Una delle storie più conosciute della mitologia greca è quella del Minotauro, un mostro mitologico, metà uomo e metà toro. Di seguito ripercorriamo la storia di questa figura, dalla nascita fino alla sua uccisione.
Letteralmente, Minotauro significa "toro di Minosse", quest’ultimo era il famoso re di Creta, sposato a Pasifae.
Diversi personaggi partecipano alla vicenda del Minotauro, oltre a Pasifae e Minosse, troviamo anche Dedalo, Arianna, Teseo ed alcune divinità.
Il mito greco a volte è anche truculento, non solo narra diverse vicende amorose tra gli uomini (sarebbe meglio dire "i mortali") e gli dei, ma a volte riporta relazioni scabrose, come quella di Pasifae.
Nei prossimi paragrafi andremo a vedere e approfondire la figura del Minotauro nella mitologia greca, così da conoscere meglio questa figura.
La nascita del Minotauro
Si racconta che la moglie del re cretese Minosse, Pasifae, si fosse innamorata di uno splendido toro bianco. Ma quale fu l’origine di questa passione innaturale?
Il mito fornisce due versioni, secondo la prima (e meno nota) l’orribile passione fu la conseguenza di una punizione escogitata da Afrodite, la dea dell’amore, nei confronti di Pasifae. A questo proposito, è bene ricordare che le divinità greche potevano essere molto vendicative, qualora non fossero tributate loro le giuste onorificenze.
In questi casi, potevano far "impazzire" la vittima oppure sacrificarla ad un amore ingiurioso e abominevole, come fu appunto quello di Pasifae per il toro.
Secondo un’altra versione, la punizione era stata escogitata da una vendetta di Poseidone, al quale Minosse aveva omesso di sacrificare, come faceva di consueto, il miglior toro. Il dio del mare, per vendicarsi, aveva fatto sì che la moglie si innamorasse proprio di questo toro.
Ma come riuscì Pasifae ad unirsi al toro? Secondo il mito, la donna chiese a Dedalo, l’artista di corte, di realizzare una scultura in legno a forma di vacca. L’artista esegui il compito e lo fece così bene che Pasifae, una volta entrata nella scultura, poté ingannare il toro ed unirsi a lui, realizzando il suo desiderio.
Da questa unione nacque il Minotauro, il mostro metà uomo e metà toro. Una volta nato, l’abominevole mostro fu nascosto all’interno di un labirinto, realizzato da Dedalo su ordine del re, che voleva nascondere la vergogna.
La vicenda di Teseo e Arianna
La storia del Minotauro si intreccia, a questo punto, con quella dell’eroe Teseo, figlio di Egeo, re di Atene. Sembra infatti che Egeo incaricò il foglio di Minosse, Androgeo, di uccidere il toro di Maratona, detto anche Toro di Creta, lo stesso con cui Pasifae aveva compiuto l’orribile unione. Il giovane però morì nell’impresa.
Secondo un’altra versione, furono gli ateniesi a uccidere Androgeo, perché questo li umiliò vincendo tutte le competizioni sportive.
Comunque andarono i fatti, Minosse si vendicò di Atene e, dopo aver vinto la guerra contro la città, pretese un pesante tributo: per riscattare il figlio, il re di Creta volle che ogni anno sette ragazzi e sette ragazze ateniesi fossero dati in pasto al Minotauro.
Teseo non poteva certo tollerare che la città di Atene continuasse a perde giovani vite e per questo si imbarcò facendo finta di proporsi come vittima. Una volta arrivato a Creta, il giovane eroe conobbe la figlia del re, Arianna, che, come spesso succede in questi casi, si innamorò di lui.
Per aiutarlo nell’impresa, la ragazza gli fornì una spada e un gomitolo di lana, con il quale Teseo riuscì ad uscire dal labirinto una volta ucciso il Minotauro. Teseo, infatti, man mano che percorreva l’intricato tragitto, srotolava il gomitolo, per poi seguire il percorso a ritroso seguendo il filo (il famoso Filo di Arianna).
Il giovane riuscì così nell’impresa, uccise il Minotauro e fece ritorno in patria.
Arianna, la donna abbandonata. Origine dell’espressione "piantare in asso"
Non sempre l’amore viene corrisposto, non sempre l’amato garantisce sincerità. La sanno bene tutti coloro che sono stati traditi o abbandonati. La stessa sorte toccò ad Arianna che, dopo aver aiutato Teseo nella sua impresa, venne abbandonata.
I fatti si svolsero così: sulla via del ritorno, Teseo ed Arianna fecero sosta sull’isola di Nasso. Qui Arianna si addormentò e al suo risveglio si trovò completamente sola. Il suo bel Teseo l’aveva lasciata lì, smarrita e confusa, ed era ripartito con la nave.
Arianna fu quindi piantata in asso, comune modo di dire che deriva dal travisamento dell’espressione piantata in Nasso. Pare poi che Dioniso, il dio d’ebbrezza e del vino, si impietosì di lei, e la mise sotto la sua protezione.
Il significato della figura del Minotauro
Il Minotauro, con il suo corpo metà umano e metà toro, potrebbe rappresentare la nostra psiche, composta da razionalità (la parte appunto umana del Minotauro) e istinti primitivi (la metà taurina).
A volte una delle due parti prevale sull’altra, ma una cosa è certa: il toro dentro di noi rappresenta non solo gli istinti ancestrali, ma anche la parte più vitalistica della nostra persona, senza la quale non ci si potrebbe definire umani, ma orribili soggetti governati solo dalla pura, lucida e diabolica ragione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Minotauro nella mitologia greca: storia e significato del mostro
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