

22 storie di terrore. I migliori racconti selezionati dal maestro del brivido
- Autore: Non disponibile
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
Se invece di perseverare sulla strada stucchevole del giallo contemporaneo (troppi detective-filosofi e/o piacioni, troppi serial killer dalle ipocondrie più improbabili, troppe ambientazioni regionali à la Camilleri) qualche editore contro-tendente si desse da fare per rieditare le raccolte di romanzi e racconti curate da Alfred Hitchcock, uscite in Italia tra gli anni Settanta e Ottanta (ricordo, per esempio, gli inarrivabili “Racconti per le ore piccole” per Garzanti, da tempo fuori catalogo), lo iato tensivo che fa la differenza tra una storia di suspense col protagonista che la sfanga sempre, e una dove invece non sai come gli va a finire, starebbe sotto gli occhi di tutti.
Le ventidue storie gialle, nere e nerissime che compongono il tomo - ben 650 pagine - edito dalle Edizioni Ghibli (che il dio degli editori intelligenti gliene renda merito), “22 storie di terrore. I migliori racconti selezionati dal maestro del brivido”, servono, se non altro, a rafforzare il concetto. Sono storie di lunghezza medio-breve (più un “quasi romanzo” e un romanzo vero e proprio) che trovano nel ritmo, nel mordi e fuggi, nel colpo di scena, taglio e passo caratteristici e punto di forza. Ventidue declinazioni di noir - sotto una cover magnificamente vintage - che sorprendono alle spalle e/o mozzano il fiato e/o tutte e due le cose assieme, che sono anche ventidue possibili studi sui meccanismi implacabili della suspense letteraria, quando funziona come si deve.
Una bibbia, una summa, un galateo pre-contemporaneo del delitto e del perturbante, che dall’aura eco-vengeance de “Gli uccelli” (Daphne du Maurier) si spinge al simil-gotico di “Mordono” (Anthony Boucher), al fantastico Twilight zone-style di “Come si scompare” (Jack Finney, è quello de “L’invasione degli ultracorpi”), fino al crescendo implacabile di “Panico” (G. B. Gilford), al giallo classico di “Sentenza di morte” (Thomas Walsh), e ancora e ancora (oltre). Come motteggia sir Alfred Hitchcock in persona nella sua sapida - e caratteristica - introduzione al volume:
“Secondo alcuni la lettura di un racconto del brivido ha valore terapeutico: dà sfogo alle tendenze omicide del lettore, permettendogli di godersi quei delitti che ha sempre desiderato di commettere, ma che non ha commesso per mancanza di ‘decisione’. Se questo è vero, secondo me ci son qui delitti tali da soddisfare qualunque desiderio frustrato – o almeno quelli normali”.
Vi giuro che anche senza tirare in ballo traduzioni recondite della vostra inclinazione al thrilling, le “22 storie di terrore” (da leggere e apprezzare con la dovuta perizia, senza la smania di finire al più presto, un racconto per volta, un racconto per notte) selezionate da Hitch funzionano a meraviglia e non vi deluderanno. Vi impediranno semmai di dormire sonni tranquilli per un bel po’ di tempo. Ma ciò fa parte delle contro-indicazioni se si gradiscono letture da brivido degne di tal nome.

Alfred Hitchcock presenta 22 storie di terrore. I migliori racconti selezionati dal maestro del brivido
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