Nell’anniversario della sua nascita (nacque il 28 novembre), ricordiamo Alberto Moravia (1907-1990), uno dei più importanti romanzieri del XX secolo.
Moravia non fu solo scrittore, dato che collaborò alle principali testate del suo tempo, a lungo impegnato come reporter di viaggio e critico cinematografico.
Nel corso della sua carriera ha consegnato ai lettori oltre 30 opere, di cui alcune possono vantare anche celebri trasposizioni cinematografiche. I temi centrali affrontati dai suoi racconti e dai suoi romanzi sono l’aridità morale, l’ipocrisia, l’alienazione, la sessualità, l’incapacità di raggiungere la felicità.
Scopriamo insieme qualche curiosità su Alberto Moravia, prima di dedicarci alla sua vita e alle sue opere.
Le 5 curiosità che forse non sai su Alberto Moravia
- In realtà si chiamava Alberto Pincherle
Ebbene sì, Alberto Moravia è uno pseudonimo: il suo nome reale era Alberto Pincherle. Moravia è il secondo cognome della famiglia paterna. - I suoi intrecci familiari sono piuttosto interessanti
La famiglia Pincherle-De Marsanich vanta intrecci piuttosto curiosi. Alberto Moravia era il cugino della poetessa Amelia Rosselli e di Carlo e Nello Rosselli; parente acquisito del sindaco di Roma Ernesto Nathan; suo zio era il noto giurista e senatore Giuseppe Zanardelli; era imparentato con Enrico Fermi e con Augusto De Masanich, sottosegretario di Stato durante il Fascismo. - Raggiunse a stento la licenza ginnasiale
Moravia era un grande lettore: fin da ragazzo conosceva i grandi classici della letteratura europea, parlava francese e tedesco. A causa di una tubercolosi ossea, però, fu costretto a dedicarsi agli studi in autonomia: frequentò il liceo solo un anno, quanto bastava per ottenere una risicata licenza ginnasiale. - La sua vita sentimentale destò un certo scalpore
Alberto Moravia fu marito di Elsa Morante dal 1941 al 1962. Successivamente, convisse con Dacia Maraini, di circa trent’anni più giovane, e nel 1986 sposò Carmen Llera, di ben 45 anni più giovane. - Ricevette 21 candidature al Nobel, senza mai vincerlo
Dal 1949 al 1971 Moravia ricevette 21 candidature al Nobel per la Letteratura, senza mai riuscire a vincere l’ambito premio. A proporre il suo nome, tra gli altri, anche Eyvind Johnson (Nobel 1974) e Maria Bellonci.
Alberto Moravia: vita e opere
Alberto Moravia (Pincherle) nasce a Roma il 28 novembre 1907 in un’abbiente famiglia borghese. Nel 1916, a soli nove anni, è colpito da una forma di tubercolosi ossea che lo costringe a letto per cinque anni (due dei quali trascorsi in un sanatorio a Cortina d’Ampezzo). Riesce a frequentare il liceo solo per un anno, conseguendo la licenza ginnasiale, suo unico titolo di studio.
Impossibilitato a condurre una vita attiva come gli altri ragazzi della sua età, Moravia si concentra sulla lettura, impara il francese il tedesco e inizia a scrivere. I suoi primi racconti appaiono sulla rivista "Novecento", con cui inizia a collaborare nel 1927.
Nel 1929 pubblica a sue spese il suo primo romanzo, Gli indifferenti, che fin da subito riscuote successo di critica. Si tratta del primo romanzo esistenzialista italiano, che narra la storia di una famiglia i cui componenti resteranno vinti dalla loro apatia.
Proseguono le sue collaborazioni con quotidiani e riviste (“La Stampa”, “Oggi”, “Gazzetta del Popolo”) e nel 1935 si reca negli USA per tenere alcune lezioni sul romanzo italiano. In seguito, parte per la Cina come reporter per la "Gazzetta del Popolo".
Per evitare la censura, durante gli anni del Regime è costretto a scrivere racconti allegorici e surreali, distaccati dalla realtà, e a pubblicare i suoi articoli sotto pseudonimo. Il suo romanzo La mascherata, una violenta satira indiretta nei confronti del regime, viene sequestrato.
Nel 1941 sposa Elsa Morante, conosciuta quattro anni prima. Con lei, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si rifugia in Ciocaria, dove trae ispirazione per il romanzo La ciociara, che, scritto in due riprese, descrive la disperata realtà italiana durante gli ultimi anni di guerra.
Con la Liberazione, Moravia torna a Roma e riprende la propria attività giornalistica collaborando con altre testate, tra cui "Il Popolo di Roma", "Il Mondo", "L’Europeo" e il "Corriere della Sera".
Anche la sua produzione narrativa prosegue e la sua fortuna letteraria aumenta, con la pubblicazione de La romana (1947), La disubbidienza (1948) e Il conformista (1951). I suoi Racconti vincono nel 1952 il premio Strega e negli stessi anni iniziano le traduzioni delle sue opere all’estero e le trasposizioni cinematografiche tratte da suoi racconti e romanzi (tra le più celebri, ricordiamo La romana di Luigi Zampa, La ciociara di Vittorio De Sica con Anna Magnani, Il disprezzo di Jean-Luc Godard, La noia di Damiano Damiani e Gli indifferenti di Francesco Maselli).
Nel 1952 vince il Premio Strega con I racconti, scatenando una polemica nel mondo letterario perché si trattava di una raccolta di racconti già editi.
Nel 1953 fonda con Alberto Carocci la rivista "Nuovi Argomenti", poi sede del celebre saggio L’uomo come fine. Inizia a collaborare con "L’espresso", per cui tiene una rubrica di critica cinematografica, e scrive Il disprezzo.
Nel 1960 pubblica La noia e nel 1962, separatosi da Elsa Morante, inizia a convivere con Dacia Maraini, conosciuta a fine anni Cinquanta. Con Maraini si reca negli anni successivi in Cina, Giappone e Corea come corrispondente del "Corriere" e, per diciotto anni consecutivi, insieme alla compagna e ad altri amici (tra cui Pier Paolo Pasolini e Maria Callas) visita numerosi paesi africani. I resoconti di questi viaggi sono poi stati pubblicati nei due volumi La rivoluzione culturale in Cina e A quale tribù appartieni?. Dall’esperienza in Giappone nel 1982 scriverà il saggio L’inverno nucleare.
Nel 1986 sposa Carmen Llera, sua nuova compagna, di 45 anni più giovane. Quattro anni dopo, il 26 settembre 1990, viene trovato morto nel bagno del suo appartamento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alberto Moravia: vita, opere e curiosità sullo scrittore
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