Oggi sembra un passato mitico e incredibile, eppure caffè e ristoranti sono stati (e in parte sono tuttora) il luogo privilegiato d’aggregazione culturale per alcuni tra i più importanti scrittori, artisti, filosofi e pensatori degli ultimi secoli. L’origine dei caffè letterari risale all’illuminismo, quando in reazione polemica contro salotti e accademie gli intellettuali scelsero di riunirsi in un luogo comune e accessibile a tutti, per rivendicare un’idea di cultura indipendente dal censo e dalla nascita.
Alcuni dei più famosi caffè letterari esistono ancora oggi e se volete gustare un caffè o un cocktail sulle orme di Voltaire, Proust, Hemingway e Pessoa, non vi resta che dare un’occhiata al nostro elenco.
Caffè letterari: i più famosi nel mondo
Parigi
Se l’usanza di riunirsi in caffè letterari risale all’illuminismo, la capitale francese non può che farsi apripista del nostro elenco e ospitare ancora oggi alcuni tra i locali più antichi. Al Cafe Procope, per esempio, si riunivano Voltaire, Rousseau e Diderot, e tra i suoi clienti durante la Rivoluzione francese si annoveravano Robespierre, Marat e Danton.
Frequentato a fine ottocento da Verlaine, Rimbaud e Mallarmé, il caffè Les Deux Magots è uno dei locali a cui gli intellettuali nei secoli si sono rivelati più affezionati: negli anni venti del Novecento è stato il ritrovo dei surrealisti, successivamente degli esistenzialisti, fino a Queneau e Umberto Eco.
Ritrovo fondamentale a inizio Novecento è stato anche il locale La Rotonde, frequentato tra gli altri da Pablo Picasso e Amedeo Modigliani.
Tra i caffè letterari frequentati in epoca più recente, infine, si trova il Cafe de Flore, tra le cui pareti si sono riuniti abitualmente Jean-Paul Sartre, Emil Cioran e Simone de Beauvoir.
Vienna
Aperto nel 1876, il Café Central divenne nel giro di pochi anni uno dei principali punti d’incontro per la vita intellettuale e politica viennese: nel solo mese di gennaio del 1913 ai suoi tavolini si sedettero Freud, Tito, Hitler, Lenin e Trotzki.
Frequentato da numerosi scacchisti, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale era soprannominato anche "l’università degli scacchi".
A questo si aggiunge il Café Griensteidl, fondato nel 1847 da Heinrich Griensteidl, ex-farmacista. L’edificio, frequentato a inizio Novecento da alcuni tra i più celebri scrittori di lingua tedesca (Hugo von Hofmannsthal, Arthur Schnitzler, Arnold Schoenberg, Karl Kraus, Stefan Zweig...). Riaperto nel 1990, è rimasto operativo fino al 2017, anno in cui ha dovuto chiudere ancora una volta a causa dell’insostenibilità dei costi.
Lisbona
Inaugurato a inizio Novecento come negozio destinato alla vendita di caffè brasiliano, A Brasileira divenne in seguito un vero e proprio bar, meta di alcuni tra i più importanti intellettuali portoghesi. Primo fra tutti, Fernando Pessoa, la cui presenza è stata perpetuata nel 1988 posando all’esterno del locale una statua in bronzo che ritrae il poeta seduto a uno dei tipici tavolini esagonali.
Londra
Ci volle pochissimo perché il caffè come luogo di ritrovo intellettuale attraversasse il canale della Manica: già nel 1665 esisteva la Grecian Coffee House, meta di politici, membri della Royal Society (tra cui Isaac Newton e Joseph Addison) e intellettuali.
Da citare assolutamente è anche il Lamb&Flag, uno dei pub più frequentati da Charles Dickens nel XIX secolo.
Oxford
Tra i più antichi pub inglesi si trova anche il The Eagle and Child Pub, meta privilegiata degli Inklings, un gruppo di scrittori che incoraggiavano il ruolo di immaginazione e fantasia nella composizione narrativa. Non a caso è tra le mura di questo locale che erano soliti riunirsi anche J.R.R. Tolkien, l’immortale autore del Signore degli anelli, e C.S. Lewis, che proprio qui distribuì le prime bozze de Il leone, la strega e l’armadio, il primo volume delle Cronache di Narnia.
Berlino
Chiusi due tra i più importanti caffè letterari berlinesi, il Romanisches Café (distrutto da un raid aereo nel 1943; tra i suoi celebri avventori: Bertolt Brecht, Erich Maria Remarque e Joseph Roth) e il Café des Westens (attivo tra il 1895 e il 1913 e frequentato, tra gli altri, da Kraus, Benjamin, Ball e Klimt), oggi punti di ritrovo per gli intellettuali tedeschi sono il Café Einstein Stammhaus e il Café-Restaurant "Wintergarten" im Literaturhaus.
Praga
Fondato nell’agosto 1884, il Cafè Slavia ha riunito nel corso degli anni un vasto numero di intellettuali (tra i più noti, sicuramente da citare è il poeta Rainer Maria Rilke). Chiuso nel 1992, è stato riaperto nel 1997 e ancora oggi è aperto al pubblico e considerato il locale più noto della città.
Madrid
Significativo dal punto di vista culturale per la capitale spagnola è il Café Gijón (noto anche come Gran Café de Gijón). Fondato nel maggio 1888, è diventato dopo la guerra civile il ritrovo privilegiato di scrittori e artisti, in particolare di quelli noti come la Generazione del ’36. Tra i suoi ospiti illustri stranieri, ricordiamo infine: Orson Welles, George Sanders e Truman Capote.
New York
Caffè, pub e taverne sono stati luoghi di incontro intellettuale anche oltreoceano. Un esempio è la celebre White Horse Tavern, frequentato nei primi anni Cinquanta dal poeta Dylan Thomas e da altri famosi scrittori e artisti, tra cui James Baldwin, Bob Dylan e Jim Morrison.
L’Avana
Uno dei locali preferiti di Hemingway, che trascorse a L’Avana gli anni tra il 1932 e il 1939, era El Floridita (o più semplicemente Floridita), soprannominato anche "la culla del daiquiri" (l’invenzione del famoso cocktail è attribuita al proprietario del locale Costantino Ribalaigua). Lo scrittore non fu il solo frequentatore rinomato a del Floridita, tra le cui pareti si trovarono anche Jean-Paul Sartre e Gary Cooper.
I caffè letterari più famosi in Italia
Firenze
Un’istituzione fiorentina è il Caffè Le Giubbe Rosse, fondato nel 1897 da due fratelli fabbricanti di birra tedeschi. Il locale, il cui nome deriva dall’usanza viennese di vestire i camerieri di rosso, ha ospitato un importante circolo scacchistico e nel 1913 è diventato la sede fissa dei futuristi (ospitando Marinetti, Boccioni e Carrà), ma anche della redazione della rivista "La Voce", con loro in polemica.
Venezia
Aperto nel 1720, il Caffè Florian è il più antico caffè d’Italia e uno dei caffè letterari più famosi in tutto il mondo nel corso dei secoli. Ai suoi tavolini, che affacciano in piazza San Marco, si sono seduti Casanova, Goldoni, Dickens, Proust e Goethe.
Trieste
La Trieste punto di intersezione periferico e privilegiato tra rotte commerciali e culturali ospita alcuni tra i più noti caffè letterari italiani. Anzitutto c’è il Caffè Pasticceria Pirona, frequentato da Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce, che qui iniziò a scrivere il suo Ulisse.
Frequentato da Joyce e Svevo era anche il Caffè degli Specchi, anch’esso abituale sede di ritrovo di commercianti, intellettuali e ufficiali.
La più antica caffetteria ancora in funzione in città è però il Caffè Tommaseo, anch’esso luogo di ritrovo intellettuale fino ai giorni nostri (Claudio Magris ha scritto in questo locale Danubio).
Tra gli storici locali triestini si trova anche il Caffè San Marco, fondato nel 1914 e da sempre uno dei principali ritrovi degli intellettuali in città. Tra i suoi celebri avventori, oltre ai già citati Svevo, Saba e Joyce, ricordiamo anche Claudio Magris, che spesso lo ha descritto nei suoi testi.
Roma
Fondato nel 1760, l’Antico Caffè Greco è uno tra gli storici caffè della città, ancora oggi ritrovo di intellettuali e goliardi. Divenuto meta privilegiata per gli artisti a inizio Ottocento, ha visto passare pittori, scrittori e filosofi, tra cui E.T.A. Hoffmann e Arthur Schopenhauer.
Da Trilussa ad Alberto Moravia ed Elsa Morante, a Fellini, Pasolini e Calvino: un altro punto di riferimento imprescindibile per il mondo culturale romano nel Novecento è stato il Caffè Rosati.
Chiuso nel 2016, merita di essere ricordato infine anche l’Antico Caffè della Pace, che ha accolto nel corso degli anni pittori, scrittori, intellettuali e artisti, tra cui Ungaretti e Caproni.
Napoli
Il più famoso punto di ritrovo napoletano per gli intellettuali è stato il Caffè Gambrinus, che nel corso degli anni vide ai propri tavolini Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce, Matilde Serao, Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Jean-Paul Sartre e molti altri.
Milano
Aperto nel 1867, il Caffè Savini in Galleria Vittorio Emanuele II è stato l’elegante punto di ritrovo di illustri letterati, artisti e giornalisti. Tra i suoi avventori più noti, ricordiamo Verdi, Puccini, Mascagni e Toscanini, ma anche Eleonora Duse, Arrigo Boito, Gabriele D’Annunzio, Verga, Capuana e, infine, Filippo Tommaso Marinetti, che proprio al locale lasciò il famoso Manifesto del Movimento Futurista, pubblicato sul quotidiano francese "Le Figaro" nel 1909.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Caffè letterari: i più famosi al mondo e in Italia
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