Capo Horn
- Autore: Francisco Coloane
- Genere: Avventura
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
Quando Luis Sepúlveda, nel suo "Patagonia Express", racconta dell’incontro col maestro Francisco Coloane, al quale porta in dono un cappello da capitano, non siamo di fronte soltanto al toccante omaggio reso all’uomo che ha vissuto le latitudini antartiche come intima ragione della propria vita e della scrittura che nostalgicamente si è fatta strada in quella esperienza, ma intravediamo anche l’intrecciarsi del dialogo su una mitologia secolare, nata da una geografia estrema e dalla disperazione e dal coraggio di uomini che hanno osato spingersi dove nessuno aveva immaginato prima di loro. Gente che per la distanza percorsa e la temerarietà dell’impresa ha forzato un limite in confronto al quale il divieto delle Colonne d’Ercole appare trascurabile.
Coloane è uno dei maggiori depositari e interpreti dell’epica scaturita da questa intramontabile avventura.
“Venne in termine di tre giorni e dissero como avevano veduto el capo e el mare amplo. El capitano generale lagrimò per allegrezza, e nominò quel capo Deseado, perché l’avevano già gran tempo desiderato. […] Mercore a 28 de novembre 1520 ne disbucassemo da questo stretto s’ingolfandone mar Pacifico. Stessemo tre mesi e venti giorni senza pigliare refrigerio di sorta alcuna. Mangiavamo biscotto, non più biscotto, ma polvere de quello con vermi a pugnate, perché essi avevano mangiato il buono”.
Così ci racconta Antonio Pigafetta, scrivano della spedizione attorno al mondo guidata da Ferdinando Magellano, che si avventurò più a sud di tutti, negli infidi stretti della Terra del Fuoco, in cerca del passaggio dall’Atlantico al Pacifico.
Questo resoconto getta uno sguardo ante litteram sulle “fortune” e “li venti terribili” che agitano i canali magellanici. Terra e mare dell’ultima frontiera, che esigono dagli uomini e dalle bestie una fatica destinata a rimanere incompresa a chi non appartiene a queste latitudini.
Luoghi di indicibili asprezze e sconcertanti mitologie che Francisco Coloane, vestendo i panni di meraviglioso cantore e amante devoto, ha trasferito nelle pagine dei suoi numerosi scritti, restituendo intatte le suggestioni e le crudeltà degli avamposti, e le personalità duramente provate dalla consuetudine con un paesaggio che appare costantemente trasfigurato.
L’ambiente, mai davvero familiare, assume spesso le sembianze di un mondo parallelo, spaventoso, popolato dalle più straordinarie immaginazioni, che alimentano una vera e propria epica in cui lo spazio e il suo vissuto si ricreano.
Fatti inconsulti e violenti misfatti si alternano nel grigiore degli sfondi antartici, dove il dorso dei ghiacciai corre accanto alle rughe delle carreteras.
Esattamente qui Coloane inaugura il ciclo di Capo Horn.
Storie contese tra la pampa e l’oceano, raccontate da profili scarni e induriti di mandriani, nelle notti di fuochi e veglie, e da naviganti coraggiosi o incoscienti, venuti nella Terra del Fuoco, credendo di sfuggire al loro destino ma in realtà per incrociarlo prima della fine del viaggio.
Lo scrittore cileno non è solo un avventuriero contemporaneo, ma un abitante che ha misurato palmo a palmo l’indocilità di questa terra, imparando ad affrontarne i silenzi impenetrabili come gli improvvisi colpi di coda. Nel grande mito della natura estrema la pianura, l’oceano, il cielo si fondono in un’unica corrente. Giacché al racconto mitico, essendo espressione creatrice dell’immaginario depositato in un luogo, si attinge non per dare conto del corso della storia, ma per recuperare semmai l’indole affabulante che col passare del tempo è confluita nel suo carattere.
Dai fondali dello stretto in cui la leggenda vuole che il Diavolo, rimasto incatenato, si batta incessantemente, alla cima del faro Evangelistas, dove continua a pulsare il cuore e la generosità di due guardiani immolati alla tempesta, unica speranza per i marinai che sfidano quelle terribili correnti, il lettore via via conosce le insidie del vento che “fa fiorire” i canali, la magnificenza spettrale delle spiagge, la furia delle bufere che spazzano le pianure e mettono in pericolo i greggi, le manie da cui sono afflitti, senza distinzione, i rudi gauchos della pampa, come i pescatori, i contrabbandieri e i galeotti.
Racconti di sopravvivenza in un clima ostile, dove la vita va conquistata pezzo per pezzo, l’errore non perdona né l’animale né l’uomo, e ognuno si trova ad essere stretto da quel nodo di ossessioni che costituisce il legame fatale e inscindibile con questa terra difficile, affacciata su un gelido abisso di chimere.
- Titolo: Capo Horn (Cabo de Hornos)
- Autore: Francisco Coloane Càrdenas
- Traduzione: Pino Cacucci
- Casa editrice: Ugo Guanda Editore
- Anno: 1999
Capo Horn
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