L’amore prima di noi di Paola Mastrocola, pubblicato da Einaudi nel 2016, è un’affascinante raccolta di storie della mitologia classica con un tema comune: l’amore. L’autrice è riuscita, in queste pagine, a immergerci in un mondo che non è poi troppo lontano dal nostro e a raccontarci come era vissuto l’amore prima di noi.
Ma il titolo significa anche qualcosa di più; si riferisce all’amore come un sentimento totalizzante e accecante, che condiziona le nostre scelte e viene, in un certo senso, prima di noi stessi. Questo sentimento, così potente e travolgente, ha la capacità di influenzare profondamente ogni aspetto della nostra vita, dalle decisioni quotidiane ai grandi cambiamenti esistenziali. L’amore, in questo senso, non è solo un’emozione che proviamo, ma una forza che ci guida e ci plasma, spesso senza che ce ne rendiamo conto. Questo titolo vuole evocare l’idea che l’amore, in tutte le sue forme e manifestazioni, è una parte intrinseca della nostra umanità, qualcosa che esisteva prima di noi e che continuerà a esistere dopo di noi, influenzando e modellando le nostre vite in modi profondi e spesso inaspettati.
Secondo l’autrice, la parte più difficile della stesura del libro è stata trovare un equilibrio tra rispettare l’integrità dei miti originali e aggiungere una sua prospettiva contemporanea. Questo equilibrio è stato delicato e complesso da raggiungere, poiché i miti classici hanno una struttura e una profondità che devono essere preservate per mantenere la loro autenticità e il loro impatto culturale. Allo stesso tempo, era necessario infondere nelle storie elementi che risuonassero con il lettore moderno, offrendo nuove interpretazioni e riflessioni che potessero arricchire la comprensione di questi antichi racconti.
Amore e rapimento: dai miti all’estasi amorosa
Il libro è diviso in sezioni che descrivono l’amore. La prima di queste è intitolata “L’amore è rapimento”.
Anche qui, oltre al significato letterale, si cela qualcosa di più sottile. Infatti, il rapimento è inteso sia in senso fisico (quello di Persefone e di Europa, che vengono rapite rispettivamente da Ade e da Zeus, per esempio) sia in senso più astratto come rapimento dei sensi ed estasi che chi è innamorato prova.
Questo concetto di rapimento va oltre il semplice atto di essere portati via con la forza; si colloca su un piano simbolico. Quando parliamo di rapimento in amore, ci riferiamo anche a quel momento in cui i sensi sono completamente sopraffatti dall’emozione, quando la mente e il cuore sono catturati e trasportati in un’altra dimensione.
Amore e fuga: un’emozione trasformativa
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Un’altra sezione è intitolata “L’amore è fuga”. Vediamo in che senso. L’amore è fuga dalla parte peggiore di noi stessi, è fuga quando ci affanniamo e non ci accorgiamo di desiderare ciò che abbiamo accanto, ma soprattutto è fuga per far maturare la consapevolezza del nuovo sentimento che sta germogliando nel nostro cuore.
Questo concetto di fuga non si limita solo a un allontanamento fisico o geografico, ma si estende a un livello più profondo e interiore. È una fuga dalle nostre paure, dalle nostre insicurezze e dai nostri difetti, che spesso ci impediscono di vedere e apprezzare ciò che abbiamo di più prezioso vicino a noi. Quando siamo presi dalla frenesia della vita quotidiana, possiamo facilmente perdere di vista ciò che è veramente importante, e l’amore ci offre un’opportunità di rifugiarci in un luogo sicuro dove possiamo riscoprire noi stessi e i nostri veri desideri. Inoltre, questa fuga è anche un viaggio di crescita personale, un percorso che ci permette di sviluppare una maggiore consapevolezza e comprensione del nuovo sentimento che sta nascendo dentro di noi. È un processo di maturazione che ci aiuta a riconoscere e ad accettare l’amore in tutte le sue forme, permettendoci di abbracciare pienamente questa emozione trasformativa.
Amare è imparare a conoscere la persona amata: Aretusa e Alfeo
In questo libro, come abbiamo visto, Mastrocola mette in luce le diverse sfumature della parola “amore”. Nella storia di Aretusa si può leggere:
Amare è diventare di continuo altro, essere multiformi.
Aretusa è una ninfa androgina che viene corteggiata dal fiume Alfeo, ma lo rifiuta. Per intervento di Artemide, la ninfa viene trasformata in una sorgente d’acqua pura e così incontra Alfeo, scoprendo di apprezzare in fondo il suo amore. La frase è intesa nel senso di imparare a conoscere la persona amata ed imparare ad adattarsi alle sue esigenze, nel senso di trovare la forma giusta che si adegua all’altro, accoglierlo dentro di sé e farsi riempire.
Purtroppo è una verità troppo spesso dimenticata in questi giorni. C’è un confine invalicabile che deve essere rispettato tra chi ama e chi non vuole essere amato. I casi di cronaca ci confermano che questo principio è talvolta violato.
Amare significa essere disposti a cambiare e a evolversi continuamente, a essere flessibili e aperti alle trasformazioni che l’amore richiede. È un processo dinamico in cui si impara a comprendere profondamente l’altro, a riconoscere i suoi bisogni e desideri e a trovare il modo di armonizzarli con i propri. Questo richiede una grande capacità di adattamento e una volontà di mettersi in gioco, di lasciarsi plasmare dall’amore e di accogliere l’altro dentro di sé, permettendo che questo incontro arricchisca e trasformi entrambi. Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’amore deve sempre rispettare i confini e la volontà dell’altro. Non si può forzare qualcuno ad amare e il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi relazione sana.
Amore e sguardo: Jacopo da Lentini, Pasifae ed Euridice
Un’altra storia che mi ha colpito è quella dell’amore mai compiuto tra Dedalo e Pasifae. Riguardo a quest’ultima, la scrittrice afferma che
il destino le stava dipinto negli occhi.
In effetti, gli occhi hanno una grande importanza nel libro. Si sa “Li occhi in prima generan l’amore”, lo affermava già Jacopo da Lentini. Nella storia di Orfeo ed Euridice, Mastrocola scrive che “l’amore è sguardo”, proprio a sottolineare il legame imprescindibile tra la vista e il cuore. Per quanto riguarda Pasifae, gli occhi hanno un significato più tetro; è attraverso di essi che si può leggere il suo folle amore per un toro e il suo tragico destino. Gli occhi, in questo contesto, non sono solo un mezzo per vedere il mondo esterno, ma diventano anche uno specchio dell’anima, rivelando emozioni profonde e segreti nascosti.
Il limite della parola nell’amore: Fedra
Nella tragica vicenda di Fedra, Mastrocola ha scritto delle parole che mi hanno colpito nel profondo:
La parola torce ogni sentire, lo sottomette al giogo della chiarezza.
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In effetti, la parola nel caso di Fedra si rivelerà fatale, perché, confessando il suo amore per il figliastro Ippolito, si espone alla vergogna e si suicida. Anche senza ricorrere a casi così estremi, parlare di qualcosa la concretizza, la ingigantisce, la obbliga a stare entro schemi logici prestabiliti. Per questo la verità risiede in ciò che non diciamo, nei nostri sentimenti e non nella parola, che spesso danneggia e logora il fragile animo umano.
La parola, infatti, non solo chiarisce e definisce, ma può anche distorcere e amplificare, rendendo i sentimenti più pesanti e difficili da gestire. La vicenda di Fedra ci insegna che, sebbene la comunicazione sia fondamentale, è altrettanto importante riconoscere i limiti delle parole e rispettare la delicatezza dei sentimenti umani, che spesso trovano la loro verità più profonda al di là del linguaggio.
Il labirinto dell’anima: Icaro e il Minotauro
Molto interessante e forse poco conosciuto è l’incontro tra Icaro e il Minotauro nel labirinto, che per Icaro è un gioco, un posto da scoprire, mentre per il Minotauro è una prigione.
Il labirinto, in fondo, è la nostra anima, rappresenta le complessità e le contraddizioni della nostra psiche, è un luogo intricato dove si nascondono i nostri desideri più profondi, le nostre paure e le nostre speranze. È un simbolo della nostra ricerca interiore, del nostro viaggio attraverso le sfide e le difficoltà della vita, alla ricerca di un significato e di una comprensione più profonda di chi siamo. È la nostra prigione. Come dice il piccolo Minotauro, ognuno ha la sua. Per Icaro è il desiderio sfrenato, oltre ogni limite; per il Minotauro è il proprio aspetto fisico.
Amore, mondo, infinito: una definizione dalle mille sfaccettature
Concluderei con una riflessione sulla natura dell’amore. Tra le tante, la definizione secondo me migliore dell’amore è senza dubbio l’ultima: l’amore è il mondo, l’infinito. L’amore è tutto ciò che ci circonda, impregna ogni singola fibra dell’universo. L’amore è l’energia suprema che sostiene e guida tutto l’universo.
Questa definizione racchiude l’essenza stessa dell’amore come forza onnipresente. L’amore non è solo un sentimento tra due persone, ma una forza che permea ogni aspetto della nostra esistenza. È presente nella natura, nelle relazioni umane, nelle nostre aspirazioni e nei nostri sogni. L’amore è ciò che ci connette gli uni agli altri e ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. È l’energia che ci spinge a migliorare noi stessi, a cercare la bellezza e la verità, a creare e a costruire.
L’amore è il motore che muove il mondo, che dà significato alle nostre vite e che ci ispira a compiere grandi cose. È una forza che trascende il tempo e lo spazio, che unisce passato, presente e futuro in un unico flusso di energia vitale. In questo senso, l’amore è davvero infinito, perché non ha confini e non conosce limiti. È una risorsa inesauribile che possiamo trovare ovunque guardiamo, se solo siamo disposti ad aprire il nostro cuore e la nostra mente.
Recensione del libro
L’amore prima di noi
di Paola Mastrocola
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore nella mitologia classica, analizzato nel libro di Paola Mastrocola
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