Il 10 ottobre 1517 due viaggiatori particolari arrivano ad Amboise, Francia. Non sono persone qualsiasi. Antonio de Beatis è un canonico originario di Molfetta: accompagna il cardinale Luigi d’Aragona nel suo grand tour d’Europa.
In veste di segretario organizza i dettagli pratici del viaggio, si occupa delle celebrazioni religiose, scrive lettere fino a tarda notte. E relaziona gli eventi in un manoscritto, intitolato Itinerario di viaggio del cardinale Luigi d’Aragona e conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
Insieme incontrano teste coronate e diplomazia di mezzo continente. E artisti. In Francia sono ospiti di un illustre connazionale e a Antonio de Beatis capita una di quelle opportunità offerte dal suo lavoro che compensa le tante preoccupazioni quotidiane, potrà scrivere:
Ho conosciuto Leonardo.
Si tratta proprio di Leonardo da Vinci, il genio Leonardo. Il libro in cui Antonio de Beatis descrive l’incontro è visibile al pubblico presso la mostra torinese L’autoritratto di Leonardo. storia e contemporaneità di un capolavoro, in programma dal 28 marzo.
“A tu per tu con Leonardo”: il manoscritto da Napoli a Torino
Certi viaggi sono destinati a ripetersi. Così i due tornano a visitare il grande maestro. Cambiano i tempi (sono trascorsi cinque secoli da quel primo viaggio) e i luoghi: ad Amboise si sostituiscono Torino e la sua Biblioteca Reale che dal 28 marzo ospita un evento ormai tradizionale: A tu per tu con Leonardo, mostra di disegni e manoscritti. Ed occasione per approfondire il genio cinquecentesco.
A viaggiare questa volta è un libro: da Napoli il manoscritto è partito per arrivare in Piemonte dove sarà il pezzo forte dell’esposizione, assieme al celebre autoritratto del maestro realizzato proprio negli anni francesi.
L’incontro con Leonardo raccontato da Antonio de Beatis
L’accoppiata è quasi d’obbligo. Il manoscritto custodito per molto tempo tra gli scaffali delle collezioni librarie napoletane, è stato riscoperto e ripubblicato da Ludwig von Pastor che ne intuisce i pregi.
L’opera ha molto da raccontare sul mistero di Leonardo.
È una testimonianza di prima mano: un reportage giornalistico ante litteram. Antonio de Beatis è affascinato dall’ospite e non nasconde l’emozione per l’incontro con una celebrità del suo tempo. Racconta lo studio del maestro nel castello di Cloux, nella valle della Loira. Parla della presenza di molti manoscritti:
Quali se vengono in luce saranno profigui e molto delectevoli.
Verosimilmente sono trattati di anatomia, pittura, volo, ottica, meccanica. La biblioteca di Leonardo lo ha seguito nella traversata delle Alpi, una vera e propria carovana che ha traslocato oltre confine tutti i suoi averi. E quadri.
Uno di certa donna fiorentina, facto di naturale, ad instantia del quondam magnifico Iuliano de Medici, l’altro di san Iohanne Baprista giovane, et uno della Madonna et del figliolo che stan posti in gremmo de sancta Anna, tucti perfectissimi.
Ed è a questo punto che l’occhio del lettore si fa attento. L’incontro ha un testimone silenzioso e inaspettato: la signora fiorentina è l’inseparabile Monna Lisa.
La Gioconda accompagna Leonardo nei suoi viaggi e resterà in Francia alla sua morte. Proprio le parole di de Beatis aprono nuovi spiragli sull’interpretazione del quadro e sull’identità della donna ritratta che più tardi Freud, con la consueta lungimiranza, identificherà con l’immagine della madre dell’artista.
Ma è l’uomo Leonardo che il canonico coglie appieno.
Leonardo ha sessantaquattro anni e i postumi di un ictus cerebrale che ha compromesso l’uso della mano destra, ma che non gli impedisce di disegnare visto che è mancino.
Ed è facile immaginare come l’età e la malattia acuiscano la nostalgia di casa: all’artista fa probabilmente piacere incontrare degli italiani, ricevere notizie di prima mano del suo paese.
L’autoritratto di Leonardo: la mostra a Torino
A Torino le sale dei Musei Reali e della Biblioteca Reale fino al 30 giugno raccolgono oltre 60 opere. Quindici sono di Leonardo da Vinci: c’è l’autoritratto, naturalmente. E sei fogli del Codice Atlantico realizzati in Francia e acquistati da Carlo Alberto di Savoia.
A questi si aggiungono i prestiti da istituzioni e collezioni private: testimonianze del lavoro del genio leonardesco negli ultimi anni di vita. E oltre: la rassegna comprende anche le opere di allievi, seguaci e imitatori e uno sguardo alla rappresentazione contemporanea del volto umano attraverso le sculture di Giuliano Vangi.
Segno che la lezione di Leonardo è viva nel tempo. Non a caso la mostra, aperta dalle 9 alle 19, è accompagnata dal catalogo intitolato L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro a cura di Paola Salvi, pubblicato da Silvana Editoriale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “A tu per tu con Leonardo”: in mostra a Torino il manoscritto di Antonio de Beatis
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