Sapete che l’antenato dell’e-reader risale al 1800 ed è un prototipo di leggio a più piani che consentiva di consultare otto volumi contemporaneamente?
Se avete l’abitudine di leggere o consultare più libri contemporaneamente, sappiate che siete in ottima compagnia. Tanto che già in passato qualcuno ha affrontato le problematiche tecniche e l’ovvia scomodità connesse alla pratica.
Molto prima dell’avvento dei moderni e-reader, ci ha pensato niente meno che Thomas Jefferson: al terzo presidente degli Stati Uniti e fondatore dell’Università della Virginia dobbiamo molte invenzioni e intuizioni volte a migliorare la quotidianità. Tra queste c’è il primo prototipo di lettore multiplo conservato nello studio della sua residenza di Monticello, presso Charlottesville, in Virginia.
Un leggio multiplo: il primo e-reader della storia
Riprodotto in esemplari successivi, l’originale è un leggio che consente di tenere aperti 8 volumi contemporaneamente.
Una base rotabile permette al lettore di passare dall’uno all’altro senza muoversi, modificando altezza o inclinazione. Realizzato dalla locale falegnameria di Monticello, su disegno di Jefferson, il prototipo unisce cura estetica e innovazione: siamo nel 1800 e i libri erano spesso più ingombranti delle edizioni attuali, specie se manoscritti. Non solo: il leggio, se ripiegato, può agevolmente essere riposto consentendo di risparmiare spazio. Un antenato dei moderni mobili di design che potrebbe essere utilizzato tutt’oggi.
La ruota dei libri di Agostino Ramelli
Meno comoda e sicuramente destinata alle grandi biblioteche è invece una macchina del 1588. La bookwheel o ruota dei libri, in tutto simile a quelle a spinta idraulica, ideata dall’ingegnere Agostino Ramelli (autore del libro ricco di illustrazioni autografe, intitolato Le diverse et artificiose machine del Capitano Agostino Ramelli) consente al lettore di leggere da seduto più libri contemporaneamente. In sintesi assomiglia alle ruote dei mulini ad acqua: sui piani che sostituiscono le pale possono essere collocati numerosi libri aperti.
Ramelli vanta i pregi della sua invenzione definendola:
Una macchina bella e ingegnosa, utile e adatta per chiunque trovi piacere nello studio, specialmente per coloro che sono ammalati o affetti da gotta.
Ramelli non realizzerà mai in pratica la sua ruota, ma ha ispirato numerosi successori. Molti hanno riprodotto l’invenzione, scoprendone pregi e difetti, come una certa carenza di funzionalità: manca, ad esempio, lo spazio per scrivere, il che riduce l’utilità del macchinario alla sola lettura. Ma ci sono dubbi anche sulla paternità dell’idea.
Secondo alcune testimonianze esistono macchinari simili, anche se non a orientamento verticale, già nella Cina mille anni prima dei disegni di Ramelli.
Il risultato finale è comunque suggestivo.
Di recente prototipi in grado di ospitare 8 libri sono stati realizzati e vengono conservati alla Robbins Library di Rochester, nello stato di New York.
Se ne trovano anche, ad esempio, nella Wakefield Public Library in Inghilterra e nella Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli antenati dell’e-reader: dal leggio multiplo di Jefferson alla ruota dei libri
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