Nel sonetto Autoritratto, conosciuto anche come Solcata ho fronte, Ugo Foscolo descrive se stesso sia dal punto di vista caratteriale che fisico.
Il componimento presenta un’importanza che va al di là dell’indiscutibile valore letterario, raccontandoci l’evoluzione dell’autore nell’arco di circa 25 anni.
Dalla prima stesura del 1802 all’ultima del 1827 infatti, passando attraverso quelle del 1803, 1808, 1821 e 1824, il poeta apporta modifiche che ne rispecchiano la maturazione intellettuale, restituendoci una sorta di documento che ci consente di capirne meglio il cammino personale e artistico.
Analizziamo il testo originale del 1802 (prima stesura).
“Autoritratto”: testo del sonetto
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti,
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
Pronto, iracondo, inquieto, tenace:Di vizi ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace:
Morte sol mi darà fama e riposo.
Autoritratto: parafrasi del sonetto di Foscolo
Ho la fronte corrugata, occhi incavati e intensi,
capelli rossi, viso smunto, aspetto coraggioso,
labbra carnose e rosse, e denti bianchi,
testa china, un bel collo, e il petto largo;
corpo proporzionato, vesti semplici ed eleganti;
veloci i passi, i pensieri, i gesti, le parole;
sono morigerato, umano, leale, generoso, genuino;
combatto contro il mondo e la sorte mi è nemica:
coraggioso a volte con le parole, più spesso con gli atti;
triste e solitario il più delle volte, sempre meditabondo
scattante, incline all’ira, turbato, tenace:
sono ricco di vizi e di virtù, faccio lodi
alla ragione, ma obbedisco ai sentimenti:
soltanto la morte mi darà la pace e la fama.
Autoritratto: significato letterale del testo
Prendendo a modello il sonetto autobiografico di Vittorio Alfieri Sublime specchio di veraci detti, in Solcata ho fronte Foscolo tesse il ritratto di se stesso, prima fisico, poi interiore.
Affascina, innanzitutto, la sua capacità di rendere esaustiva la descrizione attraverso l’uso di un linguaggio asciutto, costituito da frasi brevi e vocaboli precisi.
In pochi versi il poeta lascia ai posteri una sorta di fotografia lirica che ne fornisce un profilo completo sotto ogni angolazione.
Nell’Autoritratto in pratica, Foscolo si dipinge utilizzando la propria arte, quella della poesia.
La suddivisione fra descrizione fisica nelle quartine e descrizione caratteriale nelle terzine è meno netta di quanto potrebbe sembrare, in quanto è evidente come la prima altro non sia che il preludio della seconda.
L’aspetto esteriore indica già di per sé una personalità indomita, forte, coraggiosa.
La fronte corrugata nonostante la giovane età, gli occhi intensi, la chioma rossa, il petto largo, la proporzionalità della figura e l’abbigliamento semplice ma elegante, sono lo specchio di un’indole schietta, leale, piuttosto incline all’ira, focosa, passionale e nevrotica (ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti).
Attraverso la proiezione autobiografica Foscolo appaga il proprio innato narcisismo e obbedisce al canone romantico di costruirsi un personaggio attraverso l’uso dell’arte.
Autoritratto: metrica e figure retoriche
Autoritratto è un sonetto (due quartine e due terzine) a schema metrico ABAB, BABA; CDE, CED.
Le prime tre parole del componimento, Solcata ho fronte, contengono l’anagramma di Foscolo, ad imitazione di una caratteristica tipica della poesia petrarchesca.
Sono presenti nel testo varie figure retoriche:
- Anastrofe = "Solcata ho fronte" (v. 1 - ho la fronte solcata); "Mesto i più giorni e solo" (v. 10 ); "Di vizi ricco" (v. 12).
- Sineddoche = "emunte guance" (v. 2)
- Assonanza = "Ratti / passi" (v. 6)
- Enumerazione per asindeto = "Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti" (v. 6).
- Epanalessi = "Avverso al mondo, avversi a me gli eventi" (v. 8)
- Parallelismo = "Talor di lingua, e spesso di man prode" (v. 9).
- Ossimoro: "Pronto / inquieto" (v. 11); "semplice eletto" (v. 5)
- Climax = "Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto" (v. 7); "Pronto, iracondo, inquieto, tenace" (v. 11).
- Enjambement = "do lode / alla ragione" (vv. 12-13).
- Latinismi = intenti (v. 1), eletto (v. 5), umano (v. 7).
Da sottolineare infine l’espressione "solo, ognor pensoso", eco di Solo et pensoso i più deserti campi, celebre sonetto del Canzoniere di Francesco Petrarca.
Il ritratto dell’eroe romantico nel sonetto di Foscolo
Dopo la prima stesura e pubblicazione nel 1802, nel corso degli anni successivi Foscolo modificò più volte Autoritratto, fino all’ultima versione del 1827, scritta pochi mesi prima della morte.
Per questa ragione il sonetto ci restituisce l’immagine che il poeta percepiva di sé nelle varie fasi dell’esistenza.
Come anticipato, il modello è Sublime specchio di veraci detti di Vittorio Alfieri, l’intento quello di costruire un autoritratto poetico che, partendo dalle caratteristiche fisiche, rimandi a quelle morali, accostandole fra loro.
Con sincerità il poeta si descrive come un uomo complesso, pronto a riconoscere i propri vizi, ma anche le qualità positive che sa di possedere.
Definendosi come un giovane di bell’aspetto dal carattere indomito, nel cui animo sempre alberga il conflitto fra cuore e ragione, Foscolo erge se stesso a simbolo dell’eroe romantico per eccellenza.
Tre temi in particolare, ovvero il titanismo, il dissidio fra razionalità e sentimento e quello ricorrente della morte, meritano di essere analizzati più approfonditamente.
Nell’intreccio esistenziale ed artistico dei suddetti elementi, infatti, si mostra tutta la naturale propensione del poeta all’ideale romantico, una prerogativa che lo trae fuori dal classicismo in senso stretto rendendolo già un precursore di quel rivoluzionario movimento culturale che di lì a breve si sarebbe affermato in gran parte d’Europa.
Titanismo, dissidio fra cuore e ragione, morte dispensatrice di fama e riposo: Foscolo precursore del Romanticismo
Si ritiene che i grandi artisti siano in grado di precorrere i tempi, di avvertire il cambiamento prima ancora che esso si verifichi. Se sia così per tutti non lo sappiamo, ma per Ugo Foscolo è una verità incontrovertibile.
Figlio della tradizione neoclassica affermatasi in Europa nella prima metà del ’700, il poeta di Zacinto imprime alle proprie opere un’anticipazione del sentimento romantico, evidentemente insito in lui, filtrandolo attraverso la luce di quella ragione che era il fondamento stesso della corrente alla quale appartenne per volontà e cronologia.
Sotto questo aspetto Foscolo è una sorta di poeta vate che ha avuto la capacità di infondere ai propri scritti una tensione drammatica palpabile e sublime coniugando sentimento e ragione, ideale e realtà.
Il mito classico della bellezza diventa la cornice dentro la quale l’artista si fa portavoce dei valori universali dell’amore, dell’amicizia, della patria e della pietà, temi che lo pongono ben al di là del Neoclasscisimo e lo proiettano anticipatamente e vorticosamente nel Romanticismo ormai prossimo.
Il titanismo, il dissidio fra cuore e ragione, la morte dispensatrice di gloria e riposo sono i punti chiave da approfondire a riguardo per quanto concerne il sonetto Solcata ho fronte.
Il titanismo
Il titanismo di Foscolo si mostra in tutta la sua evidenza nel passo "avverso al mondo, avversi a me gli eventi", dove l’autore contrappone la propria individualità eroica, pronta a scontrarsi con il destino avverso, agli altri uomini. Vi è un certo ed evidente compiacimento nel rimarcare la propria diversità, principalmente l’inclinazione alla ribellione, rispetto alla passività altrui. Il titanismo sarà una delle caratteristiche peculiari del Romanticismo.
Il dissidio tra cuore e ragione
Il verso "do lode alla ragion, ma corro ove al cor piace", pur ricalcando quello di Alfieri in Sublime specchio di veraci detti ("la mente e il cor meco in perpetua lite") si trasforma nella sintesi dei concetti di poetica e di esistenza in Foscolo.
L’adesione alla corrente neoclassica, pur sincera e convinta, rimane sullo sfondo e non riesce a contenere il temperamento ardimentoso e lo "spirto guerrier" che "rugge" nell’animo perennemente e sommamente inquieto del poeta.
La breve vita di Foscolo è un susseguirsi di passioni, siano esse amorose o politiche, di prese di posizione coraggiose e spesso sfrontate, di lotte, di tensioni, di grandi dolori e immense gioie, mai statica, in continuo divenire, a dimostrazione di un romanticismo di spirito prima ancora che letterario.
Il culto della ragione appreso dallo studio dei classici non gli basta, ha bisogno di andare oltre, sente la necessità stringente di scoprire altro, di non fermarsi all’apparenza, desidera arrivare all’essenza delle cose, degli uomini, degli eventi coltivando il sentimento e lasciandosi trasportare da ciò che gli dice il cuore.
Foscolo non disdegna e anzi cerca il tormento e il dolore, in una continua e febbrile tensione che lo rende, in sostanza, il primo dei romantici.
La morte dispensatrice di quiete e di gloria
L’ultimo verso dell’Autoritratto, "morte sol mi darà fama e riposo", mostra un Foscolo più arrendevole e tocca la tematica che ne permea l’intera produzione poetica, quella della morte, di cui ha una visione talmente complessa ed articolata da renderne impossibile una trattazione esaustiva in poche righe.
In riferimento a Solcata ho fronte, essa viene vista principalmente come la fine degli affanni terreni e l’inizio della gloria perenne.
Un concetto romantico fortemente ed intimamente radicato in Foscolo, che ne fa quasi una ragione di vita.
Se l’ineluttabilità della morte va accettata e sfidarla non ha senso, è altrettanto vero che essa si può superare con le illusioni.
Attraverso la poesia e l’arte raggiungerà, proprio grazie alla morte, la fama imperitura alla quale ambisce e a cui vota l’intera sua esistenza.
Un’aspirazione forte e sentita di cui i due secoli trascorsi dimostrano come essa sia stata ampiamente soddisfatta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Autoritratto” di Ugo Foscolo: testo, parafrasi e analisi del sonetto
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