Praga è una città crepuscolare, che sembra vivere in un’eterna e malinconica ora blu, scandita dai rintocchi del grande orologio astronomico nella piazza di Staré Mesto, sospesa in un intrico di ponti che si ergono sulla Moldava, il fiume più lungo della Repubblica Ceca.
È una città labirintica, come la mente dell’autore cui ha dato i natali: lo scrittore Franz Kafka.
Ricorrono oggi i 140 anni dalla nascita di Kafka, nato a Praga il 3 luglio 1883, in occasione dell’anniversario vi proponiamo un itinerario attraverso i luoghi in cui è vissuto. Perché Kafka è Praga e Praga è Kafka, come scrisse Johannes Urzidil nel libro Di qui passa Kafka, notando che la città era contenuta ovunque nell’opera dello scrittore in “finissime particelle”.
La capitale ceca è un regno di incanti e di spettri che custodisce l’essenza profonda dell’autore de La metamorfosi (1915).
Secondo alcuni critici la peculiare geografia della città ha influito sulla struttura delle trame kafkiane e persino sulla psicologia dei personaggi. Soltanto a Praga potevano nascere opere come Il processo, nel cui penultimo capitolo troviamo una descrizione suggestiva della Cattedrale San Vito, o Il castello, grande romanzo incompiuto, probabilmente ispirato all’autore dalla vista del Castello di Praga (Prazsky Hrad), simbolo del potere politico della Boemia. Da lontano il castello poteva apparire misterioso e inaccessibile, trasudare un fascino leggendario, come quello immortalato da Kafka nella sua opera forse più surreale e sfuggente.
In questa città l’autore è rimasto come imprigionato; lo testimoniava del resto lui stesso in una celebre lettera a Oskar Pollak, scritta il 20 dicembre 1902.
Praga non ci lascia più andare. Questa piccola madre ha gli artigli. Non c’è altro da fare che cedere. Per potersene liberare bisognerebbe darle fuoco da due lati, il Vyšehrad e il Hradčany.
Non è difficile immaginare Franz Kafka mentre cammina per le strade di Praga, come Joseph K., il protagonista de Il processo. Ancora oggi la Città Vecchia conserva un’atmosfera antica, rimasta immutata come se il tempo non fosse trascorso; e allora ecco che dietro l’angolo potrebbe apparire anche un uomo con un cappello a bombetta, un cappotto allacciato stretto sino al petto, le lucide scarpe nere che tradiscono un passo nervoso. L’uomo ha un volto scarno dallo sguardo assente, sempre teso in direzione di un non meglio precisato altrove. Dove possiamo trovarlo? Quali sono i luoghi di Kafka a Praga? Vi proponiamo un itinerario tappa per tappa per mettervi sulle sue tracce.
Il museo di Franz Kafka
Per immergervi completamente nel mondo di Kafka dovete visitare il museo dedicato all’autore. Il Franz Kafka Museum è aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 18, e ha un costo di circa 200 corone (pari a 7 euro e cinquanta centesimi). Si trova a Cihelná 2b, Praha 1, nel quartiere di Mala Strana, poco distante da un’altra irresistibile attrazione per gli amanti dei libri: Shakespeare a synové, la versione ceca di Shakespeare and company.
All’esterno del museo troverete una scultura singolare “The Pissing Men”, si tratta di una fontana realizzata dall’artista David Černý nel 2004: in un laghetto che ha la forma della Repubblica Ceca vedrete due figure impegnate a urinare l’una di fronte all’altra. Un sacrilegio? Niente affatto, in realtà il getto compone delle frasi tratte dai romanzi di Franz Kafka, e non solo. L’artista ha dichiarato che le due figure possono comporre anche un messaggio su commissione, se inviato al numero di cellulare indicato accanto alla scultura. Provocatoria e singolare, l’opera di Černý intende ricordare che tutta la letteratura è, in fondo, uno “scrivere sull’acqua”.
Il museo di Kafka è un’attrazione da non perdere: entrerete in labirinto di stanze buie illuminate da numerosi schermi multimediali. La parte iniziale della mostra è dedicata all’infanzia dello scrittore e ne approfondisce in particolare le origini ebraiche. Si prosegue nella vita dell’autore tappa dopo tappa, in ordine cronologico, scoprendone anche lati inediti come la passione per il teatro Yiddish. Vi sono conservate le lettere originali, i manoscritti autografi di Kafka e le prime edizioni delle sue opere; ma troverete anche le sue pagelle, i suoi referti medici e i voti dei suoi esami universitari alla facoltà di Legge.
Un inedito video mostra filmati d’epoca che rivelano com’era la città di Praga ai tempi dello scrittore, infine nei sotterranei del museo la mostra diventa interattiva rivelando un labirinto di grandi cassetti, etichettati per nome come in un archivio, che sembrano simulare la terribile burocrazia che nei romanzi di Kafka è percepita come il riflesso del male.
La casa natale di Kafka
Nella Città Vecchia è possibile visitare la casa natale dello scrittore, oggi segnalata da una placca in bronzo realizzata da Karel Hladìk nel 1965. Si trova al numero 3 di Náměstí Franze Kafky; si può ammirare il portone esterno, mentre all’interno è stata allestita una piccola mostra dedicata a Kafka.
La statua di Franz Kafka realizzata da Jaroslav Róna
Nel quartiere ebraico di Praga, proprio accanto all’ingresso della splendida Sinagoga Spagnola di via Vězeňská, potete imbattervi in una scultura singolare dedicata a Franz Kafka. L’opera è stata realizzata nel 2003 da Jaroslav Róna ed è ispirata al racconto Descrizione di una battaglia. La statua raffigura un uomo seduto a cavalcioni sopra un abito maschile vuoto. Simboleggia Kafka che esplora un paesaggio immaginario seduto sulle spalle di un conoscente (si riferisce probabilmente al padre Hermann Kafka), il che rimanda al perfetto stile kafkiano in cui il punto di vista del narratore appare sempre esterno alla vicenda narrata. Non a caso l’abito è vuoto, vi è stata rimossa la presenza del corpo; il che rimanda a una domanda precisa, l’eredità di un padre fantasma, di un padre assente, si può definire “eredità”?
Il cafè Savoy
Per calarvi appieno nell’epoca di Franz Kafka vi consigliamo una visita al sontuoso Cafè Savoy, uno dei luoghi in cui l’autore era solito trascorrere il tempo dopo il lavoro, insieme all’amico scrittore Max Brod. Il locale si trova sulla sponda della Moldava, alle pendici della collina di Petřín, ed è contraddistinto da un’atmosfera Belle Époque dal fascino romantico. All’interno troverete eleganti camerieri in livrea, lampadari di cristallo, pareti ricoperte da bottiglie di vino che nella luce soffusa assumono riflessi iridescenti. Il Savoy era frequentato anche da un altro grande intellettuale, il poeta Rainer Maria Rilke. E sembra che questo luogo conservi ancora la poesia e l’ispirazione dei grandi autori che l’hanno visitato.
La statua di Franz Kafka realizzata da David Černý
Un’altra opera dell’estroverso artista David Černý stavolta dedicata proprio allo scrittore stesso. Realizzata nel 2014, la mastodontica statua (dal peso di 39 tonnellate e 11 metri di altezza) si trova vicino all’ingresso del centro commerciale Quadrio, proprio accanto alla stazione della metropolitana Národní. Si tratta di una scultura cinetica, che raffigura la testa di Kafka attraverso 42 lastre di metallo in movimento. Misteriosa e angosciante, la scultura di Černý dedicata a Kafka vuole evocare le “metamorfosi” dell’autore, attraverso un “io” che appare perennemente mutevole e in evoluzione, una “dismorfofobia” quindi che non appartiene al corpo ma all’identità stessa.
(Prague, Czech Republc - July 11 2020: Turning Head of Franz Kafka in Czech Hlava Franze Kafky Statue by Davd Cerny @ DietmarRauscher/depositphotos.com)
La tomba di Franz Kafka
Per terminare il nostro itinerario giungiamo al luogo di sepoltura dello scrittore. La tomba di Franz Kafka si trova al Nuovo cimitero ebraico (Nový židovský hřbitov), nel quartiere Žižkov, ed è davvero imponente. Si tratta di una tomba di famiglia, dove riposano sia l’autore che i suoi genitori, il padre Hermann e la madre Julie. Una piccola targa inoltre commemora le sorelle di Kafka, Elli, Valli e Ottla, morte nei campi di concentramento nazisti di Chelmno e Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale. Il luogo di sepoltura di Kafka ha un fascino spettrale e oscuro, tutte le tombe presenti nel cimitero sono ricoperte di muschio e, tra le erbacce incolte che le circondano, appaiono come presenze vive pronte a sussurrare segreti al visitatore.
Kafka morì, probabilmente di fame, il 3 giugno 1924 nel sanatorio di Kierling. A causa della tubercolosi laringea di cui soffriva lo scrittore non poteva più parlare, mangiare o bere, riusciva però a scrivere; sul letto di morte stava ultimando il racconto Un digiunatore (Ein Hungerkünstler, letteralmente “Un artista della fame”).
Nightwish62, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
A proposito di Praga e, in particolare della Città Vecchia, Franz Kafka era solito dire “Questo piccolo cerchio racchiude tutta la mia vita”; era la sua ultima metamorfosi, forse la più solenne. Lo scrittore si era tramutato in un luogo, la città di Praga, labirintica e crepuscolare come lui, il cerchio magico dentro cui la sua persona tuttora riprende a vivere, come in un eterno ritorno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A Praga con Franz Kafka: le strade, le statue, i caffè
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