Chiunque conosca appena Giovanni Paolo II, non può stupirsi che egli sia stato anche un poeta.
La luce di Karol Wojtyla, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, continua a brillare più salda e vivida che mai, proprio come i più lungimiranti, intuitone anzitempo il carisma fuori dal comune, avevano preconizzato già alla fine degli anni ’70, agli albori del suo pontificato.
Al di là della straordinaria figura istituzionale, Wojtyla è stato un uomo di profonda sensibilità, amante dell’arte in ogni sua sfumatura, egli stesso attore da giovane e autore di poesie.
Inizia con Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli! l’accorata preghiera del Pontefice in cui, con estrema umiltà e naturalezza, chiede al Signore di lenire i nostri dolori e di adoperarsi affinché gli uomini ritrovino la via della pace e della concordia. Fu proclamata da Giovanni Paolo II come preghiera all’interno del messaggio Urbi et Orbi di Natale 1994.
Una lettura che fa bene all’anima, perfetta per ricordare a noi stessi il senso autentico del Natale.
Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!: la poesia preghiera di Giovanni Paolo II
Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli, misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri creati
dalla miseria e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi, liberandoci dal peccato.
Sei Tu il vero ed unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace per l’intera umanità,
vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen!(fonte)
Significato della poesia di Giovanni Paolo II dedicata a Gesù Bambino: la vicinanza ai deboli e la preghiera per la pace
In occasione del Natale 1994, Giovanni Paolo II rivolge un pensiero d’amore a ciascuno di noi e prega il Signore appena nato di abbracciarci e proteggerci tutti, nessuno escluso.
Lo fa attraverso i versi umili e intensi di questa preghiera che è una vera e proprio poesia a metà strada fra la supplica e il dialogo, che una volta di più ne testimonia la Fede sconfinata e l’immensa levatura morale.
Non chiede nulla per sé il grande Papa, perché come sempre è ai deboli e ai bisognosi che rivolge innanzitutto lo sguardo e desidera che ad essere asciugate per prime siano le lacrime dei malati e degli anziani.
Consapevole che la pace sia impossibile senza rimuovere le cause dei conflitti che insanguinano la Terra, Wojtyla chiede inoltre a Gesù di aiutarci ad eliminare la miseria, l’ignoranza, l’intolleranza e l’indifferenza, poiché solo così l’armonia potrà regnare fra i popoli.
La delicatezza di sentimenti che pervade il componimento mette in luce, fra l’altro, la fiducia incrollabile di Giovanni Paolo II sulla capacità di redimersi dell’uomo e, di conseguenza, sulla possibilità che il mondo, attraverso l’impegno e la preghiera, sia inevitabilmente destinato a migliorare.
La gioia e la pace sono possibili soltanto se Dio alberga nel cuore degli uomini
La Fede è stata il motore dell’esistenza di Karol Wojtyla ed è quindi naturale che la poesia intenda essere, prima di tutto, un inno a Gesù, al Bambino speciale di cui ogni anno celebriamo la nascita.
Le brutture di cui siamo circondati dipendono dal fatto che troppo spesso non avvertiamo la Sua presenza e lo cerchiamo a tentoni, dimenticandoci che è il nostro unico e vero Salvatore.
La gioia è possibile, dice Giovanni Paolo II, soltanto quando e dove Gesù, Dio e dono di pace, alberga nel cuore delle persone.
Dunque il testo della preghiera Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli! vuole essere anche un invito a spingersi alla ricerca di Dio, a riscoprirlo nelle piccole e grandi cose della vita, evitando tutte quelle situazioni che spesso ci rendono apatici e distratti nei Suoi confronti.
Ed esiste forse una circostanza migliore del Natale per farlo?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!”: la preghiera poesia di Giovanni Paolo II sul significato del Natale
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