Angelo Branduardi. Il viaggiatore
- Autore: Angelo Branduardi
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Edizioni Lindau
- Anno di pubblicazione: 2022
Per cogliere appieno l’anomalia tematica di Angelo Branduardi, bisogna cominciare dal contesto. Cominciare cioè dagli anni Settanta del secolo breve. I Settanta che anche negli ambiti di spettacolo, costume & società hanno consumato-bruciato-visto succedere di tutto: i porci con le ali, l’austerity, le assemblee femministe, i nipotini di Mao e di Ho Chi Min, Mino Reitano, la scuola di Francoforte, gli indiani metropolitani, Carosello, diverse “orde d’oro” (e altre di piombo) per le strade, gli zingari felici di Claudio Lolli, i poliziotteschi con Maurizio Merli, Rischiatutto, l’ascesa del PCI, Moro e le Brigate rosse. Un decennio senza mezzi termini, come si sa o si può intuire: slanci imperiosi e rovinose cadute come succede - e si addice - alle stagioni fiammeggianti.
Per venire alla musica, anche dai dischi dei cantautori scaturiva - più o meno sottotraccia - un’onda lunga di note e parole militanti: compagni di scuola, rossi colori, avvelenate, “straniamori”, burattini senza fili, partecipi al filone contestatario del momento. E in controtendenza a tutto questo, i primi giri - in principio - e la consacrazione – poi - di Angelo Branduardi sotto mentite spoglie di neo-menestrello.
A sparigliare le carte discografiche del tempo, a raccontare di topolini alla fiera dell’Est, pulci d’acqua ladre di ombra, favole di aironi, prime mele, cervi, poeti di corte: il popolo dell’autunno abitatore di un tempo senza tempo. Fiabesco. Altro che il qui e ora e il tutto-subito della politica. Pure se pleonastica, la domanda è questa: quanto coraggio e/o incoscienza e/o autostima occorrono per operare a tal punto in direzione opposta alla tendenza socio-musicale del momento?
mi piace che mi grandini sul viso/ la fitta sassaiola dell’ingiuria.
Così recita Confessioni di un malandrino. Messa in parole ancora più povere: quanto anticonformismo ci vuole per assumere sogno e favola come contro-canto mitopoietico delle espressioni dell’epoca?
Va detto anche che le favole non sono quasi mai esclusiva pertinenza di bambini, e dietro la patina finto-pastello le ballate di Angelo Branduardi assemblano infatti zone d’ombra, gonfie come nuvoloni gravidi di pioggia temporalesca.
Scarti inquietanti della fantasia, capaci di evocare fantasmi. Sollevare incertezze. Perturbare. Straniare alquanto anima e dintorni. Come i più celebrati cantori di miti, Angelo Branduardi ha girovagato attorno ai temi della metafisica. Cantato l’uomo in relazione al Tutto. Antropomorfizzato elementi naturali e animali. Finanche la morte, più e più volte (Ballo in fa diesis minore, La pulce d’acqua, La sposa rubata, La bella dama senza pietà, ecc.). L’esistenziale – altra faccia della medaglia spirituale - piuttosto che il sociale.
E adesso vengo al libro di Roberto Tardito (Angelo Branduardi. Il viaggiatore (Edizioni Lindau, 2022). Un testo pregevole, in special modo per la parte che riguarda le fonti – tematiche e musicali – che in Branduardi possono dirsi consustanziali allo specifico. Tra altro e altrove e nel corso di una traiettoria musicale polimorfica, Angelo Branduardi è stato in grado, infatti, di contaminare, intrecciare, attraversare i generi: il folk di tradizione nord-europea, il progressive del disco d’esordio, l’etnica dell’album Pane e rose, la classica dei Futuro Antico, le laudi francescane e - per rifarci all’altro ieri - ne Il cammino dell’anima il misticismo della monaca tedesca Hildegarde von Bingen.
Condivisibile il punto di vista di Tardito sui fattori che hanno concorso alla prima affermazione di Branduardi, in tempi, come si è visto, refrattari alla canzone spoliticizzata:
L’esplosione del fenomeno branduardiano poggia su quattro pilastri: una musica dal sapore antico, dei testi poetici che evocano mondi lontani nel tempo e nello spazio, degli arrangiamenti carichi di strumenti inusuali e una promozione intelligente, intensa e capillare. I meriti del successo sono condivisi con altre tre figure chiave, una per ciascuno degli aspetti citati: Luisa Zappa, Maurizio Fabrizio e David Zard.
Anche la terza parte del libro, incentrata sui temi portanti dello specifico branduardiano - parcellizzato in ambiti pertinenti alle meta-significanze del Viaggio, del rapporto Uomo-Natura, della donna come emblema duale di salvezza (la madre) e perdizione (la fine), dell’amore e della morte, ecc. - offre non pochi spunti di riflessione.
Inaugurato da un’ampia sezione biografica e da un’altra relativa alla fitta attività concertistica di Branduardi, il volume Angelo Branduardi. Il viaggiatore è inspessito inoltre da ampie dichiarazioni, e dalla discografia completa del musicista-cantautore.
Roberto Tardito maneggia l’insieme con autorevolezza, al punto che il suo lavoro è candidato a essere riferimento prossimo venturo della bibliografia branduardiana.
Angelo Branduardi: Il viaggiatore
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