"Andare a Canossa" è un’espressione particolarmente utilizzata nella lingua italiana e sentendola ci si chiede come sia nato questo modo di dire e perché si dica in questo modo. In italiano spesso per spiegare una determinata azione si utilizzano modi di dire e proverbi, che in molti casi però non si comprendono del tutto, i cui non si conosce a pieno la storia o peggio ancora il significato.
Ad esempio la storia del detto "andare a Canossa" si lega a fatti davvero accaduti e ricorda un atto di pentimento che fece l’imperatore Enrico IV, proprio nella città di Canossa.
Scopriamo di seguito perché si dice "Andare a Canossa", come nasce questa espressione e qual è il significato del modo di dire.
Andare a Canossa: significato del detto e perché si dice così
Canossa è un piccolo comune italiano, situato in Emilia-Romagna, famoso per il modo di dire "andare a Canossa", che ricorda l’atto di pentimento di Enrico IV, avvenuto nell’inverno del 1077. Il sovrano, l’anno precedente, era stato scomunicato da papa Gregorio VII, con cui il regnante si era contrapposto nella decennale lotta alle investiture, che aveva visto Chiesa e Impero schierarsi su fronti opposti.
La scomunica per Enrico IV fu un atto non solo religioso, ma anche politico molto grave, dal momento che comportava anche la perdita del vincolo di fedeltà per i sudditi.
Enrico IV comprese immediatamente la gravità che l’azione di Gregorio VII avrebbe avuto sulla sua autorità e decise così di correre ai ripari. Decise di raggiungere il papa mentre era ospite della contessa Matilde di Canossa e di chiedere in questa occasione il suo perdono. Le cose non andarono come l’imperatore avrebbe sperato e l’atto di pentimento non avvenne immediatamente, dal momento che il papa non ricevette subito l’imperatore. Accadde così che Enrico IV rimase per tre giorni nel giardino dell’abitazione, in mezzo alla neve, scalzo e in abito da penitente.
L’atto di pentimento diventò così un’umiliazione clamorosa per l’imperatore, che alla fine riuscì ad essere perdonato da Gregorio VII solo grazie all’intercessione di Matilda di Canossa. Proprio da questa pesante umiliazione nacque il detto "andare a Canossa", che indica proprio l’umiliazione di fronte a un nemico.
Si deve quindi usare il detto "andare a Canossa" per mostrare come la persona si sia umiliata e abbia fatto pubblica penitenza dopo un affronto. Il modo di dire prende in esame solo l’atto di penitenza umiliante di Enrico IV, che però, dopo aver ottenuto il perdono da Gregorio VII, continuò con il suo scontro aperto con il papato, che proseguì fino alla morte di Gregorio VII.
Il modo di dire "andare a Canossa" assunse poi un significato politico nel corso del XIX secolo quando Otto von Bismarck, nel 1872, appena proclamato cancelliere del nuovo Impero tedesco disse: "non andremo a Canossa, né con il corpo né con lo spirito" (frase originale "nach Canossa gehen wir nicht, weder körperlich noch geistig"). Bismark in questo modo spiegava che non si sarebbero mai sottomessi alla Chiesa e al suo potere, né in ambito religioso né in quello politico.
Il detto "andare a Canossa" infatti non è utilizzato solo nella lingua italiana, ma se ne trova una traduzione anche in Inglese, dove si dice "go to Canossa", in Francese "aller à Canossa" e come abbiamo detto prima in Tedesco "nach Canossa gehen".
Un segno di come l’Umiliazione di Canossa sia stato un atto storico di così grande importanza da avere una risonanza in tutta Europa, lasciando una traccia di questo momento di sottomissione in molte lingue.
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