Esiste una parte del Mondo in cui la vita è un sottile filo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. Esiste una parte del Mondo - nel 2014 - in cui ci si addormenta sapendo che probabilmente non ci sarà un domani e in cui ogni giorno concluso ancora in vita o con tutti e quattro gli arti è una grande conquista.
Il solito scenario di guerra, una delle tante della nostra epoca, in cui però c’è chi cerca di conservare strenuamente la propria dignità come dimostrano gli scatti della fotografa Nada Jaffal in cui una bambina mette in salvo alcuni libri dalle macerie di un edificio crollato in seguito ad uno dei numerosi bombardamenti che si susseguono a Gaza.
Sembra una scena tratta dal capolavoro di Markus Zusak, autore de "La bambina che salvava i libri" da cui è stato tratto recentemente il film "Storia di una ladra di libri". Uno scatto alquanto insolito: non bambini senza arti, non anziani dallo sguardo vacuo, ma semplicemente una ragazzina che cerca di ritagliare uno spazio di umanità dove la bruttura la fa da padrona.
I bambini di Gaza non sono solo quelli anonimi che compaiono negli elenchi delle vittime di una guerra stupida e incomprensibile: sono i bambini che, come afferma Khaled Hosseini ne "Il cacciatore di aquiloni", non hanno infanzia, sono condannati ad essere "piccoli uomini" e affrontano, giorno dopo giorno, la propria sorte con coraggio e senza mai perdersi d’animo, con la fiducia di chi, nonostante tutto, continua a credere nel futuro sapendo che non c’è futuro senza cultura e che il futuro si costruisce a partire dal sapere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A Gaza la bambina che salva i libri tra le macerie
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