Alle soglie della vita
- Autore: Ulla Isaksson
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2004
Le donne sono state spesso raccontate nella storia del cinema e della letteratura, ma non sempre con uno sguardo lucido, attento, sensibile, capace di cogliere tutte le sfumature della loro complessa,misteriosa ed affascinante personalità. Il libro “Alle soglie della vita” (Iperborea, 2004 - titolo originale dell’opera "Nära livet" pubblicato in Svezia nel 1958 ed in Italia da Iperborea nel 2004 con la traduzione di Renato Zatti ) la scrittrice svedese Ulla Isaksson narra la storia di tre giovani donne che vivono l’esperienza della maternità ed in particolare l’ultima fase della loro gravidanza descrivendone l’attesa, le emozioni, i sogni che si legano a questo imminente evento, destinato a cambiare completamente la loro vita e il loro sguardo su di essa. Cecilia Ellius, è il primo personaggio che compare nella narrazione, donna forte, determinata, ma anche molto sensibile che desidera il bambino che sta per mettere al mondo, ma sente che c’è qualcosa nella gravidanza che non va, come se presagisse una tragica fine ed infatti nonostante l’immediato ricovero in ospedale e il trasferimento d’urgenza in sala parto perde il bambino e non sa darsi pace, accusando il marito, Anders, di non aver mai aver voluto questo figlio e di essere in un certo senso responsabile della sua perdita. La visita dell’uomo alla donna in ospedale non serve almeno inizialmente a riappacificarli. Cecilia chiede ad Anders di lasciarla da sola, non vuole i fiori che lui le regala ed afferma che lui non l’ha mai amata veramente e che il loro matrimonio non può continuare in questo modo. Cecilia, viene portata in una stanza dove conosce altre due giovani donne anche loro in attesa di partorire e con le quali condividerà lunghi, intensi e significativi momenti della sua degenza in ospedale: Stina Andersson e Hjördis Pettersson. Stina è una donna più matura rispetto alle altre sue due compagne di stanza, pur essendo ancora giovane.Il suo aspetto è piuttosto imponente, ha un fisico forte, è bella e solare, piena d’entusiasmo ama la vita e non vedo l’ora di mettere al mondo la sua creatura.Il suo ottimismo è di grande aiuto per le altre due donne per gran parte della storia, ma in seguito saranno loro a dover ricambiare il notevole affetto che ella mostra nei loro confronti nel momento nel dolore e della prova che anche lei in seguito si trova a dover affrontare.Il suo rapporto con suo marito Harry viene messo meno a dura prova di quello di Cecilia con Anders di fronte al lutto, ma si viene a trovare in una condizione molto simile alla depressione e si sente completamente privata di quell’entusiasmo così bello che l’aveva caratterizzato nella sua vita fino a quel momento. Hjördis Pettersson è la più giovane delle tre protagoniste, non è sposata ed il figlio che aspetta è il frutto di una relazione con un giovane irresponsabile, che non l’ama veramente e oltretutto non vuole avere figli e le consiglia in una conversazione telefonica con lei di abortire.
Tutta la narrazione si svolge in un ospedale presumibilmente di Stoccolma ed è la sceneggiatura esatta del film che Ingmar Bergman realizzò nel 1958 e che ha fatto conoscere al grande pubblico questa storia. La scelta di ambientare la vicenda interamente tra le pareti dell’ospedale non rende il racconto meno emozionante anzi le conferisce un fascino quasi da piece teatrale, con una scrittura dettagliata, emozionante, viva ed una trasposizione cinematografica sapiente nello stile inconfondibile di Ingmar Bergman. Gli interpreti sul grande schermo scelti dal grande regista svedese per questa pellicola sono: Bibi Andersson nel ruolo di Hjördis Petterssson; Eva Dahlbeck,per quello di Stina Andersson; Ingrid Thulin, per quello di Cecilia Ellius; Max von Sydow quello di Harry Andersson; l’attrice recentemente scomparsa Barbro Hiort af Ornäs quello dell’infermiera Brita che assiste Hjordis e le altre pazienti con intelligenza,sensibilità e dolcezza; Erland Josephson Anders Ellius, per quello di Ulla Isaksson è stata scrittrice, sceneggiatrice ed ha all’attivo tre collaborazioni con Ingmar Bergman questa per “La fontana della vergine” e “Il segno”, è nata nel 1916 ed è scomparsa nel 2000.
Le donne sono le vere protagoniste di questa storia con le loro fragilità, ma anche con la loro determinazione e la loro sensibilità, mentre i personaggi maschili appaiono deboli, quasi prive di personalità.Il tema della maternità è affrontato nonostante la vicenda si svolga negli anni Cinquanta con un linguaggio moderno, che rende molto attuale questo tema e che ci ricorda che sono le donne le vere protagoniste del concepimento della vita e a loro quindi per prime spetta questa grande responsabilità che incide sulla vita di ciascun essere umano.
È meravigliosa quest’opera e tutta da scoprire, leggere e amare.
Alle soglie della vita
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