Con la poesia Ricetta dell’anno nuovo il poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade ci invita a riflettere e a guardarci dentro per diventare noi stessi quel rinnovamento che, negli ultimi giorni dell’anno, tanto si desidera, dopo l’allegria e il riposo della pausa natalizia.
Nelle festività di fine anno, infatti, fanno capolino più o meno consapevolmente, in ciascuno di noi, tra un brindisi e l’altro, tra un abbraccio di auguri e una cinquina della tombola, tante domande e pensieri, spesso così contrastanti da annullarsi e sparire tanto rapidamente quanto sono comparsi.
Eppure sappiamo bene di avere tante aspettative e speranze per il nuovo anno, anche chi ha più di un capello bianco non può fare a meno di esprimere, se non ad alta voce almeno tra sé stesso, qualche piccolo desiderio, un proposito di poco conto, un obiettivo da raggiungere.
C’è poi l’altra faccia della medaglia: l’ultima pagina del calendario sembra imporre l’obbligo di tracciare una riga, di stilare un bilancio, di mettere in colonna tutto quel che ha, o ha avuto, segno positivo, accanto a quel che, invece, consideriamo di segno opposto; in poche parole, di fare i conti con sé stessi.
Ecco che, allora, per alcuni gli ultimi giorni dell’anno diventano anche il luogo della frustrazione e della malinconia, oltre che il momento dell’attesa e della speranza.
Proprio per questo, abbiamo scelto di rileggere questa Ricetta dell’anno nuovo di Carlos Drummond de Andrade, una poesia che con ci consegna un messaggio inequivocabile con parole semplici e chiare che si sostanziano di un saldo realismo, e aiuta a fare luce sul vero significato del nuovo anno e sul tenore delle scelte che possiamo intraprendere per non lasciare che l’anelito al rinnovamento che riposa nell’angolo più nascosto di noi non scolorisca nell’evanescenza di un fuoco d’artificio.
Per vivere al meglio il nuovo anno riscopriamo, allora, insieme il significato della poesia Ricetta dell’anno nuovo di Carlos Drummond de Andrade.
Receita de ano novo di Carlos Drummond de Andrade: il testo originale portoghese
Para você ganhar belíssimo Ano Novo
cor do arco-íris, ou da cor da sua paz,
Ano Novo sem comparação com todo o tempo já vivido
(mal vivido talvez ou sem sentido)
para você ganhar um ano
não apenas pintado de novo, remendado às carreiras,
mas novo nas sementinhas do vir-a-ser;
novo
até no coração das coisas menos percebidas
(a começar pelo seu interior)
novo, espontâneo, que de tão perfeito nem se nota,
mas com ele se come, se passeia,
se ama, se compreende, se trabalha,
você não precisa beber champanha ou qualquer outra birita,
não precisa expedir nem receber mensagens
(planta recebe mensagens?
passa telegramas?)Não precisa
fazer lista de boas intenções
para arquivá-las na gaveta.
Não precisa chorar arrependido
pelas besteiras consumadas
nem parvamente acreditar
que por decreto de esperança
a partir de janeiro as coisas mudem
e seja tudo claridade, recompensa,
justiça entre os homens e as nações,
liberdade com cheiro e gosto de pão matinal,
direitos respeitados, começando
pelo direito augusto de viver.Para ganhar um Ano Novo
que mereça este nome,
você, meu caro, tem de merecê-lo,
tem de fazê-lo novo, eu sei que não é fácil,
mas tente, experimente, consciente.
É dentro de você que o Ano Novo
cochila e espera desde sempre.
Ricetta dell’anno nuovo di Carlos Drummond de Andrade: la traduzione italiana
Per ottenere un bellissimo anno nuovo
del colore dell’arcobaleno, o della tua pace,
un anno nuovo senza paragoni con tutto il tempo già vissuto
(forse vissuto male o senza senso)
per ottenere un anno
non solo dipinto di nuovo, rammendato all’ultimo momento,
ma nuovo nei semi del futuro;
nuovo fino al cuore delle cose meno percepite
(a cominciare dal tuo intimo)
nuovo, spontaneo, così perfetto che neanche te ne accorgi,
ma con il quale si mangia, si cammina,
si ama, si comprende, si lavora,
non hai bisogno di bere champagne o altri alcolici,
non hai bisogno di spedire né di ricevere messaggi
(una pianta riceve messaggi? Spedisce telegrammi?)Non hai bisogno
di fare la lista delle buone intenzioni
per riporla nel cassetto.
Non hai bisogno di piangere pentito
per le stupidaggini compiute
né di credere stupidamente
che per una decisione della speranza
a partire da gennaio le cose mutino
e che tutto sia chiarezza, ricompensa,
giustizia tra gli uomini e le nazioni,
libertà con profumo e gusto del pane appena sfornato,
diritti rispettati, a partire
dal diritto sacro di vivere.Per ottenere un anno nuovo
degno di questo nome,
tu, mio caro, devi meritartelo,
devi costruirlo da capo, lo so che non è facile,
ma tenta, prova, in maniera consapevole.
È dentro di te che l’anno nuovo
sonnecchia e aspetta da sempre.
Analisi e significato della poesia Ricetta dell’anno nuovo di Carlo Drummond de Andrade
Il componimento, diviso in tre strofe tematicamente distinte, si apre chiarendo quali sono le nostre aspettative di fronte all’anno nuovo. Che cosa ci aspettiamo quando durante la notte di San Silvestro scocca la mezzanotte? Cosa ci immaginiamo quando sentiamo il rumore delle bottiglie di spumante appena stappate? Quando vediamo lo sfrigolio delle stelline scintillanti intorno al fuoco che abbiamo acceso per scaldarci?
Vorremmo che tutto fosse più bello (v. 1) di quel che abbiamo già vissuto, vorremmo più pace, più serenità, un anno diverso perché incomparabile rispetto a quelli già affrontati, che, a ritroso – nota acutamente Carlos Drummond de Andrade – ci paiono vissuti male o, ancora peggio, privi di senso (v. 4).
Di fronte al nuovo anno, crediamo che non ci basti un restyling del vecchio, un editing posticcio di situazioni e atmosfere già vissute; vorremmo che la novità toccasse le radici della nostra vita (v. 7), il nostro modo di percepire e di guardare al mondo, così da risultare spontanea e naturale, e da accompagnare tutta la nostra quotidianità (vv. 12-13).
Carlos Drummond de Andrade, propone negli ultimi versi di questa prima strofa un interessante confronto: si chiede se le piante abbiano bisogno di inviare messaggi e telegrammi di auguri per festeggiare la loro nuova vita e nota come l’uomo, per cambiare davvero, non abbia bisogno né di un whatsapp né di un bicchiere di troppo, quanto, piuttosto, di innescare una rivoluzione che parta dalla propria intimità. D’altra parte perché le piante cambiano, crescono, si abbelliscono di fiori, prosperano di frutti e poi, pian piano sfioriscono e si ritirano in sé stesse, come morte? Questo loro destino è già inscritto nel seme che ne ha decretato la vita, e che, a poco a poco, rivela la loro essenza. Per l’uomo vale, allora, lo stesso.
Dopo aver definito l’intento che ci deve guidare di fronte al nuovo anno, nella seconda e nella terza strofa Carlos Drummond de Andrade ci prende per mano e ci mostra quel che non dobbiamo aspettarci e quel che invece ci invita a realizzare.
Il poeta, in definitiva, ci suggerisce di scampare ogni forma di banalità – le buone intenzioni, il pentimento contrito, la fede in una aleatoria speranza (vv. 16-23) –: tutto questo, al di là dei buoni propositi, non darà luogo ad alcuna reale trasformazione, non rischiarerà la nostra visione del mondo né indurrà tangibili cambiamenti nella società in cui viviamo, rendendola più giusta e più libera.
Qui emerge la profonda consapevolezza sociale di Carlos Drummond de Andrade che riflette su un mutamento intimo ma, sullo sfondo, tiene ben presente anche le problematiche del Brasile del suo tempo: egli visse anche negli anni della dittatura militare e fu testimone di una crescita economica che, però, escluse vasti strati della popolazione, per questo, forse, associa la libertà alla bella immagine del pane appena sfornato, ed esprime l’inquietudine che albergava in molti suoi concittadini proprio riguardo al diritto di vivere una vita degna (vv. 24-28).
Il componimento si chiude con un consiglio sibillino: il poeta non ci consegna una ricetta preconfezionata, dei passaggi da replicare, ma ci esorta a una maggiore consapevolezza. In fondo, sembra dirci Carlos Drummond de Andrade, presentiamo già quali sono le vecchie abitudini da archiviare e il cambiamento che vorremmo vedere realizzato. Si tratta, allora, di costruirlo faticosamente ogni giorno, con coerenza, in ogni momento, per realizzarlo e meritarlo.
La velata malinconia che connota tutto il componimento, in questo finale, allora, per un attimo, lascia il posto a un realistico incoraggiamento: realizzare il cambiamento è arduo, ma vale la pena tentare (v. 33).
In Ricetta dell’anno nuovo, dove troviamo un linguaggio semplice e ordinario che si rivolge direttamente al lettore in tono parenetico, e un andamento composto e colloquiale, Carlos Drummond de Andrade propone una riflessione esistenziale che restituisce la sua grande esperienza di vita: è un messaggio consapevole della vanità e della superficialità umane che, tuttavia, non si abbandona al pessimismo; nonostante la disillusione il poeta ci invita a metterci in gioco, a vivere la vita da assoluti protagonisti, esprimendo tutto il potenziale trasformativo racchiuso in noi.
Chi è il poeta Carlos Drummond de Andrade
Carlos Drummond de Andrade (Itabira, 31 ottobre 1902 – Rio de Janeiro, 17 agosto 1987) fu una delle personalità letterarie più influenti nel Brasile del Novecento. Conosciuto in Europa soprattutto come poeta, fu anche cronista e scrittore, lavorando nella sua vita per diversi giornali e redazioni del Brasile, oltre che per il Ministero dell’Istruzione e per il Consiglio nazionale del patrimonio storico e artistico.
Pubblicò diversi libri e ricevette numerose onorificenze e premi per la sua attività giornalistica e per le sue raccolte di poesie.
In queste ultime, pur maturando nel corso degli anni visioni della realtà e soluzioni formali diverse, assunse uno stile modernista che lo portò a preferire il verso libero e a difendere un uso profondamente personale delle parole. Privilegiò tematiche quali la famiglia, l’amicizia, le problematiche sociali della sua terra d’origine, l’amore e varie altre questioni esistenziali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Ricetta dell’anno nuovo": la poesia da leggere a Capodanno per riscoprire noi stessi
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Per me la felicità è fatta di piccoli attimi che a volte vediamo e molto più spesso non riusciamo a scorgere.La nostra società ci attira con lo specchietto delle allodole e ci fa credere che sia "felicità" rincorrere il successo, la notorietà, la carriera,il denaro..... La felicità invece è uno stato interiore, un senso di benessere con se stessi prima di tutto.