso di coscienza, tecnica letteraria che trova le sue origini nella teoria psicanalitica;
- Memorie di Adriano è uno degli esempi più felici di romanzo storico dove Marguerite Yourcenar racconta le gesta e le vicissitudini personali dell’imperatore Adriano;
- Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, il primo grande romanzo europeo che, pur traendo le proprie origini dai poemi cavallereschi rinascimentali, mette in scena l’inquietudine e la fragilità dell’uomo moderno;
- I malavoglia, romanzo verista con il quale Giovanni Verga fa entrare nella letteratura italiana i temi del progresso e della questione meridionale, narrando la storia di una famiglia di pescatori.
E quali sono secondo voi i 10 libri da leggere assolutamente nella vita?
Lasciate i vostri suggerimenti di lettura nei commenti!
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Grazie per le tue indicazioni Marianna, le indicazioni presenti nell’articolo sono state fornite con un intento preciso e la lista risponde a quello scopo: anche i tuoi titoli, però, mi sembrano molto validi e saranno di certo utili a ogni genere di lettore!
E’ una missione impossibile. La storia della letteratura e’ un universo infinito che e’ impossibile conoscere nella sua totalita’ ed all’interno della quale poter poi scegliere. Ma facciamo pure finta, per un secondo, di aver letto tutto il leggibile e, sempre per ipotesi, di ricordare tutto allo stesso modo e quindi di poter scegliere in modo egalitario. Il gusto, la sensibilita’, l’interpretazione, sono personali ed inestricabili ed i giudizi non potranno mai essere asettici. Ogni classifica dovrebbe essere sempre preceduta dal canonico "secondo me"
Secondo me ci sono opere senza la quale lettura non sarei, nel bene e nel male l’essere umano che sono, cito tra le piu formative ed in ordine sparso.
Il giovane holden
Il signore degli anelli
Il gioco delle perle di vetro
Tenera e’ la notte
Pian della tortiglia
Il principe
Don Camillo
Menorie di una geisha
La montagna incantata
Contrattacco su marte
Potrei andare avanti ma sono solo i miei gusti personali e contano davvero solo per me.
Anche se non sottoscrivo affatto la lista da te indicata, caro Roby, mi trovi, almeno in parte, d’accordo circa la premessa: come avrai sicuramente notato, infatti, anche nel mio articolo la classifica stilata è preceduta dal “secondo me” canonico. Per quanto riguarda il resto è chiaramente vero che la lettura è un universo infinito che ciascuno di noi conosce solo molto parzialmente, ed è altrettanto vero che teniamo a mente più facilmente libri letti recentemente o libri che abbiamo studiato a lungo piuttosto che altri, su cui ci siamo soffermati rapidamente. Nonostante ciò, non credo sia solo questione di gusto personale e sensibilità: anche tu noti che i titoli che indichi li ritieni migliori perché per te più formativi. Oltre all’imprescindibilità per la formazione del lettore, tanti altri potrebbero essere, poi, i criteri, che è possibile considerare oggettivi, a partire da quella che tu chiami interpretazione: ogni disciplina, critica letteraria compresa, ha i suoi canoni e le sue regole, le sue “chiavi di lettura” che consentono di valutare, in un certo qual modo “oggettivamente”, il valore di un’opera letteraria, la portata e l’universalità del suo messaggio, la sua capacità di esprimere sentimenti e idee, la nitidezza con la quale riesce a rappresentare e sussumere i tratti salienti di un’epoca storica o di una vicenda esistenziale.