Immagine di copertina Credits: Birillo253, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Addio a Maurizio Costanzo. Il grande presentatore e giornalista, che ha fatto la storia della tv italiana, si è spento oggi, 24 febbraio 2023, nella clinica Paideia di Roma. Aveva ottantaquattro anni.
È stato il conduttore di uno dei programmi televisivi più longevi, il Maurizio Costanzo Show (ben quarantadue edizioni), nel cui salotto ha commentato tutti gli avvenimenti più importanti della storia recente dall’economia allo spettacolo, dagli argomenti di attualità mondana alla politica.
È considerato l’inventore della formula del talk-show all’italiana: a lui dobbiamo un format televisivo di successo, antesignano dei salotti televisivi contemporanei.
Lo ricordiamo con la sua voce pacata, le braccia conserte o posate dietro la schiena, mentre commentava le parole degli ospiti e rifletteva sui più disparati argomenti entrando, di fatto, anche nelle nostre case.
Per tutti noi Maurizio Costanzo è stato “un po’ uno di famiglia”, la cui voce e la cui presenza ci ha tenuto compagnia negli anni, persino quando il ronzio del televisore era un sottofondo dei caotici pranzi domenicali. Sapevamo che lui aveva un’opinione su tutto e che non l’avrebbe taciuta per nessuna ragione al mondo: potevamo essere d’accordo o in disaccordo, ma in ogni caso certi della sua esposizione mediatica. Era in grado di parlare di ogni argomento, dalla cronaca alla politica, dalla mafia al trash: sapeva trattare con cognizione di causa anche i temi più leggeri, alimentando così una forma di intrattenimento spontaneo che ancora oggi in molti cercano di imitare.
Faceva le domande giuste, sapeva parlare e non aveva paura di sfidare. In lui si condensavano due figure: l’audacia e la parlantina del presentatore e il pensiero fine del giornalista. È stato un’icona della tv proprio grazie al suo talento come cronista live: nulla gli sfuggiva e aveva lo sguardo indagatore dell’osservatore letterario.
Maurizio Costanzo: i libri scritti dal giornalista
Il suo mentore era stato Indro Montanelli, che lo chiamava affettuosamente “Costanzino”.
Costanzo aveva esordito nel 1956, a soli diciotto anni, come cronista per un quotidiano locale romano Paese Sera, per poi divenire caporedattore del mensile Grazia e, nel 1978, direttore della Domenica del Corriere. Alcuni anni dopo sarebbe divenuto conduttore radiofonico per il programma Buon pomeriggio, prima di passare all’ambito televisivo all’epoca ancora agli albori.
Prima di essere un uomo di spettacolo, un gigante della televisione italiana, Maurizio Costanzo è stato un giornalista, un cronista e, soprattutto, uno scrittore.
Ricordiamo i numerosi libri scritti dal giornalista che segnano, in parte, le tappe fondamentali della sua biografia.
Chi mi credo di essere? (Mondadori, 2004)
Chi mi credo di essere? sembra un insulto rivolto a sé stesso ed è il titolo di un libro che è una confessione impetuosa, uno sfogo, in cui Maurizio Costanzo si rivela sé stesso nella sua profonda umanità, senza essere a portata di telecamera. In un racconto scorrevole e avvincente Costanzo narra il dietro alle quinte della sua vita, senza filtri e senza preoccuparsi di fare nomi e cognomi dei diretti interessati.
Chi mi credo di essere
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E che sarà mai? (Mondadori, 2006)
In questi capitoli è condensata la personale filosofia di vita di Costanzo: l’approccio alla vita del "E che sarà mai?", in cui celebra il salutare distacco da ciò che non vale la pena.
In queste pagine Costanzo rompe i tabù della vita privata e parla senza censure, anche del rapporto talvolta difficile e complesso con i figli.
E che sarà mai?
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La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza (Mondadori, 2009)
Maurizio Costanzo confessa di collezionare tartarughe. Di più: le ama, le ammira e spera di essere diventato come loro. Dice di provare invidia per la loro capacità di ritrarsi e mettersi nel guscio, in sicurezza. La tartaruga corre rischi solo se si ribalta o viene ribaltata, per il resto è al sicuro, a differenza dell’uomo.
In queste pagine un prezioso vademecum su come reggere il peso dell’esistenza.
La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza
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Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (Gremese Editore, 2015)
Un’inedita raccolta di scritti per il palcoscenico pubblicata a distanza di cinquant’anni dai primi testi composti per il cabaret. In questi testi si rivela il Maurizio Costanzo commediografo. In questi testi trapela il piglio indagatore e l’ironia sottile tutta made in Costanzo.
Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi
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Vi racconto l’Isis (Mondadori, 2016)
Un breve saggio di una settantina di pagine in cui Maurizio Costanzo parla della paura, degli attentati, del boato delle bombe che lui ha sentito molto da vicino un giorno di tanti anni prima.
In fondo la stessa paura che viviamo tutti da quando l’Occidente è diventato bersaglio del fanatismo integralista dell’Isis. Ma cos’è l’Isis? Chi sono e perché c’è gente che uccide e si fa esplodere in nome di Allah? In questo scritto, senza pubblicità di mezzo, Costanzo prova a dare delle risposte più approfondite al suo pubblico.
Vi racconto l'Isis
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Il tritolo e le rose. I miei memorabili anni Novanta (Mondadori, 2018)
In queste pagine, Il tritolo e le rose, Costanzo racconta e celebra un decennio difficile da etichettare, da definire: gli anni Novanta. Per spiegare questo periodo Costanzo di parole ne usa due. Il tritolo dell’autobomba che doveva ucciderlo, e le rose della storia d’amore con Maria De Filippi. Perché se quel 14 maggio 1993 l’attentato di Cosa Nostra fosse andato a segno, "la mia vita sarebbe saltata in aria e io non avrei potuto sposare la donna che amavo: Maria".
Il tritolo e le rose. I miei memorabili anni Novanta
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Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (Mondadori, 2022)
Una biografia originale, scritta sotto forma di inventario. "Smemorabilia", è un’invenzione linguistica di Costanzo, un neologismo: un misto di “smemorie”, altra parola di origine costanziana, e “memorabilia”.
Il filo conduttore di questo libro è la nostalgia. Nostalgia per cose e persone perdute, perciò da ricordare. In questo personalissimo catalogo dietro ogni oggetto, dal flipper al telefono a gettoni, si nasconde una storia privata da raccontare, un ricordo, una confessione.
Quest’ultimo libro può essere letto come la forma più intima e privata del Maurizio Costanzo Show che, ne siamo certi, continua ancora nell’eredità che Costanzo ha lasciato: non solo alla nostra televisione, ma al dibattito costante sull’attualità ancora in atto.
Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Maurizio Costanzo: ricordiamo i libri scritti dal giornalista
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